Nella tarda mattinata sulla provinciale Cerca, dove non ricordavo presenze significative diurne, sto innocentemente cercando un benzinaio, quando intravedo una biondina. In quello che mi risulterebbe territorio di Mediglia, provenendo dalla Paullese e procedendo verso Melegnano, la incontro sulla destra, a un chilometro e cento metri misurati dal distributore Agip, dopo che mi sono lasciato a destra un edificio d’uso industriale fatiscente e dopo una semicurva, prima della rotonda di Colturano. Con Google maps è un’impresa puntare la piazzola dove si ferma, il programma mi riporta più indietro, però all'indirizzo https://www.google.it/maps/@45.395507,9.351401,3a,49y,215.61h,81.39t/data=!3m4!1e1!3m2!1spgexuCr_j-Jqw8zUT2fHRw!2e0 riuscite a vedere il suo angolino. Con Bing maps individuo il punto con le coordinate 4 5 . 3 9 4 9 4 0, 9 . 3 5 1 1 1 6, e con la visualizzazione “area” è possibile averne una visione dall’alto.
È alta uno e sessanta o poco più, di corporatura minuta, viso carino quadrato, occhi marroni, capelli lisci biondi tinti non lunghissimi raccolti sulla nuca da una piccola coda. Nerovestita, non si è scoperta un centimetro quadrato di pelle. Ho ravanato fra cosce e culo, consistenti, alla vista non eccessivi, ma non so se spogliata possa rivelare qualche inestetismo.
Si presenta come Roxana ovvero Rossana, 25 anni, rumena. Dice di essere ex notturna ed ex melegnanese, qualcuno la ricorderà, io no, forse per questo non sono riuscito a trovare precedenti testimonianze su di lei. Parla bene l’italiano, è spigliata, sorride, insomma risulta mediamente simpatica.
Spiattella il suo tariffario con qualche singolarità. Vuole i soliti 20 per il pompino e 30 per il boccafiga coperti, 50 per il pompino senza preservativo con venuta in bocca, la scopata senza preservativo non la concede, per il pompino senza preservativo e scopata protetta calcola, matematicamente, 50 più 30, cosa per me inaudita, ma mi dice che poi semmai ci si accorda. Premette che il culo non lo fa con tutti, dipende dalle dimensioni; quindi abbiamo lasciato in sospeso il discorso, mentre ad operazioni concluse il mio machismo mi ha trattenuto dal chiederle se io l’avessi abbastanza piccolo da guadagnarmi il diritto di sodomizzarla. Si contratta il pompino senza preservativo con venuta in bocca per 40.
L’imbosco ha il difetto di essere vicino e il pregio di essere isolato fra le frasche di una stradina di campagna, dunque riparato e anche esteticamente gradevole. Mi piacerebbe valorizzarne il contesto bucolico con più calma.
Non sale in ginocchio sul sedile, resta seduta e si mette al lavoro dopo una rapida rinfrescata con salviettina umida. Effettua un saliscendi di labbra ripetitivo e non particolarmente profondo, con insalivazione sufficiente e aiuto della mano. Se avessi optato per la soluzione coperta non so se avrei sentito granché, ma il contatto diretto con la sua bocca mi fa effetto; stirandomi un po’ e scostandole i capelli me la guardo anche con il mio uccello fra le labbra. Si riscatta sul finale, durante la venuta, quando continua ed anzi intensifica la stimolazione di bocca (e di mano), restando attaccata più di quanto immaginassi, ben oltre l’ultima goccia, per poi liberarsi di tutta la sostanza con uno sputo a portiera aperta.
È stato un incontro avvolto da un’atmosfera enigmatica, dovuta, mi pare di intuire, a qualche tensione/ambiguità sulle postazioni. Mi dice, infatti, che di norma occupa una stazione più avanzata verso la Paullese, ma oggi l’ha dovuta cedere ad una maturona. Aggiunge che lavora anche domani, mentre nei giorni successivi non la ritroverei. Perché? Mistero. Soprattutto, mentre io disimpegno con centimetrica attenzione le manovre per uscire dal nostro rifugio, ammaestrato dalla storia dell’amica di Noviglio finita con il cliente nel fosso, che vedo incombere ai margini anche del sentiero odierno, una macchina non appartenente alle forze dell’ordine, con targa italiana, guidata da una donna, ci ostruisce il passo venendo verso di noi. La mia compagna di viaggio mi toglie dal dubbio che si tratti di lavoratrice della terra che ostinatamente confidi di potersi recare nel suo terreno passando attraverso la mia automobile, visto che la sterrata non offre margini. Rossana esclama, infatti: “noooo! È la ragazza”. Una concorrente? Una residente? Con una vocetta lamentosa da scolara colta in qualche monelleria, esce dalla macchina, si impiglia fra i cespugli e mi abbandona, per salire accanto alla donna, che poi arretra, facendomi con la mano un gesto di cavalleria automobilistica, non so se anche per aver rapito così bruscamente la giovane alle ultime attenzioni del mio amore, e se ne va. Non so neanche se sarebbe stata intenzionata ad interromperci durante le operazioni, posso solo dire che per fortuna avevamo già finito. Sconcertato, noto che nella piazzetta dove avevo caricato Rossana c’è adesso un gruppetto che confabula. Io ho ancora il tempo di fare un paio di giri, per mettere a fuoco la postazione, ma la visione della biondina in nero non si rimaterializza più.
È alta uno e sessanta o poco più, di corporatura minuta, viso carino quadrato, occhi marroni, capelli lisci biondi tinti non lunghissimi raccolti sulla nuca da una piccola coda. Nerovestita, non si è scoperta un centimetro quadrato di pelle. Ho ravanato fra cosce e culo, consistenti, alla vista non eccessivi, ma non so se spogliata possa rivelare qualche inestetismo.
Si presenta come Roxana ovvero Rossana, 25 anni, rumena. Dice di essere ex notturna ed ex melegnanese, qualcuno la ricorderà, io no, forse per questo non sono riuscito a trovare precedenti testimonianze su di lei. Parla bene l’italiano, è spigliata, sorride, insomma risulta mediamente simpatica.
Spiattella il suo tariffario con qualche singolarità. Vuole i soliti 20 per il pompino e 30 per il boccafiga coperti, 50 per il pompino senza preservativo con venuta in bocca, la scopata senza preservativo non la concede, per il pompino senza preservativo e scopata protetta calcola, matematicamente, 50 più 30, cosa per me inaudita, ma mi dice che poi semmai ci si accorda. Premette che il culo non lo fa con tutti, dipende dalle dimensioni; quindi abbiamo lasciato in sospeso il discorso, mentre ad operazioni concluse il mio machismo mi ha trattenuto dal chiederle se io l’avessi abbastanza piccolo da guadagnarmi il diritto di sodomizzarla. Si contratta il pompino senza preservativo con venuta in bocca per 40.
L’imbosco ha il difetto di essere vicino e il pregio di essere isolato fra le frasche di una stradina di campagna, dunque riparato e anche esteticamente gradevole. Mi piacerebbe valorizzarne il contesto bucolico con più calma.
Non sale in ginocchio sul sedile, resta seduta e si mette al lavoro dopo una rapida rinfrescata con salviettina umida. Effettua un saliscendi di labbra ripetitivo e non particolarmente profondo, con insalivazione sufficiente e aiuto della mano. Se avessi optato per la soluzione coperta non so se avrei sentito granché, ma il contatto diretto con la sua bocca mi fa effetto; stirandomi un po’ e scostandole i capelli me la guardo anche con il mio uccello fra le labbra. Si riscatta sul finale, durante la venuta, quando continua ed anzi intensifica la stimolazione di bocca (e di mano), restando attaccata più di quanto immaginassi, ben oltre l’ultima goccia, per poi liberarsi di tutta la sostanza con uno sputo a portiera aperta.
È stato un incontro avvolto da un’atmosfera enigmatica, dovuta, mi pare di intuire, a qualche tensione/ambiguità sulle postazioni. Mi dice, infatti, che di norma occupa una stazione più avanzata verso la Paullese, ma oggi l’ha dovuta cedere ad una maturona. Aggiunge che lavora anche domani, mentre nei giorni successivi non la ritroverei. Perché? Mistero. Soprattutto, mentre io disimpegno con centimetrica attenzione le manovre per uscire dal nostro rifugio, ammaestrato dalla storia dell’amica di Noviglio finita con il cliente nel fosso, che vedo incombere ai margini anche del sentiero odierno, una macchina non appartenente alle forze dell’ordine, con targa italiana, guidata da una donna, ci ostruisce il passo venendo verso di noi. La mia compagna di viaggio mi toglie dal dubbio che si tratti di lavoratrice della terra che ostinatamente confidi di potersi recare nel suo terreno passando attraverso la mia automobile, visto che la sterrata non offre margini. Rossana esclama, infatti: “noooo! È la ragazza”. Una concorrente? Una residente? Con una vocetta lamentosa da scolara colta in qualche monelleria, esce dalla macchina, si impiglia fra i cespugli e mi abbandona, per salire accanto alla donna, che poi arretra, facendomi con la mano un gesto di cavalleria automobilistica, non so se anche per aver rapito così bruscamente la giovane alle ultime attenzioni del mio amore, e se ne va. Non so neanche se sarebbe stata intenzionata ad interromperci durante le operazioni, posso solo dire che per fortuna avevamo già finito. Sconcertato, noto che nella piazzetta dove avevo caricato Rossana c’è adesso un gruppetto che confabula. Io ho ancora il tempo di fare un paio di giri, per mettere a fuoco la postazione, ma la visione della biondina in nero non si rimaterializza più.