Caterina copre il turno notturno a Mombretto, la si ritrova in via Pinturicchio, sulla destra, poco prima dello sbocco della via sulla Cerca, coordinate 4 5 . 4 2 3 1 3 9 , 9 . 3 6 9 5 7 8, che consentono di visualizzare la cancellata davanti alla quale sosta.
È alta uno e sessantacinque, mediamente carina, bionda, capelli raccolti da piccola coda sulla nuca, occhi azzurri, fisicamente ben piantata, viso paffuto, ma non tondo, un po’ squadrato piuttosto, coscia tornita, messa bene in mostra da minigonna combinata con scarpe nere basse con tacco.
Chiede 20 euri per il pompino e 30 per il boccafiga coperti, culo indisponibile, “perché fa male”, servizi scoperti non contemplati, prestazione in albergo a 100 euri ma per sola mezz’ora e possibilità di venire una volta sola (pur trattandosi di una situazione che non mi interessa, non posso non rilevare l’irragionevolezza, direi l’incomprensibilità, della richiesta). Mi accontento del pompino di prova.
Dice di essere bulgara, 27 anni, certo non ha il profilo di una ragazzina. Nel complesso ha una comunicativa simpatica, sorride e conversa. Mi racconta anche di essere in Italia da molti anni, mentre sottolinea di fare questo lavoro da poco, penso quasi a rimarcare che non è una meretrice nata, come quando mi vuole far capire che non simula e non si lascia andare: per carità, per me ognuna può raccontare se stessa come vuole, però io ho avuto l’impressione che per contro un po’ più di maialaggine congenita le avrebbe donato.
Si consuma in un largo parcheggio condiviso con altra ragazza (e altro cliente), non un parcheggio condominiale, ma che comunque fronteggia delle villette, sicché Caterina non vuole nemmeno che tenga la lucetta dell’abitacolo accesa per vederla che succhia, temo quindi che la pecorina al vento (e quella sera c’era un bel vento invitante!) potrebbe essere un’imprudenza.
La tecnica orale è modesta, non pessima: cioè il pompino non si è sviluppato come l’ouverture di un approfondimento che, francamente, fra troppe limitazioni, penso di non condurre, però sia chiaro che non siamo ai livelli di quello che ho dovuto raccontare la settimana scorsa. Non si spoglia e io divago per quello che riesco soprattutto fra cosce e culo. Me lo seppellisce nel sacchettino alla fragola subito. Si aiuta con la mano e, a dire il vero, per completare l’erezione le devo dare una mano (non metaforicamente) anch’io. Il su e giù è ripetitivo, ma perlomeno non supersonico. Una certa sensibilità la trasmette, probabilmente perché insaliva abbastanza o perché preme anche con la lingua. Al momento dell’eiaculazione me lo strizza energicamente con la mano come per farmi scaricare ogni goccia.
È alta uno e sessantacinque, mediamente carina, bionda, capelli raccolti da piccola coda sulla nuca, occhi azzurri, fisicamente ben piantata, viso paffuto, ma non tondo, un po’ squadrato piuttosto, coscia tornita, messa bene in mostra da minigonna combinata con scarpe nere basse con tacco.
Chiede 20 euri per il pompino e 30 per il boccafiga coperti, culo indisponibile, “perché fa male”, servizi scoperti non contemplati, prestazione in albergo a 100 euri ma per sola mezz’ora e possibilità di venire una volta sola (pur trattandosi di una situazione che non mi interessa, non posso non rilevare l’irragionevolezza, direi l’incomprensibilità, della richiesta). Mi accontento del pompino di prova.
Dice di essere bulgara, 27 anni, certo non ha il profilo di una ragazzina. Nel complesso ha una comunicativa simpatica, sorride e conversa. Mi racconta anche di essere in Italia da molti anni, mentre sottolinea di fare questo lavoro da poco, penso quasi a rimarcare che non è una meretrice nata, come quando mi vuole far capire che non simula e non si lascia andare: per carità, per me ognuna può raccontare se stessa come vuole, però io ho avuto l’impressione che per contro un po’ più di maialaggine congenita le avrebbe donato.
Si consuma in un largo parcheggio condiviso con altra ragazza (e altro cliente), non un parcheggio condominiale, ma che comunque fronteggia delle villette, sicché Caterina non vuole nemmeno che tenga la lucetta dell’abitacolo accesa per vederla che succhia, temo quindi che la pecorina al vento (e quella sera c’era un bel vento invitante!) potrebbe essere un’imprudenza.
La tecnica orale è modesta, non pessima: cioè il pompino non si è sviluppato come l’ouverture di un approfondimento che, francamente, fra troppe limitazioni, penso di non condurre, però sia chiaro che non siamo ai livelli di quello che ho dovuto raccontare la settimana scorsa. Non si spoglia e io divago per quello che riesco soprattutto fra cosce e culo. Me lo seppellisce nel sacchettino alla fragola subito. Si aiuta con la mano e, a dire il vero, per completare l’erezione le devo dare una mano (non metaforicamente) anch’io. Il su e giù è ripetitivo, ma perlomeno non supersonico. Una certa sensibilità la trasmette, probabilmente perché insaliva abbastanza o perché preme anche con la lingua. Al momento dell’eiaculazione me lo strizza energicamente con la mano come per farmi scaricare ogni goccia.