Era un caso difficilissimo. Un episodio di doppia identità.
Era arrivato persino un analista della CIA per risolverlo, ma quest’ultimo poi era scappato ed aveva dovuto riparare in Russia, perché si scoprì che aveva pubblicato in internet la taglia delle mutande di 47 first ladies.
Tutto da rifare. Gli interrogativi rimanevano irrisolti.
Il giudice se ne stava stravaccato sulla poltrona cercando di evitare il minimo movimento, giacché l’abito nero ed il folto parrucchino, con la calura attuale, lo facevano grondare quanto una salsiccia ad una grigliata di pasquetta.
Il processo era stato lento come una colonna di TIR sulla A1 al 16 di agosto.
Mai una prova decisiva, da ambo i lati, mai una conferma schiacciante, né dell’una, né dell’altra versione.
Gli avvocati di difesa ed accusa lanciavano entrambi le loro prove, come bocce nella sabbia, senza troppa velleità di arrivare al boccino.
“Ricevono nella stessa via, le foto dell’epoca sono state scattate presso lo stesso studio, è evidente che si tratti della stessa persona.” Chiosò, con il suo consueto fare irriverente, il PM Mauroni.
“Avvocato, ma non vedete che hanno i capelli diversi, dichiarano differenti nazionalità, hanno diverse rece, è alquanto palese che siano due ragazze diverse.” Rispose l’avvocato Pastrocchi della difesa.
Nulla, niente che potesse andare oltre ogni ragionevole dubbio.
In un impeto quasi di collera il presidente della corte si alzò a fatica sollevando i 7 chili della sua toga ormai madida di sudore.
“Adesso basta!!! O mi portate qualcosa di veramente concreto o io questo processo lo mando a putt…”
“Ehm, signor giudice, non mi sembra l’espressione più corretta, data la professione delle ragazze.”
“Ah, si?!? Chissenefrega! Mi son scassato la minchia o risolviamo questo caso o vi mando tutti a casa.”
Le notti in attesa della nuova udienza passarono insonni per gli avvocati, ognuno nel tentativo di trovare il cavillo decisivo.
La mattina l’aula era pervasa dalla sensazione che tutto si sarebbe basato ancora sulle congetture, e che sarebbe stato un inutile ultimo atto di tempo perso.
“La difesa chiama a testimoniare il perito di parte.”
“Il perito declini le sue generalità.”
“Anacleto Capelli, di Casaglia (FE)”
“Qualifica professionale?”
“Barbiere, con bottega da oltre 25 anni in località La Monta”
“Il perito risulta estremamente qualificato per il caso di specie, procedete.”
Era il colpo a sorpresa della difesa. Non avendo trovato il barbiere di Siviglia, impegnato a curare le acconciature dei calciatori spagnoli ai mondiali, l’avvocato Pastrocchi si era rivolto al barbiere di Casaglia.
La difesa passò subito ad interrogare il perito.
“Signor Capelli, stanti i 3d di rece di cui agli atti:”
http://gnoccaforum.com/esco…
http://gnoccaforum.com/esco…
“si evidenzia il fatto che Cristina fu recensita il 30 settembre in conformità all’annuncio (quindi con capelli lunghi.
E di nuovo il 10 di ottobre, sempre in conformità all’annuncio (quindi sempre con capelli lunghi).
Mentre Laura fu recensita il 4 ottobre, in conformità all’annuncio (quindi con capelli corti).
Secondo la sua esperienza di barbiere di Casaglia è dunque possibile che nei dieci giorni che intercorrono i capelli possano essere stati tagliati e ricresciuti allo stato originario?”
&ldquo
ecisamente no! Nemmeno se il taglio fosse stato eseguito con le stesse forbici usate per il lamierino di Unabomber”
“Grazie sig. Capelli, la difesa non ha altre domande, ma intende aggiungere agli atti la testimonianza del sig. Trismegisto che individua Cristina anche come OTR in Togliatti, e quelle dei signori 3Pay e Paolo Bitta che localizzano Laura anche come OTR, però ad Anzola.
Direi che è accertato che siano due ragazze diverse.”
Dopo questo colpo di scena l’esito del processo fu scontato.
L’episodio conclusivo fu l’intervista realizzata da Telepunter69 al presidente della corte, all’uscita dall’aula:
“signor Giudice cosa farà ora che è terminato questo complicato processo che ha assorbito gran parte della sua carriera?”
Il processo è finito bene, quindi, se permettete, ora, a putt… ci vado io!”
Nulla di ció é realtà. Trattasi di opera pseudoletteraria, delirio o illusione.
