https://www.lastampa.it/tor…
PINEROLO. Nel 2018 era finito nel mirino di Max Laudadio, inviato di Striscia la Notizia, perché era stato sorpreso a vendere auto con i contachilometri «taroccati». Ieri l’imprenditore Paolo Jahier, commerciante di auto di lusso noto nel Pinerolese, è stato condannato a 7 anni e 2 mesi di reclusione per episodi di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, usura aggravata, autoriciclaggio e persino favoreggiamento della prostituzione. Il procuratore aggiunto Cesare Parodi aveva chiesto 10 anni e 10 mesi, ma il giudice ha riconosciuto la continuazione con altri episodi di bancarotta (tra cui il crac di un’altra società
e ha inflitto una pena nel complesso più bassa.
Il cuore dell’inchiesta affidata ai militari delle Fiamme Gialle riguardava una presunta «lavanderia» di denaro frutto di evasione e altri illeciti: quattro le società che sarebbero state spolpate o alleggerite di asset e utili, per sottrarli ai radar del fisco e ai creditori. La ricchezza così ottenuta sarebbe stata poi sistematicamente reimpiegata in nuove attività economiche o, in alcuni casi, data in prestito a tassi usurari. Inoltre l’imprenditore era accusato di aver affittato a una escort un locale di proprietà dello zio, il Macumba, affinché ne facesse una "casa di prostituzione" (come è stata definita dall'accusa), con tanto di asciugamani e lenzuola pulite.
Con l’imprenditore, alla sbarra c’erano anche il padre 90enne (che secondo gli inquirenti avrebbe fatto da schermo al figlio nella titolarità di beni, depositi e attività
e l’avvocata torinese Patrizia Fagioli, che doveva rispondere di usura. Per lei il pm ha chiesto quattro anni di reclusione e 11mila euro di multa, ma ieri è stata assolta da tutti gli addebiti. Condannata a 2 anni la sua presunta vittima, Aldo Antonio Frassanito, che era a sua volta accusato di usura a danni di altri. Jahier senior invece è stato condannato a 18 mesi con pena sospesa.
PINEROLO. Nel 2018 era finito nel mirino di Max Laudadio, inviato di Striscia la Notizia, perché era stato sorpreso a vendere auto con i contachilometri «taroccati». Ieri l’imprenditore Paolo Jahier, commerciante di auto di lusso noto nel Pinerolese, è stato condannato a 7 anni e 2 mesi di reclusione per episodi di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, usura aggravata, autoriciclaggio e persino favoreggiamento della prostituzione. Il procuratore aggiunto Cesare Parodi aveva chiesto 10 anni e 10 mesi, ma il giudice ha riconosciuto la continuazione con altri episodi di bancarotta (tra cui il crac di un’altra società
Il cuore dell’inchiesta affidata ai militari delle Fiamme Gialle riguardava una presunta «lavanderia» di denaro frutto di evasione e altri illeciti: quattro le società che sarebbero state spolpate o alleggerite di asset e utili, per sottrarli ai radar del fisco e ai creditori. La ricchezza così ottenuta sarebbe stata poi sistematicamente reimpiegata in nuove attività economiche o, in alcuni casi, data in prestito a tassi usurari. Inoltre l’imprenditore era accusato di aver affittato a una escort un locale di proprietà dello zio, il Macumba, affinché ne facesse una "casa di prostituzione" (come è stata definita dall'accusa), con tanto di asciugamani e lenzuola pulite.
Con l’imprenditore, alla sbarra c’erano anche il padre 90enne (che secondo gli inquirenti avrebbe fatto da schermo al figlio nella titolarità di beni, depositi e attività
