Ormai da qualche tempo non ero più me stesso, non so come spiegarvelo, amici cari, ma una strana indolenza aveva preso il sopravvento sul mio essere giocoso e solare, inchiodandomi sul letto a fissare svogliatamente il soffitto.
Ero talmente amorfo, che all’Ing. Trombetti bastò poco per accorgersi di questo mio anomalo atteggiamento.
Come chi è l’ing. Trombetti?? Eh già, avete ragione, qui siamo sulla “rete nazionale” e non su varie Piemonte, quindi non potete certo sapete chi è questo rompicoxxxxni.
Bene, l’Ing. Valerio Trombetti è un multimiliardario che vive in un villone enorme immerso nelle vigne di Timorasso del basso Piemonte. Una “casetta” di soli 10 mila metri quadri. Io abito lì, praticamente il Trombetti lavora tutto il giorno per procacciare il sostentamento per tutta la “truppa”, mentre io, di notte, esco dalla cassetta degli attrezzi dove mi tiene recluso, per cazzeggiare e scopare al posto suo.
Praticamente sono il suo “servo trombante”.
Vabbè dai, tra noi 88000 non ci sono segreti e ve la voglio proprio dire tutta: l’Ingegnere sono sempre io quando, alla luce del giorno, recito nella commedia tragicomica che è la vita reale.
Detto questo, un bel giorno il Trombetti mi disse: Trapanin, se vai avanti così questa apatia finirà per ucciderti, devi assolutamente reagire e svagarti un po’.
E fu così che all’indomani, per farmi distrarre, mi affidò l’incarico di portare 12 bottiglie di Timorasso al suo amico F. B.
Come? non avete capito un cxxxo? E io che ci posso fare, il regolamento parla chiaro: non si possono fare nomi perché la privacy è sacra!!! Quindi d’ora in poi sarò costretto a “criptare” nomi e luoghi….
Comunque un aiutino ve lo do ugualmente …., allora state attenti: l’amichetto del Trombetti si chiama come il mio Amico con la ritmo arancione, ma più grande; si veste sempre di bianco ma non fa il gelataio bensì è il “sindaco” di uno staterello vicino al Colosseo.
Eddai che siete intelligenti…… e ora avrete capito di sicuro.
Detto fatto, butto quattro stracci nella valigia, salgo sulla Bently del mio benefattore ed assieme all’autista Anfrocio partiamo per Amor.
Anfrocio…. Amor?? Mah….. sarà, ma a me sto cavolo di programma criptatore sembra una cazzata.
Comunque, dopo un estenuante viaggio, passato a mangiar caviale beluga, bere champage e vedere film porno di aiziruaM osidaraP, arrivai a destinazione.
Beh che dire, non sarà certo il villone del Trombetti, ma la “casetta” di F.B. è fin carina, poi l’idea del tetto a forma di uovo di Pasqua non è male.
Scesi dalla Bentley, attraversai il “cortiletto” e dopo aver salutato i portinai, due marcantoni di due metri vestiti da Arlecchino, sallii le scale ed arrivai da F.B.
Ad aprirmi la porta fu sua cugina, Daniela.larossa, una figa spaziale che aveva il compito di far addormentare il padrone di casa leggendogli le "storielle" di Gracia Maquez in lingua originale.
Nonostante il turbamento, che la fulgida bellezza delle cuginetta mi aveva provocato, entrai.
F.B. era lì, in mezzo alla stanza ad attendermi con la sua umile maestosità, mi sorrise e dopo avermi salutato amorevolmente mi prese sottobraccio e mi portò a conoscere i suoi più stretti collaboratori.
E qui, con mia grande sorpresa, scoprii che tutti i miei amichetti desaparecidos erano al servizio dell'Amico del Trombetti: Sempreincamion faceva il suo autista personale, EmmeVice il capo dei servizi segreti, Don Zibello il confidente spirituale, Tornaty il public relation con la comunità asiatica, Trasteverino gli scriveva i discorsi che alla domenica urlava agli altri condomini dalla finestra ……. e in fine c’era Frizzy, che come al solito non faceva un caxxo, ma siccome portava una confusionaria allegria, F.B. aveva deciso di tenerlo ugualmente.
Altro che influenza e dita mozze!!!! St’impuniti avevano capito proprio tutto della vita, e se ne stavano in panciolle a fare una beneamata fava, mentre il povero lueK, Braccato dai multinick, continuava a “tirare la carretta”.
Ora, ognuno è libero di fare ciò che più gli aggrada, ma anche se della parsimonia hai fatto la tua bandiera, offrire ad un tuo ospite un panino con burro, acciughe e fagiolini bolliti come pranzo, mi sembrò un po’ eccessivo. Così, declinai l’invito a cena del Padrone di casa e me ne andai.
Tanto, ero già purtroppo famoso per declinar inviti………

Me ne stavo passeggiando tranquillamente per la “città eterna” (ora ne sono certo, sto programma criptatore fa proprio cagare), quando d’un tratto un soave profumo stuzzicò il mio naso.
Come posseduto, incominciai a seguire quell’invitante richiamo olfattivo, fino a ritrovarmi dinnanzi alla porta dell’interno 84, dove c’erano scritte le seguenti iniziali: S.S.
Mi fu subito chiaro: il celestiale profumino di timballo di patata, prosciutto e formaggio proveniva proprio da lì!
Non è da me, lo so, ma ormai ero stregato e così, con la bava alla bocca, cominciai a bussare come un forsennato urlando: ti prego, chiunque tu sui oltre questa porta, condividi con questo povero affamato una miserevole porzione del tuo delizioso manicaretto.
Dopo poco, una melodiosa vocina mi rispose: ah premio Nobel…. ma quale timballo de patata, sto a lavà le Converse che ce devo annà a ballà!
La delusione culinaria fu cocente, ma ormai il dolce canto di quell’usignolo aveva trafitto il mio cuore.
Non importa mia Cara, le risposi, lasciami entrare, ti voglio parlar d’amor ………..
Mentre ero lì a tubare come una tortorella, arrivò un sms sul mio puttancell. Il messaggio era chiaro e minaccioso: Stai buono Serial, S.S. e robba mia e la tengo chiusa a chiave, nun t’azzardà…..!! Firmato: Kappato.
All’improvviso mi si gelò il sangue nelle vene, era proprio lui il famoso Boss della mala locale Andy K., detto Er Gatto Mammone, per la sua curiosa abitudine di segnare il territorio, urinando sulla porta delle sue fidanzate immaginarie. Un tipo folcloristico, ma sicuramente molto pericoloso.
Fu così che mollai il colpo, e mi fiondai giù dalle scale scappando come un vigliacco.
D’un tratto mi ricordai che ero un Mandrogno e che nelle mie vene scorreva sangue rivoluzionario.
Tornai quindi sui miei passi e, come una fiera sanguinaria, nascosto nell’ombra attesi l’arrivo del mio rivale.
Passarono cinque estenuanti ore da quando la mia preda fu davanti alla porta di S.S.
Come una furia mi avventai su di lui, ingaggiammo una lotta furibonda fatta di urli, schiaffi, pugni e denti che volavano……
Vabbè, ho esagerato un pochino, questa è la versione che al bar racconterò agli altri Mandrogni. Nella realtà le cose sono andate un po' diversamente: di soppiatto uscii dal mio nascondiglio e sferrai uno scappellotto al mio rivale che, con mia sorpresa, si gettò a terra piangendo come un tacchino alla vigilia di Natale.
Ammappetelo che duro sto “micetto”, ci rimasi talmente male della sua reazione che non riuscii ad infierire oltre, e lo lasciai scappare a gambe levate.
Raccolsi da terra le chiavi che erano cadute al kappato ed aprii la “cella”di S.S.
Il silenzio mi avvolse: il mio usignolo stava già dormendo……..
In punta di piedi me ne andai, senza neanche trovare il coraggio di conoscere il suo viso……….
Le lasciai solo un breve messaggio attaccato alle Converse che erano lì, appese ad asciugare.
“oh dolce creatura della notte, ora sei libera!
Torna a librarti nel cielo azzurro ed allietaci col tuo canto soave……..
Ma quanno farai sto caxxo de timballo, manname a chiamà con un piccione viaggiatore…..aò, guarda che ce conto”.
Come al solito mi scuso con gli amici capitolini per il mio pessimo romanesco, abbiate pazienza se di tanto intanto mi arrogo il diritto di abusarne.
Saretta, spero mi perdonerai per averti, un'altra volta, "tirata in ballo", ma si sa che siamo qui solo per scherzare.........