Gnocca forum
Rosaescort
Ordine commenti: Recenti in alto
vicolino
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K+ 6 | K- 6
sono veramente patetici gli articoli usciti recentemente, una visione del mondo stupidamente moralista; tralasciando le situazioni in cui c'è violenza e sfruttamento (lì sono d'accordo affinché vengano represse), perché se vado al cinema a vedere un film e pago un biglietto per entrare sono una persona normale, se invece mi accompagno ad una bella ventenne, in pieno consenso, armonia e complicità, e anche qui pago un 'biglietto' per 'entrare', sono un depravato e un individuo socialmente negativo?? mai capita questa cosa....
denver80
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K+ 176 | K- 392
E' nata prima la donna o la meretrice? Sono nate assieme... Di letteratura del meretricio sono piene le biblioteche.
Cosa c'è di meglio di una girl dolce, carina e magari un po' porcellina?
JoeyRambone
Super Hero (999 post)
K+ 185 | K- 65
Complimenti per la dotta dissertazione del meretricio e dei suoi recensori. k+
megabizzo
Account eliminato
Così su due piedi mi corre anche obbligo di sottolineare la parte preponderante (e troppo spesso sottaciuta) che l'esperienza e la narrazione del meretricio hanno avuto nella letteratura libertina francese del XVIII secolo, brodo primordiale dei philosophes e della cultura illuminista da cui è scaturita la società odierna.
K+ a carnevale per l'ottimo spunto
carnevale
Super Hero (905 post)
K+ 1173 | K- 59
Non leggo né La Repubblica, né L’Espresso, ma sono risalito agli articoli dedicati più o meno recentemente ai forum dei clienti di prostitute dalle discussioni aperte in merito in questa sezione. Quelle delle ultime settimane sono:
http://gnoccaforum.com/esco…
http://gnoccaforum.com/esco…
Io ho trovati gli articoli molto prevedibili in tutto, a partire dallo stereotipo vittimistico della prostituta e dal facile moralismo, che si esaspera nei commenti delle lettrici pseudo-femministe, a proposito dei clienti. En passant, si riporta anche il parere di chi ritiene il puttaniere un uomo di “cultura medio bassa”, cosa di cui ringrazio sentitamente. Non direi, però, che questi articoli, così saturi di un’irritante aria di superiorità, siano sostenuti da chissà quali consapevolezze culturali e che questi giornalisti abbiano molto da insegnare.
Tutti quelli che si scandalizzano perché quanti spendono denaro per fare sesso si confrontano tra loro sulle prestazioni, la bellezza e l’attitudine delle ragazze, ignorano sistematicamente che la scrittura della copula mercenaria ha alle spalle una storia lunghissima, non ha in sé niente di squalificante da un punto di vista culturale ed è passata attraverso l’evoluzione millenaria dei mezzi di comunicazione, dal graffito sui muri alla stampa alla rete.
Vent’anni fa uscì un libro sulle scritture parietarie di Pompei a contenuto erotico (Antonio Varone, “Erotica pompeiana&rdquo. Almeno una divertente recensione pubblicata allora sul Corriere è ancora facilmente reperibile in rete, per averne idea. Non riesco a riportare un collegamento funzionante, ma basta cercare "Pompei meretrici al di là dei secoli" su Google per trovarlo.
Si capisce che i muri della città distrutta nel 79 d.C. erano zeppi di annunci, diremmo oggi, di chi offriva servizi mercenari, con relative tariffe e specialità tecniche, e di testimonianze offerte da chi ne aveva fruito. Si lasciava scritto, senza mezze parole, se in un lupanare si scopava bene o se una certa donna fosse fisicamente gradevole. E queste scritture oggi sono usate dagli studiosi come un documento della lingua, del costume (di una civiltà che perlomeno non conosceva certi odierni bigottismi) e dei livelli di alfabetizzazione.
Molto dopo, nel XVI secolo, per Venezia, che era una delle città più libere d’Europa, esistevano pubblicazioni a stampa, alcune più sobrie altre più aneddotiche, per orientarsi nell’offerta del meretricio (ancora una volta, tanto per cambiare: luoghi, costi, attitudini): una “Tariffa” del 1535 e un “Catalogo de tutte le principal et più honorate cortigiane di Venetia”del 1565 circa.
Che in tutto ciò non ci sia a priori niente di avvilente per la donna, lo dimostra il fatto che fra le censite del “Catalogo” compaia Veronica Franco. Si tratta, infatti, di una delle donne con personalità più spiccata e culturalmente più interessanti del Rinascimento, una prostituta-poetessa che scriveva ai suoi amanti testi la cui ispirazione erotica non era certo manierata, ma frutto dell’esperienza personale del letto (“Or mi si para il mio letto davante/ov'in grembo t'accolsi, e ch'ancor l'orme/serba dei corpi in sen l'un l'altro stante”, o “Forse nel letto ancor ti seguirei/e quivi, teco guerreggiando stesa,/in alcun modo non ti cederei:/ ti verrei sopra, e nel contrasto ardita…” ecc.). Ebbene, per concludere, anche di questa affascinante giovane, che allora aveva circa vent’anni, il “Catalogo” dava alcune delle informazioni di base che continuano ad interessare i nostri scambi telematici di oggi: dove riceveva e per quanto.
Moscarossa