Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (2° parte)
L'entrata in campo della “vecchia” cambiava radicalmente, in peggio, le nostre possibilità di uscirne senza danni.
Mentre le 3 “giovani” si limitavano ha miagolare e sbuffare nervosamente, la matriarca iniziò ad esaminarci con molta cura; era lei il vero pericolo, era lei che avrebbe attaccato per prima seguita poi, per emulazione, dalle giovincelle.
Come ogni bravo comandante, avrebbe attaccato lo schieramento nemico nel suo punto debole, individuando la preda più “facile” che poteva dare meno problemi.
Mentre la vecchia leonessa ci esaminava accuratamente, la guida masai fece alcuni passi in avanti, iniziando ha parlare, prima sommessamente, poi con voce sempre più alta.
Era una specie di discorso, rivolto al branco; le leonesse avevano smesso di miagolare e soffiare, solo le code si agitavano da sinistra a destra e viceversa.
Mentre la guida masai continuava il suo monologo, il P.H., accanto a lui, aveva fatto scivolare il grosso express a canne giustapposte dalla spalla al braccio, preparandosi al tiro; io, posizionato alla sua destra, feci altrettanto.
La distanza del branco da noi era di una trentina di metri; calcolando che dal momento che sarebbero scattate, i primi 20 metri li avrebbero percorsi in 2/3 secondi, poi gli ultimi 10 li avrebbero percorsi con un solo balzo, per sfruttare l'effetto massa/velocità, in 1 secondo circa.
Occhio e croce avevamo solo 4 secondi prima di entrare in contatto; solo 4 secondi per piazzare i 3 colpi che avevamo ha disposizione, in quanto per me era impossibile replicare il primo colpo con il bolt-action in meno di 1 secondo.
Mentre facevo tutti questi ragionamenti con il cuore che batteva a mille, con la coda dell'occhio controllai Teresa, l'unica oltre noi 3 rimasta a terra.
Con disperazione dovetti costatare che, per fotografare ancora meglio, la mia piccola si era spostata davanti all'Unimog fermo all'ombra, sotto le piante, andando ancor più verso l'esterno di quanto non fosse prima.
Per le 4 gattone era quello che cercavano, la preda isolata; in più si era inginocchiata per fotografare meglio, e quindi per loro la sagoma accovacciata equivaleva al tentativo tipico della preda di nascondersi.
Un invito a nozze per tutti i felini; se avete un gatto in casa, osservate il suo comportamento.
Una volta un P.H. sudafricano mi aveva confessato che si riesce ha prevedere il momento esatto dell'attacco di un felino osservando la pupilla dei suoi occhi : quando la vedi rimpicciolire e contemporaneamente spalancare gli occhi, è il momento dell'attacco.
Da alcuni secondi la matriarca aveva puntato Teresa, aveva intuito che era la preda più facile, quella che gli avrebbe dato meno problemi.
Ma non aveva fatto i conti con Bigfoot; un Bigfoot incazzato nero con l'adrenalina a 1000; lentamente iniziai ha spostarmi per mettermi tra la “vecchia” e Teresa, alzando la CZ e puntandola in quel punto tra la spalla e il torace dove c'è il cuore; nessuno avrebbe toccato la mia piccola, nemmeno quella vecchia gattona.
Lentamente la “vecchia” si girò verso di me, guardandomi; per alcuni secondi i nostri occhi si incontrarono, poi lentamente, molto lentamente si girò e si allontanò, non senza aver dato un'ultima occhiata alla guida masai che continuava il suo monologo.
Appena scomparve tra le erbe alte, anche le 3 giovani si ritirano, guardandosi le spalle.
Tutti restammo in silenzio, a parte la guida, per almeno un paio di minuti.
La prima ha rompere il silenzio fu Teresa, che esclamò :
“Mamma mia, ho fatto delle foto fantastiche ”
Poi guardandomi aggiunse :
“Cucciolo, sei tutto sudato....”
Prima di rispondere, la guardai bene negli occhi poi gli dissi :
“Fa molto caldo piccola.....”
Per fortuna che nessuno si accorse, mentre disarmavo il fucile, di come mi tremavano le mani; per smaltire l'adrenalina che avevo addosso mi ci sarebbe voluto un bel po'.
Quella sera Teresa faticò parecchio ha tenere a bada Bigfoot sotto la tenda da campo........
Da allora, capita spesso con i gli amici di parlare di quel safari fotografico e di quell'avventura in particolare; tutti abbiamo fatto delle ipotesi sul comportamento dei 2 leoni nei confronti della piccola gazzella.
Tante ipotesi, anche strampalate (si erano innamorati ??), oppure quella di un'amica di Teresa che aveva sentenziato un “ è tipico dei maschi cercare sempre la compagnia delle femmine giovani”.
“E' vero, cercano sempre quelle giovani, quelle senza esperienza, debuttanti insomma, magari anche vergini” sentenziò un'altra delle nostre amiche.
La verità è che … non avevano capito niente né degli animali né degli uomini, pensò Bigfoot. :
QUALCHE MESE DOPO.....
Finalmente eravamo riusciti ha fare una breve vacanza assieme; a Teresa piace moltissimo la montagna e lo sci di fondo, per cui avevamo deciso di trascorrere qualche giorno in uno dei posti più incantevoli delle Alpi Svizzere.
Peccato che lo disse ad una sua collega che pensò bene di unirsi a noi assieme al marito.
Per fortuna erano 2 persone abbastanza simpatiche e la vacanza si rivelò piacevole.
O meglio..... quasi piacevole.
Mentre Teresa e la sua collega trascorrevano le giornate facendo sci di fondo, io e suo marito ci dedicammo al trekking.
Ma l'uomo non era un grande camminatore; abituato ad un lavoro perennemente in ufficio, quando si trattava di muoversi su un pendio andava in crisi.
Mi disse subito che gli mancava il fiato, non era abituato a lunghe camminate; quando poi gli feci provare le racchette da neve, andò in crisi del tutto.
Mestamente dovetti ripiegare, per non lasciarlo solo, su delle lunghe passeggiate per il paese dove ci trovavamo.
Mentre le nostre donne, tra sci di fondo e saune ritrovavano la forma, noi 2 sembravamo sempre di più 2 pensionati.
O almeno così mi sembrava.........
L'albergo ci aveva assegnato due camere contigue e qui scoprimmo amaramente che lo “stracchino” diurno si trasformava in un “leone” durante la notte.
La reazione di Teresa fu molto diversa dalla mia; inizialmente trovammo la cosa molto divertente, poi visto il perdurare delle situazione, la cosa cominciò ha scocciarci.
Ora capisco che quando una coppia è impegnata in esercizi ginnici sia difficile capire quando si esagera con i “rumori”, ma a tutto c'è un limite.
Soprattutto non capivo come facesse quel “gatto di marmo” ha darci dentro per ore..... :
Le prime 2 notti le trascorremmo praticamente “in bianco”; io guardando il soffitto e contando le pecore (arrivai a qualche migliaia, decisamente troppe da gestire) e Teresa con una pila di cuscini sulla testa.
Visto il casino che stavano facendo i nostri due amici, tentai anche un timido approccio alla piccola, ma una gomitata decisa allo stomaco mi bloccò subito.
Per essere una coppia felicemente sposata da un bel po' di anni e con 2 figli adolescenti, sono ancora molto innamorati, dissi a Teresa.
“Sono fatti loro” fu la sua laconica risposta.
Peccato che stessero disturbando un po' troppo, per i mei gusti.
La terza sera, però ci fu la svolta, quello che mi fece capire tutto.
Dopo la cena all'albergo, eravamo andati ha vedere una mostra e quando rientrammo, essendo tutti piuttosto stanchi, ce ne andammo subito a letto; mentre attendevo che Teresa liberasse il bagno, uscii sul balcone per prendere una boccata d'aria (fredda).
Ora dovete sapere che essendo la nostra una camera d'angolo, il balcone confinava con la camera dei nostri amici e che sbadatamente avevano lasciato la finestra con le persiane aperte.
Sentendo il solito casino, non potei fare a meno di girare la testa e guardare; lo spettacolo serale era già iniziato e merita di essere descritto.
La collega di Teresa, vestita in stile Heidi (quella originale, non quella di Victoria Secrets
) ) sul letto in una posa che ehmmm..... usate la vostra fantasia, ha sempre a che fare con capre e pecore; mentre lui, vestito normalmente gli girava attorno, sbirciando e toccando sotto la gonna la povera "pastorella".
Ero allibito; per non farmi scoprire sghignazzante sul balcone, scivolai come un Ninja nella nostra camera.
Poi quando vidi Teresa abbigliata con suoi soliti pantaloncini corti e top, scoppiai ha ridere.
)
Ovviamente dovetti spiegare perchè ridevo come un matto; al termine la mia piccola mi disse sorridendo che lo sapeva già.
La collega gli aveva raccontato tutto tempo prima, chiedendogli anche dei consigli; in pratica il marito si eccitava solamente se lei si travestiva da “bambina”, “adolescente” o in qualche altro personaggio legato al mondo dei bambini/giovani.
“Ma è legale ?” chiesi a Teresa.
“Intendi dire se è normale ?”
Avrei voluto approfondire il discorso ma Teresa si era già seppellita sotto i cuscini per “non sentire”, per cui rimasi in silenzio, ha pensare..... :
Perchè cerchiamo sempre donne (oppure uomini nel caso dell'altro sesso) più giovani ?
Perche siamo così attirati dalla gioventù e dall'inesperienza ?
Mi tornò in mente l'episodio dei 2 leoni e della gazzella.
Domande senza risposta.
Comunque alla fine io e Teresa ci abituammo ai “rumori molesti”; adesso però capivo perchè di giorno era sempre così stanco.....
Eravamo arrivati al penul'ultimo giorno di vacanza, quando mi arrivò un messaggio dalla mia Compagnia.
“La prossima settimana devo fare un salto a Londra per una riunione di lavoro. “ dissi a Teresa.
“Quanto stai via ?”
“Un paio di giorni, penso.”
Negli ultimi tempi, Teresa era sempre più preoccupata, perchè le ultime uscite erano quasi sempre state in paesi “disagiati”.
Ovviamente non entrai nei particolari, anche perchè c'erano i nostri amici, ma mi preoccupava essere stato convocato “Zero”.
E non presso i nostri uffici della City, ma in un locale nel zona di Bloomsbury.
In quel momento non capivo come mai dovevo incontrare “Zero”, visto che io facevo parte di un'altro dipartimento.
Cosa cavolo voleva ?
E poi mi preoccupava anche il fatto delle voci che circolavano su di Lei....
Magari sono solo leggende metropolitane, pensai :
Il mercoledì seguente, come pianificato, volai a Londra, che per adeguarsi al mio umore, mi accolse sotto una fine pioggerellina.
Avevo preferito arrivare con 24 ore di anticipo, perchè non mi piace fare tutto di corsa all'ultimo momento; e poi Londra è un bel posto per rilassarsi un po'.
Mentre andavo all'albergo in taxi, telefonai alla mia amica Giselle; purtroppo questa missione stava nascendo sotto cattive stelle, e quando mi disse che tutte le sue “white collar beauties” erano impegnate, anzi addirittura in “overbooking” causa un notevole afflusso di manager negli ultimi giorni, mi rassegnai.
Bene, se non altro mi sarei riposato e preparato psicologicamente all'incontro con “Zero”.
Il giorno dopo, giovedì, poco prima delle 17 arrivai al locale concordato nell'appuntamento.
Era un bel posticino, old style english, con tavolini in marmo scuro e comode poltroncine in pelle; tutto il personale era in divisa d'ordinanza, con il lungo grembiulone color vinaccia, camicia con farfallino e per le donne la classica veletta in testa.
Una volta entrato, diedi un veloce sguardo intorno e poi scelsi un tavolo in un angolo; da lì potevo vedere chi entrava/usciva e anche un pezzo del marciapiedi davanti al locale.
Alle IDXa9d4cfca686e94cae25311614da5be0a vidi arrivare 2 donne; una era giovane, sui 25/30 anni, mentre l'altra era più anziana, direi sui IDX0a1857ee1a0f6538856e0f8eb590f285
Tutte e due erano vestite molto eleganti; quella più anziana aveva, oltre alla borsetta, anche una valigetta 24h, mentre l'altra teneva sulla spalla una specie di borsa-zainetto.
Probabilmente erano delle escort che stavano andando al lavoro, pensai subito.
Si guardarono intorno, poi mentre la più giovane si accomodava al bancone del bar, vicino all'uscita, quella più anziana si diresse verso di me.
Primo giudizio: non erano escort, o meglio erano “professioniste” ma di altro genere; la tizia mi aveva individuato subito appena entrata e, mentre la collega gli compriva le spalle, lei si era diretta decisa verso di me.
Mentre lei sapeva chi aveva davanti, io non potevo fare altrettanto; comunque mi alzai e ci presentammo.
Vista da vicino, devo ammettere che era anche carina, di una bellezza non volgare; dai lineamenti avrei potuto dire nord-europea, forse finlandese (o magari russa); la voce non aveva nessuna inflessione e parlava un'inglese perfetto.
Appena seduta, aprì il lungo soprabito e lo lasciò cadere con noncuranza sulla spalliera della poltrona; sotto apparve un giacca scura e una camicietta bianca su cui era appuntata una spilla.
Quando si mise comoda, accavallando le gambe, vidi che portava calze di seta (anche il fruscio era inequivocabile) e che aveva degli stivali griffati.
Vista così, sembrava una classica manager o un'avvocato della City.
Per una decina di minuti parlammo del più e del meno; ad un certo punto volle sapere com'era andata la vacanza a Saint Moritz con Teresa.
Questa cosa cominciò ha darmi fastidio, Lei sapeva molte più cose su di me che io su di Lei.
Anzi se devo esser sincero, mi sentivo inquieto.
“Zero” invece era assolutamente tranquilla e rilassata, perfettamente a suo agio.
Ad un certo punto, tirò fuori un piccolo portasigarette dorato, prese una sigaretta sottile e se l'accese.
Prendendo al balzo la palla, gli chiesi il motivo di quell'appuntamento così “strano”, fuori dagli schemi.
Prima di rispondermi, mi osservò a lungo; aveva dei bei occhi, scuri, penetranti; uno sguardo che avrebbe fatto eccitare anche un morto.
Cominciai ha pensare come era sotto quei vestiti, che intimo portava : tanga ? Perizoma ? O magari quelle culotte alla francese tanto di moda qui.
E di che colore era ? Chiaro ? Scuro ? O di colore ?
E le calze ? Autoreggenti ? Collant ?
Mentre io mi stavo perdendo nei miei cattivi pensieri, Lei soffiò un sbuffo di fumo, facendo alcuni piccoli cerchietti che, lentamente si dissiparono nell'aria.
Poi fissandomi con uno sguardo indecifrabile mi rispose :
“Abbiamo un problema da risolvere........”
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.