Articolo pubblicato su La Stampa di oggi 17/5
Una mattina mi sono trovato nella cassetta delle lettere una cartolina bianca. Dovevo presentarmi in un ufficio della procura. Poi l’ora e il giorno. Motivo, non precisato». Così M.R., impiegato torinese, ha appreso, una volta di fronte a un ufficiale di polizia giudiziaria, di essere stato identificato come un frequentatore abituale di uno dei 132 centri di massaggi orientali diffusi in città. Cosa le hanno chiesto? «Cosa ci andavo a fare. Ho detto la verità. Per incontrare delle prostitute ». Solo cinesi? «No. Italiane, romene, moldave. Se non avessi detto la verità sarei stato denunciato, sono sposato. Capirai, con un processo pubblico… Sono stato identificato nel modo più semplice. Dal numero di targa della mia auto». Spaventato? «Terrorizzato. E adesso lì dentro mai più».
Altre centinaia di uomini hanno già ricevuto la cartolina bianca e altri ancora se la ritroveranno nella cassetta delle lettere. Insomma, dietro i vetri dei centri massaggi si esercita il mestiere più antico del mondo. L’indagine della procura, coordinata dal procuratore aggiunto :

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è avvolta dal massimo riserbo, ma davvero la realtà è ormai il segreto di Pulcinella. Alcuni centri, che hanno tutti ambientazioni assai simili, fanno pubblicità sul web in modo esplicito, precisando il tipo di prestazioni, il costo, le qualità delle massaggiatrici. Ma il grido d’allarme più autorevole e credibile arriva, dalla commercialista torinese :

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, che anni fa ha fondato un’associazione
che assiste titolari e operatoridei centri massaggi orientali in tutta Italia. Quelli veri però. Che succede a Torino? «La totale deregulation, la mancanza di norme chiare, ha spalancato la porta all’esercizio della prostituzione. Ho abbandonato buona parte dei miei associati. Le vetrofanie, le ragazze che ricevono i clienti, tutti maschi, in minigonna e tacchi a spillo, non lasciano spazio ad equivoci. Salvo rare eccezioni, nei centri massaggi cinesi di Torino si esercita la prostituzione. Noi lavoriamo solo in Comuni dove le regole
sono chiare e selettive. Bene il lavoro della procura, sappiamo che tanti clienti si sono resi conto della situazione».
L’idea della procura è di spazzare via al più presto questa specie di neo-racket, favorito da norme confuse e inadeguate. «Infatti - conclude :

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- troppo spesso i responsabili sono prestanome, inesistenti o irreperibili. C’è un pericoloso vuoto legislativo».
M. :
Sun nen i crin c’a venu vej. ma sun i vej c’a venu crin