Beh!!! Se é classificato come Priapismo... questo ho trovato.
. . . . . . . Cosa fare in presenza di priapismo. . . . .
In presenza di priapismo a basso flusso dev'essere istituito un rapido intervento terapeutico per tenere sotto controllo il dolore e prevenire la disfunzione erettile secondaria a fibrosi dei corpi cavernosi. Uno step importantissimo è dato dalla diagnosi e dalla corretta identificazione delle cause d'origine, per poi prevenire la comparsa di recidive. In caso di priapismo a basso flusso, comunque, è bene concentrarsi innanzitutto sulla correzione del drenaggio venoso.
Le strategie terapeutiche meno aggressive risolvono la maggior parte dei casi di priapismo; è quindi raccomandato iniziare da queste. Il trattamento d'urgenza del priapismo venoso, pertanto, prevede innanzitutto l'aspirazione di sangue dai corpi cavernosi con o senza irrigazione di fisiologica non eparinata.
In caso di fallimento del precedente intervento, si procede ad iniezione intracavernosa di simpaticomimetici, effettuata iniettando sostanze vasocostrittrici nei corpi cavernosi del pene, come fenilefrina, norepinefrina, etilefrina, epinefrina e metaraminolo. A tal proposito, bisogna fare attenzione agli effetti sistemici legati all'eventuale entrata in circolo di queste sostanze. Anche il ghiaccio, applicato su un panno per evitare ustioni, esplica un'azione vasocostrittrice aumentando il tono simpatico, quindi stimolando la contrazione delle cellule muscolari lisce vasali; tuttavia, per quanto illustrato nell'articolo, dinanzi ad un episodio di priapismo è bene recarsi immediatamente al pronto soccorso per scongiurare lesioni permanenti.
Per il trattamento del dolore è indicata la graduale transizione dai FANS agli oppiacei.
Prima di optare per una soluzione chirurgica, è bene ripetere più volte la procedura di iniezione intracavernosa di simpaticomimetici. Nei pazienti in cui il quadro priapico non si risolve con la terapia medica, per determinare la detumescenza penina si può eseguire uno shunt artificiale veno-cavernoso o caverno-spongioso allo scopo di bypassare l'occlusione venosa, drenando il sangue in un'altra vena tramite una fistola artificiale.