Qualche sera fa transitavo al posto solito, in piazza Emilia, direzione da Loreto verso corso XXII marzo, famoso punto 45.4 624 44, 9.217 12, mi avvicino da dietro a Cristina, ma fuma adesso? Si gira, fino a quel momento mi era parsa lei, invece… si è ingrandita? Ma no, è evidentemente un’altra! Melina, risponde gentilmente, è nuova, da un mesetto in zona.
In realtà il suo posto è davanti al ristorante giapponese, dunque sull’altro lato della piazza (e nella direzione inversa di marcia, da corso XXII marzo a Loreto), 45.46 2631, 9.2 176 78. Però capita, mi ha confermato, che vada a trovare la collega e si fermi anche nella prima posizione.
L’esperienza singolare, uno di quei disorientamenti di pochi secondi che rinnovano la capacità di sorpresa delle situazioni consuete, mi aveva lasciato la curiosità di conoscere meglio l’ultima arrivata. Qualche sms mi fa scoprire che è amica di Cristina, disponibile a lavorare insieme (“sì tesoro come no&rdquo
. 50 + 50 possono bastare per il doppio boccafiga coperto e prendiamo appuntamento per un orario leggermente anticipato rispetto all’inizio del turno, direttamente a casa di Cristina.
Di prassi, però, Melina lavora in macchina e non in appartamento, a meno che Cristina non sia assente o non la si coinvolga. Ho chiesto il tariffario completo portandole a destinazione, ma non ci ho capito una mazza, sembrava una gara a chi la sparava più grossa: 30 per il pompino, “perché così le ho imparato io”, dice Cristina con il cipiglio che si può immaginare accompagni questa tipica espressione basso-italiana; per la scopata 50 spara Melina, “ma nooooo, 30” fa l’altra come correggendo la scolara impertinente; per l’anale mi aveva già detto 100 o 150 come se 50 ballerini fossero una bazzecola. Insomma, direi che chiede 30 per il pompino, 30 per la scopata ma magari provando a proporre di più e cifre un po’ sostenute, non so se già standardizzate in un tariffario, per il culo. Per il resto, cosa devo dirvi: andate e contrattate.
Melina ha 23 anni, di forme prosperose e dalla statura di 1 e 55 che ovviamente non nasconde nulla, dalle linee morbide ma comunque toniche del ventre o delle cosce agli altri luoghi canonici. Dunque estetica per amanti del genere. Viso pure tondo dall’espressione ridente e maliziosa, labbra sensuali, occhi marroni, capelli lunghi mossi, castani che schiariscono verso le punte, seno per contro non più di una quasi terza, consistente al tatto, dal notevole capezzolo grosso e sporgente, ideale da leccare.
Venendo alla prestazione, riserverò naturalmente questa pagina al ruolo di Melina, consapevole di aver goduto di una situazione facilitata, ma comunque utile a comprendere la personalità erotica della giovane. Entrambe in pigiama e fresche di doccia si spogliano molto rapidamente per passare alle azioni preliminari: io sono in piedi e loro due accovacciate sull’angolo del letto. Melina mi riserva eccitanti passaggi di lingua sul collo, la pancia e i capezzoli, dove mi infligge pure un morsetto, mi palpeggia l’uccello, se lo strofina sulla pelle e lo massaggia fra le tette. Copre e si esibisce in un pompino tecnico: scende in profondità fino alla base e chiude il movimento con una presa a morsa, lo estrae dalla bocca e lo irrora con la lingua, se lo martella sulla lingua o se lo lascia sbattere sulle labbra dalla compagna. Quindi, sempre io in piedi, lei sul letto, la impecoro. L’atteggiamento è partecipativo: mugola, volge la testa verso di me e si passa la lingua sulle labbra.
Poi è il turno della Cristina: pompino, missionaria e smorzacandela. Le operazioni durano più del solito, così mi godo la collaborazione di Melina, che mi fissa, mi solletica il petto con le dita e la lingua, si strofina sul mio corpo, a volte tocca una tetta dell’amica o le assesta una garbata sculacciata sul culo.
Il clima dell’incontro è stato evidentemente agevolato da una comune vecchia conoscenza che fa le presentazioni e gli onori di casa, rompe il ghiaccio e riempie eventuali silenzi in agguato, alla peggio prendendo per il culo il sottoscritto su cose che le sono ben note (dalle passioni zigane al cronico extra-deficit di fine mese). Melina, inevitabilmente più passiva, comunque ha partecipato della situazione comunicativa, mi dice, fra l'altro, dell'origine rumena, e si porge come una ragazza dal carattere deciso, simpatica e già capace di relazionarsi con il cliente.
Nel complesso coppia non disponibile a spettacoli lesbici ma affiatata e complementare, con il profilo più etereo ed estetico di Cristina, più carnale e intraprendente di Melina. Cosa cercare in lei? Una ragazza fortunatamente un po’ più minuta di una donna di Fernando Botero, ma dalla generosa impudicizia che la fantasia di molti maschi è portata ad annettere a quei floridi profili. Dunque esperienza saziante, è il caso di dire, se solo alle 22,41 segnalate dell’orologio del cruscotto, durante un giretto di decantazione, mi sono improvvisamente reso conto di non aver neanche cenato, fra il tardo rientro, lo scambio di messaggini per preparare la situazione, le abluzioni necessarie e l’uscita anticipata, anche se la pizza surgelata da scapolo attempato ovviamente mi aspettava ancora fedelmente.
In realtà il suo posto è davanti al ristorante giapponese, dunque sull’altro lato della piazza (e nella direzione inversa di marcia, da corso XXII marzo a Loreto), 45.46 2631, 9.2 176 78. Però capita, mi ha confermato, che vada a trovare la collega e si fermi anche nella prima posizione.
L’esperienza singolare, uno di quei disorientamenti di pochi secondi che rinnovano la capacità di sorpresa delle situazioni consuete, mi aveva lasciato la curiosità di conoscere meglio l’ultima arrivata. Qualche sms mi fa scoprire che è amica di Cristina, disponibile a lavorare insieme (“sì tesoro come no&rdquo
Di prassi, però, Melina lavora in macchina e non in appartamento, a meno che Cristina non sia assente o non la si coinvolga. Ho chiesto il tariffario completo portandole a destinazione, ma non ci ho capito una mazza, sembrava una gara a chi la sparava più grossa: 30 per il pompino, “perché così le ho imparato io”, dice Cristina con il cipiglio che si può immaginare accompagni questa tipica espressione basso-italiana; per la scopata 50 spara Melina, “ma nooooo, 30” fa l’altra come correggendo la scolara impertinente; per l’anale mi aveva già detto 100 o 150 come se 50 ballerini fossero una bazzecola. Insomma, direi che chiede 30 per il pompino, 30 per la scopata ma magari provando a proporre di più e cifre un po’ sostenute, non so se già standardizzate in un tariffario, per il culo. Per il resto, cosa devo dirvi: andate e contrattate.
Melina ha 23 anni, di forme prosperose e dalla statura di 1 e 55 che ovviamente non nasconde nulla, dalle linee morbide ma comunque toniche del ventre o delle cosce agli altri luoghi canonici. Dunque estetica per amanti del genere. Viso pure tondo dall’espressione ridente e maliziosa, labbra sensuali, occhi marroni, capelli lunghi mossi, castani che schiariscono verso le punte, seno per contro non più di una quasi terza, consistente al tatto, dal notevole capezzolo grosso e sporgente, ideale da leccare.
Venendo alla prestazione, riserverò naturalmente questa pagina al ruolo di Melina, consapevole di aver goduto di una situazione facilitata, ma comunque utile a comprendere la personalità erotica della giovane. Entrambe in pigiama e fresche di doccia si spogliano molto rapidamente per passare alle azioni preliminari: io sono in piedi e loro due accovacciate sull’angolo del letto. Melina mi riserva eccitanti passaggi di lingua sul collo, la pancia e i capezzoli, dove mi infligge pure un morsetto, mi palpeggia l’uccello, se lo strofina sulla pelle e lo massaggia fra le tette. Copre e si esibisce in un pompino tecnico: scende in profondità fino alla base e chiude il movimento con una presa a morsa, lo estrae dalla bocca e lo irrora con la lingua, se lo martella sulla lingua o se lo lascia sbattere sulle labbra dalla compagna. Quindi, sempre io in piedi, lei sul letto, la impecoro. L’atteggiamento è partecipativo: mugola, volge la testa verso di me e si passa la lingua sulle labbra.
Poi è il turno della Cristina: pompino, missionaria e smorzacandela. Le operazioni durano più del solito, così mi godo la collaborazione di Melina, che mi fissa, mi solletica il petto con le dita e la lingua, si strofina sul mio corpo, a volte tocca una tetta dell’amica o le assesta una garbata sculacciata sul culo.
Il clima dell’incontro è stato evidentemente agevolato da una comune vecchia conoscenza che fa le presentazioni e gli onori di casa, rompe il ghiaccio e riempie eventuali silenzi in agguato, alla peggio prendendo per il culo il sottoscritto su cose che le sono ben note (dalle passioni zigane al cronico extra-deficit di fine mese). Melina, inevitabilmente più passiva, comunque ha partecipato della situazione comunicativa, mi dice, fra l'altro, dell'origine rumena, e si porge come una ragazza dal carattere deciso, simpatica e già capace di relazionarsi con il cliente.
Nel complesso coppia non disponibile a spettacoli lesbici ma affiatata e complementare, con il profilo più etereo ed estetico di Cristina, più carnale e intraprendente di Melina. Cosa cercare in lei? Una ragazza fortunatamente un po’ più minuta di una donna di Fernando Botero, ma dalla generosa impudicizia che la fantasia di molti maschi è portata ad annettere a quei floridi profili. Dunque esperienza saziante, è il caso di dire, se solo alle 22,41 segnalate dell’orologio del cruscotto, durante un giretto di decantazione, mi sono improvvisamente reso conto di non aver neanche cenato, fra il tardo rientro, lo scambio di messaggini per preparare la situazione, le abluzioni necessarie e l’uscita anticipata, anche se la pizza surgelata da scapolo attempato ovviamente mi aspettava ancora fedelmente.