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sniper63
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Sam si era sempre domandato come fosse la sessualità di certe donne super avvenenti. La risposta più semplice, e logica, sarebbe stata: come quella di tutte le altre, stesse esigenze e stesse aspettative. Ma nell'immaginario collettivo, e nella testa di Sam, qualche perplessità era rimasta. In quel momento il riscontro a tale amletico dubbio si trovava sotto di lui; più precisamente potremmo dire che Sam era profondamente “dentro” la risposta che aveva a lungo cercato.
La voce di Lyn lo distolse da quei pensieri &ldquoai non fermarti … sto godendo ancora … aaahhh”.
Andiamo con ordine: una telefonata non allunga certo la vita, ma qualche volta la può cambiare in meglio.
Per Sam la giornata era iniziata nel peggiore dei modi. Un sonno agitato e la decisione di alzarsi prima dell'alba, per buttarsi a capofitto nel lavoro e scacciare la rabbia e il nervosismo che lo avevano pervaso. Per dirla tutta: un vera giornata no. Almeno fino a quando aveva ricevuto un messaggio di Lyn che diceva semplicemente “Ci vediamo oggi ?”. Senza pensarci troppo aveva risposto di essere talmente arrabbiato che incontrarsi non lo trovava una buona idea. Grave errore. Prima di declinare un invito da parte di una bionda bella, volubile e suscettibile come Lyn era bene pensarci attentamente. In convalescenza da circa due settimane per un piccolo intervento, Lyn non prese affatto bene il rifiuto: gli rispose di essere disposta a vederlo da qualche parte, anche in un centro commerciale – perché era San Valentino. E che se non fosse riuscita a guidare l'auto, si sarebbe fatta accompagnare, pur di incontrarlo.
Quelle parole ebbero su Sam l'effetto di un ciclone: più si sforzava e più non capiva.
Un centro commerciale ? Mica dovevano fare la spesa insieme. San Valentino ? O mio Dio, che stava succedendo ? Lei lo chiamò al telefono dopo pochi minuti, ricordandogli che quella era la prima giornata che, a detta del chirurgo, sarebbe potuta uscire. Sam mise da parte il pessimo umore e accettò l'invito.
Si incontrarono dopo circa un'ora. Ebbene sì: nel parcheggio di un centro commerciale, ma almeno Lyn arrivò con la propria auto guidando in qualche modo, in punta di dita. L'abbigliamento elegante e sensuale aveva ceduto il posto a qualcosa di più comodo e casual: un paio di jeans neri, un ampio maglione in lana dal collo alto, giacca in piumino e un cappellino in morbido pile di colore rosa. Sam si informò su come procedeva la convalescenza, che sarebbe durata ancora una quindicina di giorni “Va meglio; come ti ho detto appena risvegliata dall'anestesia pensavo a te e a quanto ci siamo divertiti l'ultima volta che siamo visti, prima dell'intervento. Una cosa surreale. Dopo ho sofferto molto, soprattutto durante la prima settimana.” Lyn precisò che aveva chiesto al medico se poteva fare sesso, ricevendo una risposta moderatamente positiva (in teoria sì, ma con molta attenzione).
Sam fece due più due e concluse che non capita tutti i giorni di essere precettato da una bella bionda in crisi da astinenza sessuale. Per questo ringraziò nella sua mente San Valentino e tutti gli altri Santi, compreso Santo Versace, Armani, Dolce & Gabbana. Mentre guidava verso un motel, Lyn lo riportò con i piedi per terra “Non ho portato la borsetta! Niente portafoglio, niente patente e … niente documenti. Speriamo ci diano lo stesso una camera.” Ma accidenti, ti pareva che qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, rimuginò mentalmente Sam. Mentre Lyn propinava qualche scusa per l'assenza di documenti, Sam stava in chat telefonica con un caro amico. Digitò l'ultimo whatsapp: “Questa la scopo senza pietà anche se è convalescente … se ci danno una stanza.”
Lyn uscì dalla reception con un sorriso eloquente. E le chiavi nella mano.
Arrivati in camera, Sam la aiutò a spogliarsi; il seno spettacolare della donna restò confinato nel reggiseno avvolgente in microfibra lucida dai riflessi dorati che le aveva regalato pochi mesi prima. Seno a parte, c'era tutto il resto, a cominciare dalla sottile striscia di peli pubici che lui chiamava “pista di atterraggio”. Una volta a letto non ci volle molto a capire che non sarebbero stati necessari lunghi preliminari o sex toys. Aveva appena iniziato a masturbarla quando Lyn annunciò trionfale “Si sta già bagnando, vieni sopra di me e scopami.”
Il primo round durò meno del previsto: Lyn raggiunse rapidamente l'orgasmo. Subito dopo Sam sentì le sue gambe stringersi intorno alla vita. Lo invitò a restare dentro di lei “Non smettere; continua che arrivo un'altra volta.” Il secondo round fu ancora più appagante; la sensibilità era al massimo e le sensazioni che ricevette Lyn furono ancora più forti e intense, al pari dell'orgasmo che ne seguì. Questa volta lo lasciò andare e rimasero coricati vicini, abbracciati. Di lì a pochi minuti Lyn chiese a Sam se avesse problemi per il tris, come lo chiamava lei. Nessun problema, replicò Sam; desiderava mantenere la promessa di scoparla senza pietà, e così fece, invitandola a toccarsi mentre la penetrava con forza. Certe posizioni erano ancora troppo dolorose; Sam ne era consapevole e cercò di indirizzarla, in modo da non cagionare ulteriori sofferenze oltre a quelle già patite nelle ultime settimane. Lyn lo tenne informato per tutto il tempo, con frasi del tipo “dai ... ci sono quasi” , “vieni dentro di me” e altre amenità del genere che resero il rapporto molto gratificante e dall'esito, mai scontato, di un orgasmo travolgente per entrambi.
“O Dio … Dio … questa sì che è una scopata. Da urlo.” fu il commento finale di Lyn mentre cercava di riprendere fiato. “Ma noi come ci siamo trovati ?” aggiunse. “Un pezzetto alla volta.” rispose Sam, riflettendo sul fatto che si conoscevano da parecchi anni. “E' vero. C'è voluto tempo per arrivare a questo.”
Quando si furono rimessi in sesto, e rivestiti, l'idea migliore di Sam fu quella di accompagnarla in una pasticceria artigianale, dove si rimpinzarono di dolci come due bambini affamati. Fu una piccola sorpresa per Sam: non avrebbe mai pensato che una donna così attenta alla forma fisica e alla linea potesse indulgere in simili debolezze. Ripensando alle volte che avevano pranzato o cenato insieme, Lyn aveva chiaramente rivelato di apprezzare il buon cibo e di essere una buona forchetta. La avvertì dei pericoli che la sua linea stava correndo, ma Lyn replicò maliziosa che ci avrebbe pensato lui a farla dimagrire.
Quel giorno aveva finalmente conosciuto qualcuno dei lati nascosti di Lyn: la sua vulnerabilità, ciò che la rendeva più umana, più simile alle altre donne meno belle, meno ricercate, meno desiderate.
Mentre la osservava mangiare, nella sua testa risuonava una cover dei Late Night Alumni: Here am I – explaining why I care … Still feel the world of you … Still want the rest of you … Still feel the best is yet to come. Alla fine dello spuntino ipercalorico Lyn si fece incartare una confezione di praline di cioccolato e cocco, da portare a casa. Era pomeriggio inoltrato, il sole era ormai sparito quando uscirono dalla pasticceria. Sam le domandò se il loro rapporto potesse ancora migliorare: tutte le volte che pensava di avere raggiunto il limite, accadeva qualcosa che indicava che il meglio doveva ancora arrivare. Avrebbero mai trovato una risposta a quella domanda ? Avrebbe voluto chiedere a Lyn perché, tra le decine di numeri di altri uomini che teneva nella rubrica telefonica, quel giorno avesse composto proprio il suo.
Non era sicuro di volere conoscere la risposta.
“Ho già conosciuto il resto di Te; per oggi può bastare.” Con quel pensiero in mente la osservò, silenzioso, mentre saliva in macchina per essere riaccompagnata verso casa.