Gnocca forum
Escortytrans.it
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Lemmy
Jr. Member (190 post)
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Grazie Vuotopieno e Dindi,

mi avete fatto conoscere una Milano che avrei mai potuto immaginare.
E' vero che sono ricordi (molto vivi) legati all'infanzia, anche io ne ho, ma non di questa città essendo siciliano.

La storia di Marina mi evoca Princesa di De Andrè
dulcemuchacha
Full Member (88 post)
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me dispiace che la tua amica abbia scelto la via più facile..conosco una donna che più che vendere il suo corpo vendeva la sua anima..un giorno si resse conto di sentirse vuota senza di essa e tento il siucidio.tagliuzzo il suo corpo che tanto amavano gli altri e lei ripudiava..grazie a dio e riuscita a cavarsela e ritrovo la sua anima smarrita..oggi quelle ferite esterne sono guarite,ma quelle interne non guarirano mai perche ancora le sente nel profondo sanguinare, e lo faranno sempre..ma almeno lei ora puo goderse dei suoi nipoti e della sua famiglia..besitos Dulce
rookie
Jr. Member (157 post)
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Dindi:

4 o 5 lustri prima di te

Zona p.zza Brescia quando l' Olona era ancora scoperta.

Il cortile pullulava di ragazzini ridenti e urlanti. ( le italiane dopo la guerra facevano più figli degli extracomunitari oggi ). Tanti amici, tanti fratelli, tanti cugini.
La nutella non c' era ancora ma spalmavamo sulla mezza michetta il " formaggino" di cioccolata.
Le classi erano di 30 - 35 allievi.
Riscaldamento rigorosamente a carbone: quando mi soffiavo il naso d' inverno il moccio era nero!!
Passatempo favorito andare a caccia di lucertole col tirasass.
I palazzi crescevano come funghi, stare li a guardare il cantiere era uno spettacolo.
Anche io avevo un "mio fratello" maggiore che era l' affidatario di tutti i segreti della vita e del sesso.
La merendina dei giorni fortunati era la veneziana, tonda come un seno e tutta coperta di zuccherini.
La strada sotto casa di terra battuta fino a ieri, oggi te la asfaltano.
Alla fiera campionaria si scavalcava il muro e dentro a farsi dare i cono assaggio di panna montata fatta con le prime macchine automatiche.
La nebbia era + fitta e ci si perdeva anche tra piazza Brescia e piazza Piemonte.
Sul tram c' era il bigliettaio.
Le prime radioline a transistor e l' hula hop erano le poche diavolerie che venivano dall' estero.
I giapponesi copiavano le auto europee.....

Il ricordo colloca queste cose in una dimensione mitica che ingigantisce e migliora tutto, cieli + limpidi, neve + bianca, persone + belle, amici + puri.

Vale per me per i primi anni '50, per te per la metà dei '70, per i ragazzini di oggi quando ricorderanno.

La memoria della propria infanzia è parente stretta del sogno, quello notturno e quello ad occhi aperti.

Grazie per aver sognato con noi.

Bellissimo post e bellissimo commento! mi complimento con entrambi x la maestria con la quale ci regalate uno spezzone di vita che fu, e, al tempo stesso, stuzzicate la nostra memoria in angoli remoti e ahimè dimenticati. Grazie.
È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione. (Gordon Gekko)
Dindi
KING (2355 post)
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4 o 5 lustri prima di te

Zona p.zza Brescia quando l' Olona era ancora scoperta.

Il cortile pullulava di ragazzini ridenti e urlanti. ( le italiane dopo la guerra facevano più figli degli extracomunitari oggi ). Tanti amici, tanti fratelli, tanti cugini.
La nutella non c' era ancora ma spalmavamo sulla mezza michetta il " formaggino" di cioccolata.
Le classi erano di 30 - 35 allievi.
Riscaldamento rigorosamente a carbone: quando mi soffiavo il naso d' inverno il moccio era nero!!
Passatempo favorito andare a caccia di lucertole col tirasass.
I palazzi crescevano come funghi, stare li a guardare il cantiere era uno spettacolo.
Anche io avevo un "mio fratello" maggiore che era l' affidatario di tutti i segreti della vita e del sesso.
La merendina dei giorni fortunati era la veneziana, tonda come un seno e tutta coperta di zuccherini.
La strada sotto casa di terra battuta fino a ieri, oggi te la asfaltano.
Alla fiera campionaria si scavalcava il muro e dentro a farsi dare i cono assaggio di panna montata fatta con le prime macchine automatiche.
La nebbia era + fitta e ci si perdeva anche tra piazza Brescia e piazza Piemonte.
Sul tram c' era il bigliettaio.
Le prime radioline a transistor e l' hula hop erano le poche diavolerie che venivano dall' estero.
I giapponesi copiavano le auto europee.....

Il ricordo colloca queste cose in una dimensione mitica che ingigantisce e migliora tutto, cieli + limpidi, neve + bianca, persone + belle, amici + puri.

Vale per me per i primi anni '50, per te per la metà dei '70, per i ragazzini di oggi quando ricorderanno.

La memoria della propria infanzia è parente stretta del sogno, quello notturno e quello ad occhi aperti.

Grazie per aver sognato con noi.


Beati coloro che sanno ridere di se stessi perché non finiranno mai di divertirsi. ( Tommaso Moro )
neo_69
Super Hero (1105 post)
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prima vuoto...ho apprezzato l'affresco che hai fatto della tua Milano dell'infanzia...preludio bello e disincantanto alla vicenda che hai poi raccontato dopo....

nessuno capisce la tragedia di chi nasce di un sesso nel corpo dell'altro....e il percorso e' sempre in salita, anche quando cambi sesso.....

sei sempre sotto esame....non sei mai ne di qua' ne di la'.....in una societa' che e' chiusa e bigotta nei confronti di queste cose....

cmq...mi spiace per la tua amica.....

speriamo che almeno abbia trovato la pace che cercava.....



Neo
bucanero
Account eliminato
Grazie Vuotopieno,

meditabondo mi inchino in religioso silenzio, confortato dal pensiero dell'allegria che pur c'è stata

Saluti

Bucanero
eternoinnamorato
IMPERATOR (17901 post)
K+ 1423 | K- 1047

Ciao vuotopieno


Grazie per averci raccontato un altro spaccato della Tua Vita....


""La ragazza"" e' stata parte della Tua vita,    E' parte della TUA vita.

ed ora anche della NOSTRA anche se solo nel ricordo...



Un Abbraccio alla Cara Amica che non c'e' piu'.
In caso di Necessita' Contattate il Nostro Moderatore GIZUR
fabrione
Sandokan (1647 post)
K+ 567 | K- 295
.. triste ma bello.. fine dolorosa veramente..
Grazie
Vuoto "grande" Pieno
YOU CAN NOT IMAGINE THE IMMENSITY OF THE FUCK I DO NOT GIVE
sephirot
Full Member (26 post)
K+ 15 | K- 10
racconto di intensa emotività.
Credo purtroppo che il percorso di Marina non sia un caso isolato.
vuotopieno
KING (2581 post)
K+ 1300 | K- 254
Negli anni ‘80 abitavo in una via dei Navigli, in una casa di ringhiera tinta giallo “Vecchia Milano”, solo che non era una nuance di moda ma proprio il colore tipico delle case vecchie meneghine.
Chi ci abitava non se ne vantava  e per molti come me, il bagno era fuori sul ballatoio in comune.

Non era la zona come la conoscete  oggi, ma  un crogiolo  umano: vecchi e veri milanesi si mischiavano a famiglie numerose meridionali, studentesse straniere  vendevano lezioni d’ amore, anime in rovina in cerca di paradisi artificiali,  locande  in cui uccidersi con vino e carte; osterie in cui il brodo caldo era un piatto di felicità. Gli obesi barconi portavano stancamente la sabbia alla Darsena.

Non esistevano locali trendy ma studi diroccati di pittori e artigiani del lego e del ferro, alcune signore facevano ancora il bucato al Vicolo dei lavandai; c’era Tommaso, un signore grasso e pittoresco che vendeva giocattoli e scherzi ai passanti, è sempre vissuto così, con le sue buffonate ha dato da mangiare a suo figlio con problemi psichici.

Noi bambini giocavamo a pallone in strada e l’omino dei gelati  con la sua moto-frigo, dopo una dura giornata di lavoro, a volte ci regalava qualche cono 2 gusti, rimaneva sempre stracciatella e nocciola.

I negozi avevano lunghe liste di crediti di famiglie dove il lavoro significava sudore, ma era la consuetudine, semplice gustare una porzione di lasagne calde o un pollo allo spiedo e pagare al prossimo mese, “grazie Luigi!”
Noi ci sentivamo fortunati perché avevamo la piscina Argelati “in casa” e il gelato di Orsi , e poi i Navigli, non erano “fighetti” come adesso e noi ci pescavamo tinche, cavedani  e alborelle durante le secche, scendevamo giù con i gambali verdi, che nostalgia!

Le notti d’inverno le strade malamente illuminate erano quadri impressionisti.
Qui è dove ho vissuto gran parte della mia vita e qui ho conosciuto Marina, una persona meravigliosa.
Marina abitva con altre sue amiche in alcuni monolacali nello stesso mio condominio di ringhiera, Marina e amiche erano delle trans.
Avevamo fatto amicizia, lei si divertiva a prendermi in giro e facendomi piccoli regali, avevo 10 anni e vedere questa magnifica creatura che mi copriva di attenzioni mi inebriava, alta e slanciata, con i capelli corvini lunghi che sottolineavano la sua leggiadria di stare al mondo. Lasciava dietro il suo passaggio magnifici e intensi profumi.

Un girono mi fù rivelato che proprio donna non era, ma non cambiò nulla per me, tipica apertura mentale del bambino non ancora inquinata da una società malata in cui, se non rientri nei canoni della “normalità” sei qualcosa da aggiustare o rottamare.
Marina di notte al castello Sforzesco, vendeva ciò che le donne non potevano vendere, faceva tanti soldi, e tanti ne regalava, donava anche sensuali abbracci e sesso a bei ragazzi, a mio fratello di 25 anni per primo.

Mio fratello mi raccontò anni dopo che era dolce e premurosa, anticipando ogni desiderio, ogni dettaglio voglioso mentre lo stavi ancora immaginando.
Portava allegria e simpatia nel cortile, faceva feste dove tutti erano invitati, univa e non divideva, come se fosse in debito, come per scusarsi per come era, la sua generosità commuoveva.

Molte persone voltando la testa le gettavano merda addosso con gran signorilità, però, alla sera cercavano il calore del suo corpo. Questo, la faceva sentire in un abisso di solitudine.
Marina cominciò un percorso personale, un percorso per il cambio del sesso.
Le amiche le sconsigliarono vivamente l’intervento:” Che non sarebbe stato più come prima.” “Che avevano sentito… “ “ Che altre avevano riferito…” Ma tutto era ancora agli albori in Italia e si sapeva poco, tutto nebuloso, e  lei,  voleva essere più femmina possibile. Si sentiva femmina fin da bambino, se ne accorse quando si sorprese a guardare i maschietti , preferendo i vestiti da femmine, guardandosi allo specchio non riconoscendo quel bambino, bello sì, effeminato sì, ma sempre maschietto. Lo desiderava, lo voleva, finalmente liberare la farfalla dal bozzolo non riconosciuto.

Lo psicologo diede l’OK:”Marina, sei pronta”.  Marina cambiò sesso, ora sì, più vicina a se stessa.
Non è stato semplice, non è stato veloce,  quanto è difficile rinascere in un altro corpo?
In men che non si dica iniziarono i problemi,  il lavoro inizialmente aumentò, era l’unica in zona operata e tutti volevano provare, ma dopo un mese o due, ci fù il tracollo, faceva poco, poco, cominciò col “mangiarsi” i risparmi, iniziò a cercarsi un lavoro “normale”, ma non lo trovò, non aveva nessuna esperienza, e poi… quando capivano.

Mio fratello ci fece l’amore e mi disse che fù una pena, Marina da dolce divenne  aggressiva,  tra le lacrime disse a mo fratello che non riusciva più a godere, provava sì piacere ma blando e non aveva lo sfogo dell’orgasmo,  il suo viso aristocratico divenne triste come un Pierrot.

E oltre al corpo, qualcosa cambio, qualcosa  si ruppe nella sua anima.
Dopo qualche mese Marina ritornò al suo paese, mi salutò facendomi l’ennesimo regalo e mi disse che sarebbe ritornata, suggellando la promessa con uno sguardo profondo e triste.
Non avemmo più notizie per quasi un anno, si eclissò.
Un pomeriggio, il silenzio del cortile assolato fù squarciato dalle urla di Paola, una sua amica… urla di disperazione e incredulità…  ricevette una telefonata…” Marina non c’è più”.

La  fragilità incontrò la sensibilità femminile, entrambe rinchiuse in  un corpo non riconosciuto, in trasformazione, non amato, e non più amabile.
Marina, una splendida persona, si tolse la vita tagliandosi le vene dei polsi a soli 27 anni.

Io la conoscevo bene.






Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
Moscarossa