Ho notato anch’io, giorni fa, questa 19enne particolarmente sbarazzina. Snellissima, con le tettine sode e i capezzoli su due areole tendenti al puffy. Gli occhi sono di colore verde-azzurro, tipico delle ragazze romene, i capelli castani lisci e lunghi.
Anche se snellissima, il suo culo era perfettamente tondo e infossato.
Ripudiando l’idea di incontrarla per strada o in parcheggi o, comunque, in un luogo aperto alla gente, l’ho incontrata a casa sua, su un lettino di una stanza piuttosto spoglia, per un’ora.
Lei docile e quasi entusiasta.
Non spiccica una parola d’italiano e comprendo che la diciannovenne era lì da non più di dieci giorni, avendo preso in Romania al più un cazzetto inesperto di coetanei.
La scopo alla missionaria sul lettino e la cosa mi suscita una qualche perversione, visto il contrasto tra la bellezza della ragazza e la scopata su un sordido lettino.
Noto la particolare strettezza dell’ingresso, aumentata dalla scarsa dimestichezza con i cazzi di uomini maturi.
Nelle ragazze con le piccole labbra sporgenti della fica, come sono spesso le ragazze russe, è pratico aprire la fica con le dita, praticamente come un fiore, permettendo di introdurre più agevolmente il cazzo. Con lei è impossibile, perché non ha le labbra della fica sporgenti. Probabilmente quando sarà stata scopata per un pò di tempo sarà diverso, penso tra me e me.
Ad un certo punto, la giro per incularla, sempre distesa, e, quando intuisce il mio intento, si premura di prendere un tubetto di lubrificante, datole probabilmente da qualche amica romena, e di mostrarmelo.
Si premura di lubrificare completamente con le sue dita il membro incappucciato e mi chiede di mettergliene a lei, cosa che io faccio con attenzione, dovendola inculare.
Rimessa sul lettino, l’ingresso è strettissimo, in pratica un forellino. A quel punto, cerco di farmi spiegare quante volte è stata scopata da dietro e appuro che è stata inculata al massimo 2-3 volte. Con una certa dose di ingenuità mi fa tre con le dita di una mano, indicando probabimente quella che le avrei fatto come la terza.
Mi rendo conto subito, così, che è pressoché impossibile incularla senza romperglielo, cosicché mi trovo di fronte all’alternativa tra romperglielo e desistere. Ovviamente, a quel punto, desisto e, trovandomi senza aver concluso in alcun modo, mi limito a farle masturbare il cazzo ancora incappucciato, levandomi dall’impaccio.
Non posso fare a meno, a questo punto, di approfondire, cosicché, mentre la faccio proseguire nella masturbazione, a fianco a me sul lettino, la scosto leggermente e infilo il dito medio nel culo, esplorandola delicatamente ma con attenzione, più in profondità.
L’ingresso è in effetti strettissimo, al punto che fa fatica a entrare il dito, anche se inserito con cautela.
Tra e me e me non posso far a meno di pensare che le faranno il culo diverse volte, dai ragazzi romani suoi coetanei che spenderanno la paghetta per chiavarsi la collega studentessa che non potrebbero mai avere; ai quarantenni più esperti che rimedieranno, con il culo della diciannovenne, allo stress di una giornata di lavoro; ai mezzi balordi che dopo aver sniffato la metteranno sotto sbrigativamente, sul sedile dell’audi o della 159 usata; o agli anziani padri di famiglia che, tra gentilezze ipocrite e di maniera, finiranno anche loro per scoparsi sul pavimento o sul lettino, la diciannovenne balcanica con gli occhi chiari.