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vuotopieno
KING (2581 post)
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Spilli, fitti e molteplici spilli che a turno si conficcano nella carne, sono solo carne. Dapprima uno o due, poi sempre di più, punture sempre più ravvicinate, allora realizzi che c’è una battaglia in atto, qualcuno è approdato sul tuo corpo e ti sta attaccando.
Telefonai a Silvia: «Ciao, senti, succede qualcosa, sono qui in mezzo alla strada e sto andando al lavoro ma mi sento pungere sul pube e sui coglioni, sempre più dolorosamente, mi prude fortissimo, non riesco a trattenermi dal grattarmi, qui c’è gente, come faccio? Cosa faccio?»

«Ma ti prude dove ci sono i peli?»

«Sì, hai capito dai»

Dall’altra parte del cellulare sentii ridere sguaiatamente: «Tranquillo, hai preso le piattole, ma con chi sei stato negli ultimi giorni?»

«Cosa? Aspetta che faccio mente locale, ahi, scusa, cazzo che fastidio … allora, mercoledì un pompino … venerdì l’altro con … con una di colore, cazzo, cazzo!

Come si toglie sta roba?»

«Vai in farmacia, ti daranno una polvere, auguri mon ami, ahahahah»

«Grazie vacca infame, ti auguro il distacco del clitoride! Così, in simpatia eh».

La situazione diventò irritante, mi assentai dal lavoro e tornai a casa, mi depilai completamente e vidi gli effetti delle punture: una miriade di cerchietti violacei sul pube, sulle gambe e in parte sulla pancia. Uno schifo inenarrabile!

Naturalmente non bastò tagliare il pelo, poiché i perfidi animaletti si attaccano alla radice del fusto pilifero, scesi giù in farmacia.

«Buongiorno, avrei bisogno, ho le … ha qualcosa per il mal di gola?»

«Ha le placche?»

«Come scusi?»

«Ha le placche in gola?»

«Ah sì, sì, sapesse che placche, grazie»

Cazzo che sbaglio, beccai una farmacista e pure carina, figura di merda, corsi via, era la farmacia sotto casa, come sarei potuto ritornare per la tachipirina? Presi l’auto e cambiai zona, feci diversi chilometri in auto con i mostri che ogni due secondi conficcavano il rostro dentato nelle tenere carni, terribili stilettate senza sosta.
Prima di entrare nella lontana e successiva farmacia, spiai dall’esterno come se dovessi rapinarla, tanto per assicurami che non ci fosse molta gente, e magari, non beccarmi una donna medico. Non indugiai oltre, entrai.

«Buongiorno, ho preso qualcosa, non conosco il nome scientifico, insomma come pidocchi, ma sul pube»

Una fatica immensa per non dire piattole e il dottore laureato in farmacia se ne esce con: «Ah, la pediculosi del pube, sì, ecco, Neomom, tra una settimana ripeta il trattamento».
Una signora distinta e a me vicina, mi lancia un’occhiataccia da dietro gli occhiali e si allontana di mezzo metro.

«Signora, stia serena, ho le piattole e se non scopiamo, non credo di potergliele attaccare, dottore, mi conferma vero?» alzando il tono della voce. All’uscita, i clienti si aprirono in due ali al mio passaggio come fece il mare con Mosè durante la fuga dall’Egitto.

A casa lavai tutto e feci il trattamento, ma le simpatiche bestioline non smisero subito di succhiare, e poi c’erano i nuovi nati, essi sono protetti nelle uova, la polvere non ha effetto su di loro, una notte infernale. Ogni tanto ne prendevo una bella cicciona e la stringevo tra le unghie, in controluce potevo osservarne le zampine agitarsi forsennatamente, più mi grattavo e peggio era, richiamavo sangue in superficie, una sbornia per le piattole. Se avessi preso sottogamba l’invasione, le succhiatrici sarebbero potute arrivare fino alle ascelle e perfino alle sopracciglia!

Dopo due mesi, ormai sano e pulito, mi svegliavo comunque di notte per un prurito, un pizzico, controllavo scrupolosamente i dintorni del cazzo, la paura di un’ennesima invasione era enorme.

Da allora, mai più ragazze sulle strade di campagna, queste, andando a pisciare nell’erba alta diventano navi cargo per i piccoli parassiti ematofagi, poi, fortunatamente, più avanti venne la moda della donna bambola con la patata totalmente depilata, non è un bel vedere per me, ma almeno il rischio piattole fu scongiurato. Ignaro, pensai che dopo questa battaglia nulla poteva spaventarmi di più, purtroppo mi sbagliai di grosso, avrei sperimentato di peggio, molto peggio.

Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.