Prima di lasciarvi vi volevo proporre un analisi dell’evoluzione tra noi sud Europa e il grande Nord
Buona Lettura (sperando di non urtare la vostra sensibilità ?) :
Un sensibilissimo indicatore economico è costituito dall’onorario richiesto dalle prostitute per un incontro.
Quanto più il sistema economico tira, tanto più gli onorari diventano consistenti ed i guadagni salgono.
Quando il sistema economico regredisce, gli onorari si contraggono, e con essi i guadagni.
Si innesca anche un meccanismo perverso: continuano a lavorare bene solo quelle belle. Le altre sono costrette a diminuire le proprie pretese. Aumenta il numero delle femmine desiderose di integrare il bilancio familiare. Il numero di femmine irate si ingigantisce.
Un altro sensibile indicatore economico è la numerosità delle prostitute autoctone. In tempi floridi la prostituzione in un bordello rende meno di quella privata. I casini sono così costretti ad importare mano d’opera, per quanto specializzata. Durante la crisi succede l’opposto. Così come quando la sicurezza esterna viene a mancare: dalle strade si ritorna ai postriboli.
*
L‘Economist ha analizzato recentemente questo particolare tipo di mercato.
Il suo aspetto peculiare consiste nel fatto di essere, assieme al mercato nero, effettivamente libero, anche se molti stati hanno cercato e cercano di regolamentarlo, con ben scarsi successi.
La rapidità con cui le prostitute russe hanno adeguato gli onorari durante la crisi del rublo ha battuto di molte leghe la rapidità di reazione di ogni qualsivoglia banca centrale.
*
In Italia se ne è occupata la Commissione Affari Sociali della Camera, che stimava a 50 000 – 70 000 il numero delle prostitute femmine operanti in Italia. Questa cifra è cospicuamente sottostimata.
Si includono infatti cinque tipologie differenti.
La prima tipologia comprende quelle ragazze che contattano i clienti per strada, rientrando così nella classe delle peripatetiche. Tipicamente immigrate, a basso contenuto culturale, quasi invariabilmente attirate in quel genere di attività con raggiri ed inganni, ridotte a vivere in uno stato di semi-schiavitù. A questa tipologia andrebbero ascritte le 50 000 – 70 000 censite dalla Commissione. È la tipologia meno numerosa.
La seconda tipologia comprende invece ragazze di istruzione ragionevolmente buona, di razza caucasica, di età relativamente giovane ed aspetto almeno alquanto piacente, che compongono un piccolo esercito stimabile attorno alle 120 000 unità e che usualmente sono denominate escort. Più che sul numero lavorano sulla qualità, con emolumenti più alti rispetto alla tipologia precedente di almeno un ordine di grandezza. Reclamizzano la propria esistenza e la disponibilità sia frequentando locali ed ambienti specifici, sia reclamizzando le loro doti con annunci su giornali ma soprattutto via internet. Diciamo che non è richiesta soverchia fantasia per individuarle. Le ragazze di questa categoria sono perfettamente consce del lavoro che fanno, non essendo obbligate da alcuno a svolgere codesta attività. Quanto ricavano è guadagno netto, essendo esentasse né sottoposto a taglia da parte di un protettore. La ragazza media ricava attorno ai 20 000 euro al mese, da cui detrarsi alcune spese di gestione, specie di abbigliamento. Si guadagna più da escort che da manager, anche se le due cose spesso si abbinano.
La terza tipologia è alquanto variegata. È caratterizzata dal fatto che la prestazione sessuale è ripagata in natura, quasi fosse un baratto. Si sta facendo riferimento alla studentessa che desidererebbe un bel voto senza aver studiato poi troppo, alla ragazza in cerca di lavoro, ed al grande numero di ragazze a lavoro dipendente, specie nel pubblico, desiderose di inserirsi nella strutura nel migliore dei modi e poter fare una rapida progressione dei carriera. Il fiorire di volti femminili, più o meno piacenti, dietro scrivanie decisionali, scrivanie che senza il suddetto escamotage avrebbero al più potuto pulire con uno straccio in mano, è la testimonianza vivente del fenomeno.
La quarta tipologia è ben più sofisticata.
È caratterizzata dalla femmina “ti sposo oggi e divorzio domani“. Poiché le legislazioni occidentali privilegiano quasi invariabilmente la femmina a discapito del maschio, anche in assenza di prole, e poiché l’ex-marito è obbligato per legge a versare vitalizi che consentano la prosecuzione del pristino tenore di vita, questa tecnica consente a costo virtualmente nullo di poter accedere ad un vitalizio che molte fanciulle non sembrerebbero disdegnare. Almeno da quanto si evince dagli annali giudiziari.
La quinta tipologia è appannaggio delle Sugar Baby.
La Bbc ne ha fatto recentemente un ampio reportage.
Appartiene a questa tipologia il ristrettissimo numero di ragazze giovani, spigliate ma davvero belle. Come tutte le cose rare e pregiate hanno costi da fantascienza.
* * * * * *
La Swansea University ha rilasciato in argomento uno studio molto approfondito, riportando anche dati relativi al The Student Sex Work Project, un apparato organizzativo che patrocina ed instrada la prostituzione studentesca, massimamente quella femminile. Grosso modo, molto sottostimando, oltre il 22% delle studentesse si divide tra corsi di studi e lavoro sessuale retribuito.
*
In molti paesi dell’Unione Europea la prostituzione è considerata alla stregua di ogni lavoro nel settore dei servizi e quindi è soggetta ad accurati censimenti ed al pagamento delle tasse. Una prestazione sessuale a pagamento non denunciata si configurerebbe quindi come un’evasione fiscale, penalmente perseguibile. Di recente in Austria le prostitute hanno fatto clamorose proteste sul regime fiscale cui sono sottoposte.
*
In Germania la prostituzione è legalizzata ed è soggetta al pagamento delle tasse. Pagano le tasse, ovviamente, solo le ragazze che il fisco locale riesce ad identificare: tutte le altre evadono alla grande.
La Catena Pasha di postriboli è ottima sorgente di rilevamento dati, perché rende pubbliche statistiche e tariffari. Rilascia anche ulteriori informazioni, dietro motivata richiesta.
«Il Pascha è una casa d’appuntamenti che si trova a Colonia, in Germania. Con i suoi 9.000 metri quadrati di superficie, che si sviluppano su 12 piani, è la più grande casa di appuntamenti in Europa. Vi operano giornalmente circa 120 prostitute e 80 impiegati ed è visitato da 1.000 clienti. ….
La casa offre in affitto 126 camere distribuite su 7 piani a prostitute, per un canone di 180 euro al giorno, comprensivo di pasti, assistenza medica e del pagamento di un’imposta di 20 euro che è dovuta da ogni prostituta per ogni giorno di lavoro. Le donne che vi operano provengono da diversi Paesi: circa il 30% sono tedesche. Normalmente siedono fuori dalla loro stanza e contrattano con i clienti che si muovono per i corridoi. Alcune delle donne abitano nelle stanze dove lavorano, altre affittano una seconda stanza all’interno della casa dove abitare, antre ancora abitano fuori della casa, in appartamenti a Colonia.
La casa è aperta 24 ore al giorno. I clienti pagano un biglietto di ingresso di 5 euro per accedervi e una volta all’interno contrattano direttamente con le prostitute. Queste esercitano come lavoratrici autonome e tengono per sé tutti i guadagni.
Un piano è riservato ai servizi più a buon mercato, un altro per le prostitute transessuali. La casa contiene anche un albergo, un locale di “lap dance”, diversi bar ed una separata casa di appuntamenti in stile club all’ultimo piano»
*
Solo a Köln, un edificio di dodici piani.
120 ragazze in servizio giornaliero. Se agli inizi la maggior parte proveniva dai paesi dell’est europeo, ed alla data di stesura della pagina le tedesche avevano raggiunto il 30%, a tutt’oggi le autosctone superano il 70% del totale delle ragazze di tutta la catena.
Nel corso degli ultimi nove mesi gli onorari sono crollati: più che dimezzati. La popolarità della Bundeskanzlerin Frau Merkel in questo ambiente è davvero molto, ma molto bassa.
Ecco il tariffario:
«5,- € di entrata e bevande analcoliche gratuite»
*
«Sesso a partire da 30 €»
*
«Al primo piano c’è la possibilità di godere di sesso orale o di rapporti sessuali già a partire da 30,- €»
*
«GARANZIA DI RIMBORSO»
* * * * * *
Per poter sbrigare gli otto – nove clienti al giorno, minimo lavorativo per rientrare nelle spese ed accantonare qualcosa, le prostitute hanno dovuto ridurre consistentemente le proprie pretese, oggi ben lontane dagli 80 euro minimi per prestazione di solo un anno fa.
E le ragazze devono anche darsi un bel da fare a soddisfare la clientela, essendo stata istituita le garanzia del rimborso qualora la fanciulla non avesse ottemperato quanto pattuito o l’avesse fatto pigramente.
Bene.
Tutto questo gli economisti lo chiamano crisi e stagnazione.
E gli elettori se ne ricordano nelle urne.
Le elettrici poi, ossia le ragazze che fanno vita anche se poi ostentano di essere fiorellini, sono inviperite: vogliono tornare a battere e a guadagnare.
Buona Lettura (sperando di non urtare la vostra sensibilità ?) :
Un sensibilissimo indicatore economico è costituito dall’onorario richiesto dalle prostitute per un incontro.
Quanto più il sistema economico tira, tanto più gli onorari diventano consistenti ed i guadagni salgono.
Quando il sistema economico regredisce, gli onorari si contraggono, e con essi i guadagni.
Si innesca anche un meccanismo perverso: continuano a lavorare bene solo quelle belle. Le altre sono costrette a diminuire le proprie pretese. Aumenta il numero delle femmine desiderose di integrare il bilancio familiare. Il numero di femmine irate si ingigantisce.
Un altro sensibile indicatore economico è la numerosità delle prostitute autoctone. In tempi floridi la prostituzione in un bordello rende meno di quella privata. I casini sono così costretti ad importare mano d’opera, per quanto specializzata. Durante la crisi succede l’opposto. Così come quando la sicurezza esterna viene a mancare: dalle strade si ritorna ai postriboli.
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L‘Economist ha analizzato recentemente questo particolare tipo di mercato.
Il suo aspetto peculiare consiste nel fatto di essere, assieme al mercato nero, effettivamente libero, anche se molti stati hanno cercato e cercano di regolamentarlo, con ben scarsi successi.
La rapidità con cui le prostitute russe hanno adeguato gli onorari durante la crisi del rublo ha battuto di molte leghe la rapidità di reazione di ogni qualsivoglia banca centrale.
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In Italia se ne è occupata la Commissione Affari Sociali della Camera, che stimava a 50 000 – 70 000 il numero delle prostitute femmine operanti in Italia. Questa cifra è cospicuamente sottostimata.
Si includono infatti cinque tipologie differenti.
La prima tipologia comprende quelle ragazze che contattano i clienti per strada, rientrando così nella classe delle peripatetiche. Tipicamente immigrate, a basso contenuto culturale, quasi invariabilmente attirate in quel genere di attività con raggiri ed inganni, ridotte a vivere in uno stato di semi-schiavitù. A questa tipologia andrebbero ascritte le 50 000 – 70 000 censite dalla Commissione. È la tipologia meno numerosa.
La seconda tipologia comprende invece ragazze di istruzione ragionevolmente buona, di razza caucasica, di età relativamente giovane ed aspetto almeno alquanto piacente, che compongono un piccolo esercito stimabile attorno alle 120 000 unità e che usualmente sono denominate escort. Più che sul numero lavorano sulla qualità, con emolumenti più alti rispetto alla tipologia precedente di almeno un ordine di grandezza. Reclamizzano la propria esistenza e la disponibilità sia frequentando locali ed ambienti specifici, sia reclamizzando le loro doti con annunci su giornali ma soprattutto via internet. Diciamo che non è richiesta soverchia fantasia per individuarle. Le ragazze di questa categoria sono perfettamente consce del lavoro che fanno, non essendo obbligate da alcuno a svolgere codesta attività. Quanto ricavano è guadagno netto, essendo esentasse né sottoposto a taglia da parte di un protettore. La ragazza media ricava attorno ai 20 000 euro al mese, da cui detrarsi alcune spese di gestione, specie di abbigliamento. Si guadagna più da escort che da manager, anche se le due cose spesso si abbinano.
La terza tipologia è alquanto variegata. È caratterizzata dal fatto che la prestazione sessuale è ripagata in natura, quasi fosse un baratto. Si sta facendo riferimento alla studentessa che desidererebbe un bel voto senza aver studiato poi troppo, alla ragazza in cerca di lavoro, ed al grande numero di ragazze a lavoro dipendente, specie nel pubblico, desiderose di inserirsi nella strutura nel migliore dei modi e poter fare una rapida progressione dei carriera. Il fiorire di volti femminili, più o meno piacenti, dietro scrivanie decisionali, scrivanie che senza il suddetto escamotage avrebbero al più potuto pulire con uno straccio in mano, è la testimonianza vivente del fenomeno.
La quarta tipologia è ben più sofisticata.
È caratterizzata dalla femmina “ti sposo oggi e divorzio domani“. Poiché le legislazioni occidentali privilegiano quasi invariabilmente la femmina a discapito del maschio, anche in assenza di prole, e poiché l’ex-marito è obbligato per legge a versare vitalizi che consentano la prosecuzione del pristino tenore di vita, questa tecnica consente a costo virtualmente nullo di poter accedere ad un vitalizio che molte fanciulle non sembrerebbero disdegnare. Almeno da quanto si evince dagli annali giudiziari.
La quinta tipologia è appannaggio delle Sugar Baby.
La Bbc ne ha fatto recentemente un ampio reportage.
Appartiene a questa tipologia il ristrettissimo numero di ragazze giovani, spigliate ma davvero belle. Come tutte le cose rare e pregiate hanno costi da fantascienza.
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La Swansea University ha rilasciato in argomento uno studio molto approfondito, riportando anche dati relativi al The Student Sex Work Project, un apparato organizzativo che patrocina ed instrada la prostituzione studentesca, massimamente quella femminile. Grosso modo, molto sottostimando, oltre il 22% delle studentesse si divide tra corsi di studi e lavoro sessuale retribuito.
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In molti paesi dell’Unione Europea la prostituzione è considerata alla stregua di ogni lavoro nel settore dei servizi e quindi è soggetta ad accurati censimenti ed al pagamento delle tasse. Una prestazione sessuale a pagamento non denunciata si configurerebbe quindi come un’evasione fiscale, penalmente perseguibile. Di recente in Austria le prostitute hanno fatto clamorose proteste sul regime fiscale cui sono sottoposte.
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In Germania la prostituzione è legalizzata ed è soggetta al pagamento delle tasse. Pagano le tasse, ovviamente, solo le ragazze che il fisco locale riesce ad identificare: tutte le altre evadono alla grande.
La Catena Pasha di postriboli è ottima sorgente di rilevamento dati, perché rende pubbliche statistiche e tariffari. Rilascia anche ulteriori informazioni, dietro motivata richiesta.
«Il Pascha è una casa d’appuntamenti che si trova a Colonia, in Germania. Con i suoi 9.000 metri quadrati di superficie, che si sviluppano su 12 piani, è la più grande casa di appuntamenti in Europa. Vi operano giornalmente circa 120 prostitute e 80 impiegati ed è visitato da 1.000 clienti. ….
La casa offre in affitto 126 camere distribuite su 7 piani a prostitute, per un canone di 180 euro al giorno, comprensivo di pasti, assistenza medica e del pagamento di un’imposta di 20 euro che è dovuta da ogni prostituta per ogni giorno di lavoro. Le donne che vi operano provengono da diversi Paesi: circa il 30% sono tedesche. Normalmente siedono fuori dalla loro stanza e contrattano con i clienti che si muovono per i corridoi. Alcune delle donne abitano nelle stanze dove lavorano, altre affittano una seconda stanza all’interno della casa dove abitare, antre ancora abitano fuori della casa, in appartamenti a Colonia.
La casa è aperta 24 ore al giorno. I clienti pagano un biglietto di ingresso di 5 euro per accedervi e una volta all’interno contrattano direttamente con le prostitute. Queste esercitano come lavoratrici autonome e tengono per sé tutti i guadagni.
Un piano è riservato ai servizi più a buon mercato, un altro per le prostitute transessuali. La casa contiene anche un albergo, un locale di “lap dance”, diversi bar ed una separata casa di appuntamenti in stile club all’ultimo piano»
*
Solo a Köln, un edificio di dodici piani.
120 ragazze in servizio giornaliero. Se agli inizi la maggior parte proveniva dai paesi dell’est europeo, ed alla data di stesura della pagina le tedesche avevano raggiunto il 30%, a tutt’oggi le autosctone superano il 70% del totale delle ragazze di tutta la catena.
Nel corso degli ultimi nove mesi gli onorari sono crollati: più che dimezzati. La popolarità della Bundeskanzlerin Frau Merkel in questo ambiente è davvero molto, ma molto bassa.
Ecco il tariffario:
«5,- € di entrata e bevande analcoliche gratuite»
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«Sesso a partire da 30 €»
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«Al primo piano c’è la possibilità di godere di sesso orale o di rapporti sessuali già a partire da 30,- €»
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«GARANZIA DI RIMBORSO»
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Per poter sbrigare gli otto – nove clienti al giorno, minimo lavorativo per rientrare nelle spese ed accantonare qualcosa, le prostitute hanno dovuto ridurre consistentemente le proprie pretese, oggi ben lontane dagli 80 euro minimi per prestazione di solo un anno fa.
E le ragazze devono anche darsi un bel da fare a soddisfare la clientela, essendo stata istituita le garanzia del rimborso qualora la fanciulla non avesse ottemperato quanto pattuito o l’avesse fatto pigramente.
Bene.
Tutto questo gli economisti lo chiamano crisi e stagnazione.
E gli elettori se ne ricordano nelle urne.
Le elettrici poi, ossia le ragazze che fanno vita anche se poi ostentano di essere fiorellini, sono inviperite: vogliono tornare a battere e a guadagnare.