ricetta mia zia genuflessa: Il banana split, un must per i punters piu accaniti.
Il banana split, dessert a base di frutta e gelato, è uno dei dolci americani più diffusi e conosciuti al mondo e ne esistono moltissime varianti. Il banana split è composto da una banana tagliata longitudinalmente (da qui la parola inglese "split" che significa spaccatura) e coperta con tre palline di gelato (tradizionalmente panna, cioccolato e fragola) che vengono poi guarnite con panna montata, topping di fragola e cioccolato, ciliegie candite, granella di nocciole etc... Si dice che il primo banana split fu preparato nel 1904 da uno studente dell'università di Pittsburgh che sbarcava il lunario lavorando nel bar del padre, ma moltissime località americane rivendicano l'invenzione di questo diffusissimo dolce estivo. A Wilmington, in Ohio, ogni anno viene celebrato il "Banana Split Festival", dove tutti i partecipanti si esibiscono nella preparazione della loro versione speciale di questo gustoso dessert. Noi vi presentiamo la versione più classica e tradizionale del banana split, che però può essere preparato con i gusti di gelato che più vi piacciono e guarnito con i topping e le salse alla frutta che preferite, inoltre si può rendere il banana split ancora più gustoso aggiungendo altra frutta fresca a piacere!
La banana split è un dessert di origine americana, fatto di frutta e gelato, famoso in tutto il mondo. Ricetta semplice da preparare e molto gustosa, è amata da grandi e bambini, ma non si può definire light. Il dessert supera infatti le 200 calorie per porzione, ma non vi pentirete di aver fatto un piccolo strappo alle regole. Protagonista di questo piatto è la banana, tagliata longitudinalmente. Da qui la spiegazione della parola inglese “split” che significa letteralmente “spaccatura”. La ricetta tradizionale prevede l’utilizzo di cioccolato fuso e gelato a panna, cioccolato e fragola. Ma ciascuno può aggiungere o togliere ingredienti a seconda dei propri gusti e della propria fantasia.
Come si prepara la banana split
Cominciate la preparazione della banana split tagliando la banana per il lungo. Adagiate ciascuna metà del frutto su un piatto, meglio se longitudinale. Posizionate poi al centro tra le due metà della banana tre palline di gelato: una al cioccolato, una alla panna e una alla fragola. Ricoprite il tutto con del cioccolato fuso e decorate con panna montata, granella di nocciole e ciliegie candite, una su ogni pallina di gelato. Potete fondere il cioccolato a bagnomaria o in forno a microonde per almeno 30/60 secondi.
Il dessert è così pronto per essere servito. Se volete che la banana sia un po’ più cremosa della consistenza naturale, potete lasciarla un minuto in forno a microonde, magari bagnandola con un po’ di rum. Potrete guarnire la banana split anche con nocciole sbriciolate, caramello, fettine di ananas, sciroppo d’acero o al cioccolato, marmellata di fragole, amarena o ciliegie.
Un consiglio: se non volete far diventare la banana scura, potete spennellarla con del succo di limone o un po’ di Cointreau. Il dolce può essere composto sul momento prima di servire. Essendo un dessert a base di frutta e gelato, quest’ultimo è un ingrediente d’obbligo. Se proprio non volete adoperarlo, potete sostituirlo con dello yogurt greco con miele o sciroppo d’acero.
La variante gustosa: banana split alla Nutella
La banana split alla Nutella è la variante più famosa e conosciuta della ricetta tradizionale del dolce americano. In questo caso, dividete a metà la banana e spalmate su ogni sua parte la quantità di Nutella che desiderate. Successivamente sistemate le palline di gelato al centro tra le due metà e completate il tutto con panna montata e granella di nocciole. Per i più golosi non c’è niente di meglio di questo dessert.
Esiste una ricetta della banana split senza gelato?
La banana split può essere preparata senza gelato utilizzando come farcitura panna, nutella e granella di nocciole.
Banana split: origine e tradizione
La banana split è un dessert di origine americana. La ricetta, secondo la tradizione, fu brevettata nel 1904 da uno studente dell’Università di Pittsburgh, David Evans Strickler, che all’epoca lavorava nel bar del padre a Latrobe, in Pennsylvania. Pare che il giovane avesse perfezionato il dolce ideato anni prima da un venditore di gelati di Boston, che però era composto da banane non sbucciate.
Nel corso degli anni non sono mancate le controversie sulla paternità del dolce, rivendicata da più persone. Tra questi c’erano Ernest Hazard, ristoratore di Wilmington, in Ohio, che nel 1907 credette di aver creato la prima banana split, e Charles Walgreen, proprietario di una catena di ristoranti fondata a Chicago, che ne fece il segno distintivo del suo impero enogastronomico. La prima ipotesi sembra, tuttavia, quella più accreditata. Negli Stati Uniti sono così legati a questo piatto che nel 2004 è stato celebrato il centesimo anniversario della sua invenzione
mi diceva di guarnire con la n'duia la nduia è come la maionese si spalma su tutto
stato il massiccio esodo calabrese degli anni ’50 verso il Nord Italia e verso le Americhe che ha permesso di far conoscere al mondo la bontà della ‘Nduja, il salume morbido e piccante prodotto in alcune aree del Sud Italia e tipico della Calabria. . Scopriamo insieme storia, ingredienti e ricette con la ‘nduja, uno dei più famosi prodotti tipici calabresi .
Cos'è la 'Nduja
Si presenta come un grosso insaccato che una volta tagliato ha consistenza morbida e colore rosso vivo. Il nome ‘nduja probabilmente deriva dal francese andouille, una salsiccia a base di frattaglie di maiale. Tutti questi termini traggono origine dal latino "inductilia" ("cose pronte per essere introdotte", da "inducere"

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Sembra che la ‘nduja sia stata importata in Calabria da Gioacchino Murat, re di Napoli durante il periodo napoleonico. La fece distribuire alla popolazione per ottenere consensi e, una volta conosciuta, i calabresi la reinterpretarono aggiungendo un’impronta personale: carne di maiale e abbondante peperoncino facendola diventare così prodotto iconico di questa regione. Alcune fonti attestano che la parola 'nduja derivi dalla parola francese andouille, un termine generico che in epoca medievale serviva per indicare tutti i prodotti ricavati dal quinto quarto degli animali (le interiora e le parti meno nobili).
La 'nduja di Spilinga
La ‘nduja originale calabrese è prodotta nel territorio di Vibo Valentia, prevalentemente nella zona di Spilinga, un territorio che vive di agricoltura, allevamento e pastorizia. Questo piccolo comune è conosciuto come "Città della 'nduja" perché ha saputo tramandarla come specialità artigianale. L'8 agosto di ogni anno si tiene la "Sagra della 'Nduja", una delle più antiche e affollatissime dove la protagonista è, ovviamente, la celebre ‘nduja di Spilinga..
Come si produce la 'nduja: ingredienti
Gli ingredienti della ‘nduja sono semplici tagli di maiale come il guanciale, la pancetta e il lardello, ricavati dalla spalla, dalla coscia, dalla testa e dalla sottopancia. Vengono finemente tritati insieme ad abbondanti dosi di peperoncino rosso calabrese essiccato e fresco, impastati ed amalgamati fino ad ottenere un impasto omogeneo e cremoso senza aggiunta di coloranti o conservanti.
È proprio il peperoncino che dà alla carne un colore rosso vivo e che ne permette la lunga conservazione. Una volta pronto, il mix viene insaccato in un budello naturale, detto cieco.
L'ingrediente segreto della 'nduja? Nella 'nduja più pregiata viene usato il peperoncino coltivato presso Roggiano Gravina e San Marco Argentano, mentre in quella industriale si usa peperoncino d’importazione. La differenza si sente sul palato. Segue una fase di leggera affumicatura, bruciando essenze di robinia o di ulivo. Dopo l’affumicatura, è la volta della stagionatura, che dovrà andare da un minimo di tre mesi a un massimo di sei, a seconda della grandezza degli insaccati. La stagionatura deve svolgersi in un locale fresco, asciutto e igienicamente protetto.
Nduja: ricette da provare
La qualità della ‘nduja calabrese consiste nel modo in cui è stato dosato il peperoncino al momento della produzione. Visto che non si può capire se non con l’assaggio, il consiglio è di andarci piano e aggiungere la ‘nduja un po’ per volta.
Qualche ricetta semplice con la ‘nduja? Potete gustarla spalmata su una fetta di pane tostato caldo o usata come condimento per la pasta o sulla pizza. La 'nduja calabrese è inoltre molto diffusa come base per il soffritto del ragù o del sugo di pomodoro ed è ottima su fettine di formaggi semi-stagionati o per insaporire frittate.
Oltre ad essere distribuita nel classico insaccato, viene anche confezionata in vasetti.
Uno dei suoi mitici piatti è Capasante al carbone con 'Nduja e Salsa Verde.
C'è chi pensa che col peperoncino in quantità non ci sia vino che tenga: le papille gustative e il palato sono sopraffatti. Per uscire dagli schemi, provate un piatto di spaghetti con 'nduja abbinandoci un Mezcal Marca Negra, cento per cento agave, dal gusto rotondo e leggermente affumincato come la ‘nduja. Una piacevole sorpresa.
Come mangiare la 'nduja
Si tratta di un prodotto gastronomico molto versatile che in cucina (e a tavola) può essere impiegato in tanti modi diversi. Il modo migliore per degustare la 'nduja in purezza è quello di spalmarla su fette di pane rustico tostato e caldo. Servitela in questo modo per accompagnare aperitivi a base di cocktail o di bollicine. La 'nduja è ottima anche con i primi piatti. Scaldatela leggermente insieme al sugo scelto e mantecate spaghetti o pasta fatta in casa (non all'uovo). Potrete anche sostituirla al peperoncino nella classica aglio e olio. Ottima anche per dare gusto e carattere alla pizza, la 'nduja, è perfetta per arricchire una semplice margherita ma anche per creare nuovi condimenti per pizze regionali e gourmet. Potrete servirla anche con il carrello dei formaggi insieme a marmellate e composte, è buonissima per accompagnare il sapore di formagdi stagionati e semi-stagionati. Usatela per dare gusto e vigore a tutte quelle preparazioni come polpette, panzerotti, frittelle salate e, perché no, anche supplì e arancini di riso. Provatela infine per insaporire le vostre frittate e le vostre omelette.
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n appetito.
Ogni uomo è colpevole del bene che non ha fatto