Quando, in perlustrazione, me la sono trovata a sinistra, sulla corsia opposta alla mia, ho messo a fuoco subito che era la ragazza recensita in questa discussione. Peraltro di lei avevo letto anche in http://gnoccaforum.com/esco…
Come è stato detto, lei staziona in via Teodosio, angolo via Vallazze, dopo il semaforo, a destra procedendo da Città Studi verso piazza Sire Raul, 45.484927, 9.230039. Non l’avevo mai incrociata prima, e pare in effetti che non ci sia proprio tutte le sere.
Si va a casa sua per i soliti 50 euri per la prestazione-base coperta. D’altra parte non è che ci fossero molte alternative da contemplare: niente anale, niente orale scoperto, niente servizio in macchina (non aveva nemmeno con sé i preservativi). Non limona.
Parcheggio disponibile sotto casa ma non a norma di codice della strada. L’appartamento, spoglio ma pulito e ben riscaldato, si trova, mi è parso, ad un secondo piano, servito solo da scale. Si occupa un ampio vano polifunzionale, con lettone, area-cucina, area-salotto.
Dei dati personali aggiungo solo l’età dichiarata: 22 anni.
Integro anche i dati antropometrici, sulla base della sua autocertificazione. Statura: 161 cm; peso: 45 kg; seno: prima, ma bello e con capezzoli rilevati. Capelli castani lunghi sulla schiena, occhi azzurri, con affascinante stacco sulla carnagione scura. Viso carino, un ovale lungo, dunque con una leggera sproporzione delle prevalenti linee verticali. Nel complesso è un bel corpo, con qualche connotato ancora adolescenziale, perché è tutto proporzionato, solo il culetto risulta un po’ striminzito, almeno per me che lì amo la rotondità piena e soda, non debordante ovvio, delle ragazze della sua età fisicamente in forma. Pube depilato con leggera ricrescita.
Non so perché non ha voluto che la spogliassi io, quindi abbiamo fatto ognuno per conto proprio. Mi ha fatto accomodare sul letto. Lì mi ha raggiunto e abbiamo cominciato. Il pompino è molto lento, come è stato detto, ma io l’ho trovato pregevole proprio per questo, ed è la parte che ho gradito di più della prestazione. Cioè sembra, una volta tanto, un trattamento non destinato a suscitare l’immediato raggiungimento del limite da parte del cliente, per spacciarlo con quattro colpi appena si passa alla scopata, ma è finalizzato al suo piacere. Offre in sostanza un rilassato e dolce saliscendi interrotto a tratti da un stimolazione a tamburello effettuata con la lingua sulla cappella, trattenendola in bocca. L’insalivazione è abbondante, sicché io mi eccitavo seguendo la traiettoria delle gocce che, al rallentatore, calavano lungo l’asta. So bene che a molti piace un trattamento più energico o più vario, ma un altro pregio di Yasmin/Jasmine è che cerca di esaudirti nelle richieste. Le chiedo di guardarmi e mi fissa provando ad essere maliziosa; le chiedo di farmi sentire un pochino i denti e, con un sorriso, mi riserva una scossa più intensa, e via personalizzando.
Quando si passa alla seconda fase, siccome ricordavo l’incidente esposto nel racconto che mi precede, ho optato per una posizione attiva, la pecorina. Prima l’uno dietro l’altro in ginocchio sul letto, poi lei adagiata sulla pancia e io sopra. Ho avuto anch’io la sensazione che, forse proprio anatomicamente, la penetrazione presenti qualche difficoltà. In ginocchio, però, non c’era scampo, sono entrato delicatamente e, colpo dopo colpo, mi ha assecondato mentre affondavo. Sdraiati invece lei manteneva un certo grado di inclinazione, sul fianco, che per me era scomodo e rischiava di farmi uscire almeno parzialmente. Comunque ho gioiosamente concluso, sdraiato sul suo corpo e mani sul suo seno, e lei mi ha ricambiato con un tantino di coinvolgimento e una misurata simulazione.
Ha una comunicativa eccezionale. Che sia estroversa e simpatica lo si capisce subito, ma nel prosieguo dell’incontro ho avuto modo di scoprire anche la sua profondità. È portata a cercare un dialogo ricco (anche facendo domande che altri potrebbero trovare indiscrete: famiglia, amori e lavoro) e ho notato che ha delle originali attenzioni psico-astrologiche verso le persone. Per evitare che stavolta Kraven1 si decida a mandarmi definitivamente a quel paese (!), giuro che non le ho chiesto io il segno zodiacale; lei l’ha chiesto a me per prima e poi ha parlato, con semplicità ma anche cognizione di causa, dei caratteri. L’italiano è buono, arriva a sorprenderti con certe espressioni (all’uscita di casa torna indietro per verificare di aver chiuso la porta e mi chiede: “sei paranoico anche tu”?). Il suo francese è ancora migliore, tanto che, non conoscendo l’inglese, lo preferisce per parlare di cose che la impegnino di più sul piano lessicale. In particolare la chiacchierata del ritorno si è svolta imprevedibile e lontanissima dal perimetro di banalità che spesso accompagnano questi incontri.
Non nascondo che l’impulso che, dopo averla vista, mi ha fatto fare inversione in via Teodosio e tornare da lei era un fatto meramente mentale, una fantasia letteraria: aver letto qui che si presenta come di Istanbul. Poi vai a sapere, ma insomma anche l’immaginazione vuole la sua parte. Avrebbe potuto andare male anche a me, come a Fan, ma per una volta.... Penso infatti che in molti puttanieri covi il mito di don Giovanni, nel mio caso non nel desiderio di emulare le doti di seduttore dell’inarrivabile cavaliere, ma nella rincorsa al numero iperbolico delle sue donne e alla varietà infinita del suo catalogo di tipi e nazionalità (e lui era più fortunato di noi perché non aveva a che fare con le ragazze di strada che la truccano). La seduzione è una vanità che non mi interessa più da tempo (uso i soldi). La varietà sì, pur con molti e ragionevoli distinguo. Il numero ormai è proprio uno degli inneschi del mio desiderio sessuale. E il don Giovanni della fantasia di Da Ponte e Mozart aveva avuto non solo innumerevoli donne in Europa, ma ben 91 in Turchia. E io, finora, nessuna! 91 a 0: che umiliazione! Mi sono fatto avanti, allora, per poter dire: almeno una nella carriera. Poi però la persona di Yasmin/Jasmine ha riempito della sua singolarità questa astrazione, ha instaurato un clima che è andato oltre le mie aspettative verso questi momenti di erotismo e ricreazione, mi fatto pure dimenticare il proposito originario e il conseguente terzo grado volto ad accertare se fosse turca della metropoli o piuttosto di qualche ben noto ex satellite dell’età ottomana, magari balcanico… Tutto il resto è venuto di conseguenza e anche il sesso è risultato per me appagante nonostante la programmatica limitatezza dell’offerta. Come sempre, grazia dell’inquietudine del numero che me l’ha fatta conoscere e dannazione dell’inquietudine del numero che forse non me la farà incontrare più.
Come è stato detto, lei staziona in via Teodosio, angolo via Vallazze, dopo il semaforo, a destra procedendo da Città Studi verso piazza Sire Raul, 45.484927, 9.230039. Non l’avevo mai incrociata prima, e pare in effetti che non ci sia proprio tutte le sere.
Si va a casa sua per i soliti 50 euri per la prestazione-base coperta. D’altra parte non è che ci fossero molte alternative da contemplare: niente anale, niente orale scoperto, niente servizio in macchina (non aveva nemmeno con sé i preservativi). Non limona.
Parcheggio disponibile sotto casa ma non a norma di codice della strada. L’appartamento, spoglio ma pulito e ben riscaldato, si trova, mi è parso, ad un secondo piano, servito solo da scale. Si occupa un ampio vano polifunzionale, con lettone, area-cucina, area-salotto.
Dei dati personali aggiungo solo l’età dichiarata: 22 anni.
Integro anche i dati antropometrici, sulla base della sua autocertificazione. Statura: 161 cm; peso: 45 kg; seno: prima, ma bello e con capezzoli rilevati. Capelli castani lunghi sulla schiena, occhi azzurri, con affascinante stacco sulla carnagione scura. Viso carino, un ovale lungo, dunque con una leggera sproporzione delle prevalenti linee verticali. Nel complesso è un bel corpo, con qualche connotato ancora adolescenziale, perché è tutto proporzionato, solo il culetto risulta un po’ striminzito, almeno per me che lì amo la rotondità piena e soda, non debordante ovvio, delle ragazze della sua età fisicamente in forma. Pube depilato con leggera ricrescita.
Non so perché non ha voluto che la spogliassi io, quindi abbiamo fatto ognuno per conto proprio. Mi ha fatto accomodare sul letto. Lì mi ha raggiunto e abbiamo cominciato. Il pompino è molto lento, come è stato detto, ma io l’ho trovato pregevole proprio per questo, ed è la parte che ho gradito di più della prestazione. Cioè sembra, una volta tanto, un trattamento non destinato a suscitare l’immediato raggiungimento del limite da parte del cliente, per spacciarlo con quattro colpi appena si passa alla scopata, ma è finalizzato al suo piacere. Offre in sostanza un rilassato e dolce saliscendi interrotto a tratti da un stimolazione a tamburello effettuata con la lingua sulla cappella, trattenendola in bocca. L’insalivazione è abbondante, sicché io mi eccitavo seguendo la traiettoria delle gocce che, al rallentatore, calavano lungo l’asta. So bene che a molti piace un trattamento più energico o più vario, ma un altro pregio di Yasmin/Jasmine è che cerca di esaudirti nelle richieste. Le chiedo di guardarmi e mi fissa provando ad essere maliziosa; le chiedo di farmi sentire un pochino i denti e, con un sorriso, mi riserva una scossa più intensa, e via personalizzando.
Quando si passa alla seconda fase, siccome ricordavo l’incidente esposto nel racconto che mi precede, ho optato per una posizione attiva, la pecorina. Prima l’uno dietro l’altro in ginocchio sul letto, poi lei adagiata sulla pancia e io sopra. Ho avuto anch’io la sensazione che, forse proprio anatomicamente, la penetrazione presenti qualche difficoltà. In ginocchio, però, non c’era scampo, sono entrato delicatamente e, colpo dopo colpo, mi ha assecondato mentre affondavo. Sdraiati invece lei manteneva un certo grado di inclinazione, sul fianco, che per me era scomodo e rischiava di farmi uscire almeno parzialmente. Comunque ho gioiosamente concluso, sdraiato sul suo corpo e mani sul suo seno, e lei mi ha ricambiato con un tantino di coinvolgimento e una misurata simulazione.
Ha una comunicativa eccezionale. Che sia estroversa e simpatica lo si capisce subito, ma nel prosieguo dell’incontro ho avuto modo di scoprire anche la sua profondità. È portata a cercare un dialogo ricco (anche facendo domande che altri potrebbero trovare indiscrete: famiglia, amori e lavoro) e ho notato che ha delle originali attenzioni psico-astrologiche verso le persone. Per evitare che stavolta Kraven1 si decida a mandarmi definitivamente a quel paese (!), giuro che non le ho chiesto io il segno zodiacale; lei l’ha chiesto a me per prima e poi ha parlato, con semplicità ma anche cognizione di causa, dei caratteri. L’italiano è buono, arriva a sorprenderti con certe espressioni (all’uscita di casa torna indietro per verificare di aver chiuso la porta e mi chiede: “sei paranoico anche tu”?). Il suo francese è ancora migliore, tanto che, non conoscendo l’inglese, lo preferisce per parlare di cose che la impegnino di più sul piano lessicale. In particolare la chiacchierata del ritorno si è svolta imprevedibile e lontanissima dal perimetro di banalità che spesso accompagnano questi incontri.
Non nascondo che l’impulso che, dopo averla vista, mi ha fatto fare inversione in via Teodosio e tornare da lei era un fatto meramente mentale, una fantasia letteraria: aver letto qui che si presenta come di Istanbul. Poi vai a sapere, ma insomma anche l’immaginazione vuole la sua parte. Avrebbe potuto andare male anche a me, come a Fan, ma per una volta.... Penso infatti che in molti puttanieri covi il mito di don Giovanni, nel mio caso non nel desiderio di emulare le doti di seduttore dell’inarrivabile cavaliere, ma nella rincorsa al numero iperbolico delle sue donne e alla varietà infinita del suo catalogo di tipi e nazionalità (e lui era più fortunato di noi perché non aveva a che fare con le ragazze di strada che la truccano). La seduzione è una vanità che non mi interessa più da tempo (uso i soldi). La varietà sì, pur con molti e ragionevoli distinguo. Il numero ormai è proprio uno degli inneschi del mio desiderio sessuale. E il don Giovanni della fantasia di Da Ponte e Mozart aveva avuto non solo innumerevoli donne in Europa, ma ben 91 in Turchia. E io, finora, nessuna! 91 a 0: che umiliazione! Mi sono fatto avanti, allora, per poter dire: almeno una nella carriera. Poi però la persona di Yasmin/Jasmine ha riempito della sua singolarità questa astrazione, ha instaurato un clima che è andato oltre le mie aspettative verso questi momenti di erotismo e ricreazione, mi fatto pure dimenticare il proposito originario e il conseguente terzo grado volto ad accertare se fosse turca della metropoli o piuttosto di qualche ben noto ex satellite dell’età ottomana, magari balcanico… Tutto il resto è venuto di conseguenza e anche il sesso è risultato per me appagante nonostante la programmatica limitatezza dell’offerta. Come sempre, grazia dell’inquietudine del numero che me l’ha fatta conoscere e dannazione dell’inquietudine del numero che forse non me la farà incontrare più.
