La piroga attraccò lentamente al molo sul promontorio a ovest dell'isola. Innominabile venne trascinato per terra violentemente. Era completamente legato e sentiva un micidiale dolore alle spalle, che lo infastidiva. I suoi aguzzini erano due o forse tre, dall'aspetto dimesso, probabilmente di origine sudamericana. Il luogo gli sembrava senz'altro familiare, nonostante fosse molto diverso dai luoghi preferiti di Nominabile. In lontananza si intravvedeva un'immensa cascata e gli giungeva un rumore di macchinari in movimento. Entrarono. L'interno era buio, non si sentiva nulla. Venne spinto da uno dei suoi aguzzini. Innominabile era terrorizzato. Nascosti nella scarpa destra c'erano le monete. Fortunatamente le scarpe le aveva ancora... Le aveva ricevute in regalo da Nominabile, per Natale. Improvvisamente si udì un sibilo di frusta. I suoi carcerieri tentarono di difendersi, ma Ronaldo Malaparte riuscì ad annientarli. 'Ti avevo detto che le monete possono causare dei guai' - disse. Ronaldo Malaparte era il suo finanziatore. Non lo liberò affatto e inaspettatamente gli fece un'iniezione sul braccio. Si svegliò in un letto. Sentiva uno strano odore di erba tagliata di fresco. Sotto le coperte era nudo e aveva un insetto sotto l'orecchio. Qualcosa gli ricordò le parole di Ronaldo Malaparte: 'A ciascuno il suo', e ciò avrebbe dovuto aprirgli gli occhi. A quel punto, accese una sigaretta e si addormentò. Fece sogni che normalmente non ricordava mai, come se quella serie di avvenimenti gli avessero liberato la mente. Fu svegliato da una mano sulla sua spalla. Era l'hostess. 'Siamo quasi arrivati, può iniziare preparare le sue cose' - disse. Era stato solo un sogno, ma forse gli sarebbe piaciuto viverlo veramente. Preparò i pochi bagagli a mano che aveva portato in cabina, controllò i documenti e si preparò a scendere. All'uscita dell'aeroporto, un uomo gli tese la mano: 'Sono Ronaldo Malaparte', disse. Buona permanenza.
