Ho letto tutto il thread con interesse e volevo ringraziare in particolare 001 per alcune considerazioni che ho trovato molto perspicaci e dalle quali intuisco una approfondita, umana conoscenza del mondo delle pay.
Spero che tu possa leggere anche la mia esperienza e darmi un tuo parere. Premetto che la storia è lunga, per cui chiunque non sia interessato può evitare di perdere tempo e fermarsi qui.
La storia è questa:
Lascio mia moglie e decido di andare a consolarmi in un club in Svizzera. Conosco una giovanissima ragazza rumena, ovviamente bellissima. Sembra ci sia subito intesa: chiacchieriamo, ci conosciamo un po’, in camera mi bacia e mi lascia il suo numero. Di mio posso dire che sono più grande di lei ma ancora giovane, senza falsa modestia anche esteticamente attraente, nemmeno stupido direi, anche se emotivamente instabile e con marcate difficoltà a gestire ambiti relazionali in cui mi trovi molto coinvolto sentimentalmente (come in questo caso, aggravato peraltro dalla separazione con mia moglie).
Comincio a sentirmi con questa ragazza. Mi racconta del suo passato di povertà e non manca mai di toccare la questione denaro: è in quel club da pochi mesi, non le piace fare quel lavoro e vuole quindi fare soldi velocemente per poter smettere e farsi una vita. Io economicamente sto bene e non mi pesa pagarla anche più del dovuto quando vado a trovarla. Nel frattempo cominciamo a uscire la domenica, il suo giorno libero, e approfondiamo il rapporto. Lei piange, così mi dice, ogni giorno, la mattina, e si sente sola. Quando usciamo offro io, le faccio qualche regalo e a volte le do soldi così, di mia iniziativa, per aiutarla. Soldi che lei accetta senza problemi.
Accade che abbiamo uno screzio: io dubito di una storia che mi racconta e lei mi manda una conferma accusandomi di mancata fiducia. Io le chiedo scusa, ci vediamo al club e lei è fredda. Capisco di aver toccato un punto debole e di fronte al suo atteggiamento mi salgono le lacrime. Mi vergogno a riportare questo punto della storia ma non mi pento di aver pianto, in silenzio, di fronte a lei, quella sera in camera, pensando fosse l’ultima volta che l’avrei vista. Perché lei si è messa a piangere a sua volta dicendomi: “per te questi son problemi? IO c’ho problemi! Tu vivi in un mondo diverso dal mio”. Questo evento ci ha avvicinati, o quantomeno ha avvicinato di più me a lei.
La storia continua, in altre occasioni lei si lascia andare piangendo e abbracciandomi, e io comincio a nutrire un senso di tenerezza oltre che di sentimentale attrazione. Continuiamo a vederci, io continuo a darle soldi e lei continua a lamentarsi del fatto che le mancano sempre perché ha molte spese e lavora poco (cosa che posso confermare). Fino a quando mi parla di un debito contratto con un individuo che la obbliga a fare quel lavoro e che la minaccia. Io non so se crederle, dubito fortemente di lei e cerco di approfondire la questione. Fino a quando succede qualcosa, ancora oggi non so cosa, e lei mi chiama disperata, in lacrime: deve tornare subito in Romania, c’è di mezzo questo tizio e sua mamma è in pericolo. Gli deve dei soldi.
Ci vediamo la sera e alla fine decido di aiutarla a saldare questo debito. E’ una cifra alta ma per me non particolarmente. Le chiedo di sistemare la faccenda e poi, quando torna, di parlare del suo lavoro e della nostra relazione. Lei parte e ci sentiamo ogni giorno, mi da dettagli su ciò che fa, ha un guasto alla macchina e l’aiuto anche qui, ma quando la sento ha un tono spento, distaccato. Decido di prenderle un regalo e di portarlo al suo club, così che quando torna possa riceverlo, e lì trovo la sua macchina.
Mi sento ovviamente un idiota e le mando un messaggio di chiusura. Il giorno dopo mi scrive un lungo messaggio e rivedendoci mi spiega che ha dovuto mentirmi perché il tizio in questione è in realtà un suo ex fidanzato, un criminale, e che è stato lui a raggiungerla. A quel punto lei ha deciso di mentire per evitare che io potessi mettermi di mezzo e rischiare grosso. Ovviamente la storia non mi convince, tento di coglierla in fallo ma sembra sempre avere una risposta per tutto, e io, da innamorato perso, sono completamente rincoglionito. Mi racconta che questa persona non la lascia in pace, che è stato in prigione due anni (durante i quali lei ha avuto un altro ragazzo di cui si è innamorata) e che dopo la prigione è tornato alla carica per riscuotere il debito e tormentarla. Lei ha lasciato il ragazzo e ha cominciato a fare questo lavoro.
Decido di chiudere i rubinetti e continuare a frequentarla, ma finisco lo stesso a pagarle dei regali quando usciamo insieme. Di contro aspetto che lei faccia qualche passo nei miei confronti, nella forma di una notte insieme fuori dal club, o una visita a casa mia, un’uscita con i miei amici o i miei parenti, una scopata fuori dal club, persino uno stupido cazzo di selfie insieme, ma niente di tutto questo accadrà mai (a parte il selfie, una volta, alla fine del primo mese, che comunque ha lei e non io).
A questo punto mi starete dando del coglione, e a piene ragioni, ma non è finita.
Io divento sempre più instabile, sto sempre peggio perché non colgo da parte sua segnali determinanti, nonostante continui a chiamarmi amore e mi chieda di non lasciarla. Non appena io mi allontano lei mi ripesca a suon di lingua in bocca, bei messaggi e dimostrazioni d’affetto.
Fino a quando non organizziamo un’uscita a Milano dove si aggregano altre due ragazze del club. A pranzo una di queste dice una cosa in rumeno (probabilmente sovrappensiero pensando che io non potessi capire) e lei la zittisce bruscamente guardandomi. A me pare d’aver sentito pronunciare il nome del suo ex (non il criminale, il ragazzo di cui si era innamorata), ma non ne sono certo. Ovviamente mi rabbuio. Passo una pessima giornata nonostante cerchi di farla star bene per via dei suoi problemi. A fine giornata le chiedo di venire da me e lei ovviamente mi risponde “no” in modo brusco e quasi seccato. Vedo che c’è qualcosa che la preoccupa ma non indago, so già che lei non mi darà risposte, così la riaccompagno al club, me ne torno a casa e faccio un errore: preso da cattivi sentimenti le blocco il numero senza neanche avvisarla prima.
Il giorno dopo chiaramente mi contatta da un altro numero con una voce da oltretomba: pensava mi fosse successo qualcosa e sapere che le ho bloccato il numero non la fa reagire bene.
La sera stessa la rivedo per ridarle alcune cose e lei si presenta col sorriso, mi chiede come va, mi dice che ci rivedremo in un’altra vita e conclude con un ironico vaffanculo. Ricambio col sorriso. Mi scrive alcuni messaggi insignificanti da un altro numero e io le rispondo augurandole comunque di star bene, e magari di trattare meglio le persone che le danno fiducia e dimostrano di tenere a lei.
Nessuna risposta, ovviamente, e fine della storia.
Persino io rileggendola non posso che concludere d’essere stato uno stupido ingenuo, che lei m’abbia preso per il culo e che in fondo voleva solo i miei soldi. Eppure qualcosa non mi torna. Certi momenti passati insieme, certe cose che mi ha confidato (so il suo vero nome, so dove abita, il nome di suo fratello e altri dettagli che non avrebbe avuto convenienza a confidarmi, ho persino la foto della sua carta d’identità

, il modo in cui me le ha confidate.
O forse ho solo bisogno di credere che qualcosa per me l’abbia provato, al di là dell’aspetto utilitaristico, per dare un senso a ciò che è successo e a tutti i miei sforzi.
E’ stato un amore irrazionale, a tratti ossessivo, spesso svincolato dalla realtà, idealizzante, ma comunque vero. Per me almeno.
E adesso mi manca, nonostante le sue bugie, i miei errori e tutto ciò che non so e non saprò mai.
Avevo bisogno di raccontare questa storia prima di tornare alla mia vita senza di lei.