Vi racconto, molto in sintesi, un'avventura capitatami qualche domenica fa. Avevo bisogno di relax ed essendo domenica non avevo riferimenti attivi a causa della festività. Mi ricordo allora di essermi appuntato un cell da un sito dove una signora si pubblicizzava in modo inconsueto. Stiamo parlando di signore mature. Chiamo è disponibile. In meno di mezz'ora sono sul posto. Sfrondo molto altri particolari inutili in questo racconto. La signora è sui 50-55 ben portati caratterizzata da tratti del viso molto "nobili".
Penso che si possa fare. Vista la non conoscenza consegno, senza che mi venisse richiesto, quanto concordato . E qui la storia vira in una direzione imprevista. cominciamo a chiacchierare e la storia si fa interessante. Io le racconto un po' di me e lei mi racconta, senza alcuno sforzo di lei e di alcune criticità della sua vita. Va detto che quasi mai chi fa questa professione la intraprende a cuor leggero. Quindi parla di famiglia,di figli e di una sua intervista di cui apprendo i contenuti. Non do ulteriori dettagli perchè non voglio che la signora sia individuata e che magari ne possa risentire la sua professione. Dopo circa mezz'ora di amabile conversazione decido che non è il caso di effettuare l'incontro. E' meglio che si rimanga solo "amici" passatemi il termine improprio. lei insiste con cortesia ma io ormai ho deciso. La saluto sfiorandole le gote lasciandole, dietro mia insistenza, la quota associativa. me ne vado sentendomi molto più ricco pur avendo nel portafoglio qualche banconota in meno. Questa, nella mia ultra ventennale (ma forse trentennale...) carriera di "mignottaro" è stata la seconda volta che rinuncio a un incontro (un pompino non si nega a nessuna...). L'altra è stata Paoletta, passata alla storia perchè riceveva in un soppalco di un negozio dalle parti della vecchia Fiera di Roma. Magari qualche socio anziano se la ricorda.
Questo racconto (ma sarà vero?) non ha una morale né uno scopo è solo la condivisione di un'esperienza...
saluti a tutti
Penso che si possa fare. Vista la non conoscenza consegno, senza che mi venisse richiesto, quanto concordato . E qui la storia vira in una direzione imprevista. cominciamo a chiacchierare e la storia si fa interessante. Io le racconto un po' di me e lei mi racconta, senza alcuno sforzo di lei e di alcune criticità della sua vita. Va detto che quasi mai chi fa questa professione la intraprende a cuor leggero. Quindi parla di famiglia,di figli e di una sua intervista di cui apprendo i contenuti. Non do ulteriori dettagli perchè non voglio che la signora sia individuata e che magari ne possa risentire la sua professione. Dopo circa mezz'ora di amabile conversazione decido che non è il caso di effettuare l'incontro. E' meglio che si rimanga solo "amici" passatemi il termine improprio. lei insiste con cortesia ma io ormai ho deciso. La saluto sfiorandole le gote lasciandole, dietro mia insistenza, la quota associativa. me ne vado sentendomi molto più ricco pur avendo nel portafoglio qualche banconota in meno. Questa, nella mia ultra ventennale (ma forse trentennale...) carriera di "mignottaro" è stata la seconda volta che rinuncio a un incontro (un pompino non si nega a nessuna...). L'altra è stata Paoletta, passata alla storia perchè riceveva in un soppalco di un negozio dalle parti della vecchia Fiera di Roma. Magari qualche socio anziano se la ricorda.
Questo racconto (ma sarà vero?) non ha una morale né uno scopo è solo la condivisione di un'esperienza...
saluti a tutti