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L'attesa di Max cessò di essere tale alla ricezione del messaggio di Annabelle che annunciava il suo ritorno. Rispose che quasi non ci sperava più, e che credeva di dovere attendere nuovamente un paio di anni. Lei replicò prendendolo in giro; lui chiuse la chat e la chiamò al telefono. Dopo una buona mezz'ora di conversazione convennero che era meglio combinare un incontro “e non solo per salutarci” precisò Annabelle. Il giorno prestabilito Annabelle era insolitamente puntuale … e usualmente elegante: un abito bianco dal taglio a clessidra, un corto giacchino nero in pelliccia semplicemente annodato sul davanti con un grosso fiocco di raso, scarpe a tronchetto Cesare Paciotti. Al collo portava una collana con un ciondolo quadrato sul quale spiccava la medusa di Versace, il suo stilista preferito. Sorrisero, si abbracciarono e si diedero la mano come vecchi amici a una rimpatriata, battendo il cinque. Welcome back ... pensò Max mentre Annabelle saliva sulla sua auto. “Andiamo a bere qualcosa prima di recarci in albergo ? Ho pure finito le sigarette”.
Passarono davanti al motel senza rallentare, proseguendo per un paio di chilometri; si fermarono davanti al bar del paese vicino.
La loro presenza non passò inosservata; Max, che ci aveva ormai fatto il callo, commentò sarcastico guardando Annabelle negli occhi “Secondo te questi la vedono almeno il giorno di Natale ? Da come ti guardano sembrerebbe di no. Sfigati ...” Lei rise divertita e si calò nella parte “No, no … questi non la vedono proprio, neppure a Natale e a Capodanno.”
Dopo un caffè, un succo d'ananas e una Marlboro Gold erano sulla via del ritorno verso l'albergo.
Giunti in camera Annabelle si spogliò completamente per indossare un miniabito nero molto aderente, con intagli che scoprivano una parte del seno. Seduta sul letto si stava infilando un paio di calze autoreggenti “Accidenti … ma che cavolo !” una lunga smagliatura era apparsa sulla calza sinistra: un fatto imperdonabile per una perfezionista come lei. Max rise divertito, la fece alzare e la osservò senza dire nulla, incerto di cosa sarebbe accaduto. Stava gustando la sensazione intensa di quello che chiamava momento boomerang: l'istante di panico che precede la certezza della felicità. “Se mi guardi così mi vengono i brividi.” disse Annabelle prendendogli la mano e accostandola alle sue braccia. La abbracciò e fece scorrere le mani lungo il corpo, fermandosi all'altezza dei fianchi “Sei dimagrita parecchio. Vedi, io trovavo quei due o tre chili che prima avevi proprio qui molto seducenti, ti rendevano un poco più morbida.” “Ma sono bella anche così, non trovi ?”  Iniziarono a fare l'amore prendendosi tutto il tempo che occorreva, senza fretta, andando a ripercorrere le loro posizioni preferite, compresa quella alla scrivania “Vedo che alla dottoressa serve un ripasso.” scherzò Max.
Mentre cambiava posizione, notò che si era guardata allo specchio, aveva spostato i capelli di lato con un gesto rapido, quasi furtivo, e si era data una aggiustatina al miniabito sul seno. Max non si fece sfuggire l'occasione di stuzzicare Annabelle “Ti piace guardarti ? Ti eccita ? Ami sentirti sexy.” “Non ti sfugge nulla, accidenti” replicò lei ”diciamo che ho un buon rapporto con la mia immagine e non provo vergogna a guardarmi nuda o vestita in modo provocante, come in questo momento.” La curiosità di Max era salita, incontrollabile “Ah sì … e cosa vedi in questo momento ?” “Vedo una gran figa.” chiuse il discorso Annabelle mentre avvicinava le labbra al pene di Max e lo prendeva in bocca per metà. Lui le strinse il seno tra le mani e la lasciò proseguire “Io invece vedo una troietta vanitosa.” Per tutta risposta Annabelle mise le gambe parallele al suo corpo, rivolte verso il viso di lui, le allargò leggermente a lo pregò di masturbarla “Muovi il dito dentro e fuori, scopami anche così.”
Fu una delle rare volte che persero totalmente il senso del tempo. Quando erano al culmine dell'eccitazione Max la prendeva nella posizione classica ma efficace del missionario o in una sua variante, con lei che spesso restava a gambe aperte o sollevate e muoveva il bacino in sincrono. Alla fine Max non poté resistere oltre e venne, anzi, vennero insieme come poche altre volte era accaduto.
“Che scopata da urlo ...” fu il primo commento di lei. “Sincronizzati come due cronometri svizzeri.” replicò lui. “Senti il mio cuore, sembra scoppiare; sapevo che dopo tutto questo tempo sarebbe stato così intenso e non vedevo l'ora che succedesse di nuovo. Con te è sempre così !” Quelle parole dette in un fiato e senza alcuna pausa fecero scattare in lui un meccanismo di autodifesa. Al momento sono sensazioni gratificanti, dopo fanno male. Max lo riferì in modo duro e senza giochi di parole “Non dire queste cose, mi fanno star male.” “Ma è così, non so neppure quante volte ho goduto … ” replicò Annabelle in un sussurro che si spense sull'ultima parola. Max si alzò dal letto e si infilò sotto la doccia, nella inconscia speranza di lavarsi di dosso, insieme al sudore, il senso ambiguo e distruttivo di quelle parole. Si asciugò e si rimise a letto accanto alla donna “Sai, ho letto qualcosa di scientifico o presunto tale sull'orgasmo simultaneo. Qualcuno lo chiama The Holy Grail of sex ed è così raro per ragioni fisiologiche; sembra che l'uomo e la donna non siano stati fatti per venire insieme.” Ai fini della procreazione tutto questo era superfluo, ma quando accade è come essere entrambi collegati a un cavo elettrico mentre qualcuno schiaccia l'interruttore. “A me non era mai successo” disse Annabelle con un tono disarmante, più da bambina che da donna qual'era “neppure con il mio ex ragazzo. Eravamo giovani, ma forse lui non era abbastanza bravo. Per questo preferisco gli uomini maturi, che sanno... come fare.”
“Ora che ci penso” concluse Max prima di cominciare a rivestirsi “non mi hai mai scopato in calze e reggicalze. E' una lacuna che prima o poi dovremo colmare.” Annabelle annuì sorridendo, accese una sigaretta e si spostò in bagno. Max prese un posacenere dal comodino e la seguì “Guarda come sono gentile; ti ho aperto la portiera dell'auto e ti rincorro con il posacenere. Oggi mi sento così … “ “Meno stronzo del solito ?” disse lei.
Sì, erano entrambi in piena sintonia e c'erano tutte le premesse per altri incontri da vivere intensamente. E pericolosamente.
Dopo oltre due ore passate a letto decisero che non potevano rimandare ulteriormente i rispettivi impegni della giornata. C'era giusto il tempo per pranzare insieme, e anche lì Annabelle si rivelò in piena forma, contestando al cameriere la qualità del vino e ridendo e scherzando per tutto il tempo. Max la assecondò, mantenendo un profilo basso e gustando ogni sua singola parola, forse più delle portate di pesce che approdarono al loro tavolo. La qualità del vino non era al top, ma l'effetto c'era – eccome ! Lasciarono il ristorante e Max la riaccompagnò alla macchina. “Vieni” - disse Annabelle indugiando “facciamo due passi fino a quel negozio.” La merce esposta si rivelò di categoria molto bassa e deluse entrambi. “Non crederai che gli altri si fanno delle scopate del genere ? Non se le sognano nemmeno, credimi.” continuò a sorpresa Annabelle. “Se lo dici Tu ...” tagliò corto Max.
Qualche minuto e qualche bacio dopo, salirono sulle rispettive autovetture. Si trovarono vicini, immersi nel traffico, in attesa del semaforo verde. Annabelle suonò il clacson e gli mandò un bacio plateale. Lui gesticolò indicando l'orologio e strofinando il pollice e l'indice; gli occupanti delle vetture intorno osservavano attoniti, senza capire.
Al verde presero direzioni opposte: una metafora delle loro vite.
La giornata lavorativa terminò, e Max andò a leggere divertito i messaggi che le aveva inviato Annabelle, chiedendo tra le altre cose se l'aveva mai fatto in aereo. No, rispose, voli sempre affollati e scarsa igiene nella toilette erano sempre stati un valido deterrente. Neppure io, replicò lei, chissà com'è. Piano B – attaccò Max : ti metti un abitino da hostess e facciamo un test. Allegò alcune foto prese al volo da siti internet specializzati in costumi e ravestimenti. Annabelle non ci mise molto a scegliere: ci sono questi due che sono davvero sexy, comincio a bagnarmi … Le dita di Max corsero rapide alla tastiera del computer: aprì il browser in modalità privata, digitando la stringa di ricerca h-o-s-t-e-s-s-s-e-x-y. Era tempo di fare shopping online.
Dopo decise di concludere ascoltando l'unica eredità che gli aveva lasciato Iside - una studentessa brasiliana che aveva avuto modo di conoscere un pomeriggio di alcuni mesi prima. Indossò un paio di cuffie in-hear di alta qualità, portò il volume a tre quarti e sfiorò l'icona dell'iPod. Si smarrì sulle note di Rebirth, un brano del gruppo rock Angra, gustando l'intera canzone, gli arpeggi di chitarra, ma soprattutto le strofe finali: Ride the winds of a brand new day, Found the hope and pride again, Rebirth of a man … Time to fly.