L’avvenimento è un po’ datato, risalente alla fine di aprile, ma vorrei comunque narrarvelo. Mi teletrasportai sotto la casa del piacere asiatico e dopo un rapidissimo squillo al telefono la mamasan mi fece entrare. L’avevo intravista fuori, mentre posteggiavo, e avevo pensato che non fosse affatto male. Mi fece accomodare in una stanzetta ordinata e pulita dicendomi che la sua amica sarebbe arrivata dopo un po’ e che nel frattempo mi avrebbe fatto lei un massaggio. Non sono un amante di queste cose ma accettai più per cortesia che altro. Rimasi quindi in mutande e, dopo avermi fatto mettere sul letto a pancia sotto, iniziò a massaggiarmi la schiena e le gambe. Il mio birillo, però, si svegliò e iniziò a prendere in mano la situazione. Allungai una mano sulle sue gambe e nulla, poi salii sul culo e nulla, allora deviai fino a una tetta e nulla, anzi, un bel sorrisetto malizioso. Al che mi girai e mi misi a sedere, lei continuò a massaggiarmi le spalle e io le misi una mano sulla camicetta e gliela sbottonai. Altro sorrisetto. Mi avvicinai e le misi la lingua in bocca, sulle prime ci stette, poi disse “io fumo” ma le feci capire che non mi interessava e tornammo a intrecciare le lingue. Nel frattempo, le aprii il reggiseno da dietro e spuntarono due tette davvero degne di nota, sode, consistenti, saranno state una bella quarta piena. Immediatamente mi gettai con la lingua sui suoi piccoli capezzoli scuri e la porcellina iniziò a respirare affannosamente. Nel frattempo, dall’altra stanza si sentiva la sua amica godere a causa del cazzo di qualche collega che la stava trapanando. Questa cosa mi eccitò a morte, tant’è che il mio birillo saltò fuori dai boxer per salutare la mia compagna e le sue magiche tette. Glielo mostrai e lei disse “no, questo fa amica…!”, non le diedi peso e continuai a succhiarle le tette, sfilandole del tutto la parte superiore dell’abbigliamento. Stesi la porcellina sul letto e in questo modo, dopo essermi denudato completamente, continuai a leccarle le tette premurandomi di metterle un ginocchio in mezzo alle gambe per sentire se avesse iniziato ad usarlo per strusciarvici contro. E infatti, dopo qualche minuto di limone e leccate di tette, prese a strusciare la sua patata contro la mia gamba, di conseguenza il bacio divenne molto più profondo e il coinvolgimento più completo. Le slacciai e sfilato via i pantaloni lasciandola in mutande, di tanto in tanto lei ripartiva con la storia del “no, amica mia fa questo…!”, mentre la sua amica veniva sonoramente scopata nell’altra stanza. Ripartite le lingue in bocca il mio birillo iniziò a pretendere la sua parte, mi staccai quindi dalla sua lingua e scesi per leccargliela ma lei ha chiuse le gambe col solito “no… amica…!” sorridendo gliele scostai leggermente di lato scoprendo il suo frutto del peccato “tua amica sta godendo molto, adesso io faccio godere te!”, le aprii leggermente la patata e le passai la lingua sul grilletto, giusto per farle capire che non avrei lesinato impegno nel farla godere. Rimase immobile e io leccai ancora, ancora e ancora, fino a che non vidi la sua testa ricadere sul letto e sentito che iniziava a mugolare di piacere. Con lenta destrezza sfilai via le sue mutandine e lei, ormai presa dalla cosa, mi agevolò lanciandole via col piede. A quel punto potetti dedicarmi alla sua patata come piace a me, completamente e profondamente. Mentre lei iniziava a godere sul serio mi parve corretto allungarmi e posizionare il mio birillo vicino alla sua testa, appena se ne accorse lo afferrò e iniziò uno dei pompini più clamorosi della mia vita, leggero, profondo, bagnatissimo. La ribaltai sopra di me in un perfetto sessantanove, la sua fighetta era scura, apertissima, con una leggera e curata peluria, un piacere da leccare, profumatissima e parecchio bagnata. Il mio birillo poi, mamma mia che trattamento. Le infilai due dita dentro e la porcellina mugolava di piacere mentre aveva la bocca piena, iniziai a scoparla con la mano alternando delle vere e proprie pompate con sessioni di ricerca del punto G. In risposta lei apriva le gambe al massimo e premeva con la fighetta contro la mia lingua. Proprio in quel momento mi accorsi del rumore di porta che si chiude nell’ingresso e di quella della nostra stanza che si apre. A pochi metri da me apparve la sua amica che ci guardò stupita e sorridente. La mamasan cercò di rialzarsi ma non troppo convinta, io ne approfittai per succhiarle il clitoride mentre con una mano afferrai il polso della sua amica. Questa aveva un viso davvero bello, non molto alta ma molto ben proporzionata. Indossava un babydoll nero e dei tacchi non molto alti. Con la fica della mamasan in faccia non riuscivo a vedere molto di più. La tirai vicino e non oppose alcuna resistenza, nemmeno quando le infilai una mano in mezzo alle gambe. Ovviamente non aveva mutandine e la sua fichetta era fresca di lavaggio. Presi a tormentarle in clitoride e lei si allontanò per poi scendere con la bocca aperta contro la mia ed intrecciare le nostre lingue. Dopo averla limonata a dovere le bloccai la testa con le mani e la sospinsi verso la fica della mamasan, che nel frattempo aveva ripreso a succhiarmelo in quel modo divino. L’amica aprì la bocca e prese a leccare la fica della mamasan, io leccavo il suo collo e quando c’era spazio anche per me l’aiutavo con la fica della mamasan. Dopo un po’ mi sfilai, il rischio di finire troppo presto con quella bocca divina era concreto. Mi sollevai e misi la lingua in bocca all’amica che ricambiò immediatamente. Aveva delle labbra morbidissime e abbondanti, liscissime, una droga. Presi anche la mamasan e la condussi vicino a noi per limonare in tre, mentre ad ognuna di esse avevo infilato due dita dentro la fica. Era un turbinio di lingue, tette, profumo di fiche. Da impazzire di piacere. Ad un certo punto l’amica prese in mano la situazione mi spinse con una forza insospettabile sul letto, caddi e lei mi si sedette sulla faccia. Intrecciammo le mani e lei si calò con la fica sulla mia bocca, alla giusta distanza per farsela leccare a dovere. Era completamente rasata, morbidissima, con le grandi labbra belle cicciotte e le piccole completamente aperte. Fu immediato trovare il suo grilletto e dedicarmici con tutta l’anima. Per qualche istante persi contatto con la mamasan ma al momento poco mi interessava. Avevo su di me una bellissima fighetta cinese che godeva e lo spettacolo visivo dalla mia posizione era decisamente appagante. Sentii il mio cazzo tornare in mano alla mamasan, caldo, piacere, tantissimo caldo e tantissimo piacere. Sulle prime credetti fosse tornato nella sua bocca meravigliosa ma poi vidi la sua testa fare capolino in alto e prendere a baciare l’amica sopra di me. Si era infilato il mio cazzo, così, al naturale. Pensai di tutto il quel momento, ovviamente la questione igienica in primis, ma il piacere era così intenso da tutti i miei sensi, che non riuscii ad oppormi in alcuna maniera. Con tutto il cazzo dentro la mamasan non si muoveva in su e in giù, stava ferma piantandoselo più in fondo possibile e sollecitava il suo clitoride contro il mio pube. Era un modo di scopare nuovo ed estremamente piacevole, mi faceva sentire tutto il suo corpo da dentro. Afferrai per il culo l’amica che aveva la figa sulla mia faccia e decisi che, se fosse dovuto andare male qualcosa, sarebbe stata una morte onorevole e che avrei fatto tutti gli esami del caso (risultati negativi poi) astenendomi da qualunque pratica sessuale fino ai referti. Mi avevano preso, rapito, ero loro. Cercai di migliorare la leccata di figa all’amica, che mi piaceva moltissimo esteticamente, ma non ottenni molto più che i suoi mugugni. Nel frattempo, però, la mamasan aveva preso a dimenarsi con molto più vigore e i suoi gemiti divennero molto forti, ogni tanto scambiavano qualche parola in cinese tra loro, ridacchiando come due troie e guardandomi. Poi mamasan alzò la voce di colpo e si piegò di lato in preda all’orgasmo. Sentivo la sua fica pulsare intorno al mio cazzo, una sensazione favolosa e inaspettata. Una sensazione di bagnato sul mio pube e poi si sfilò lasciando il mio cazzo al freddo, durissimo e pulsante anch’esso, quasi in preda all’orgasmo. L’amica fece un balzo e lo prese in bocca, vincolandomi in un sessantanove, questa volta con lei. Il pompino era buono ma non come quello della mamasan, che cercavo di scorgere di lato per vedere cosa stesse facendo. Quando finalmente riuscii a inquadrarla nuovamente mi lasciò letteralmente di stucco. Era sdraiata, a gambe aperte, e aveva preso a masturbarsi mentre ci guardava. La sua fica era fradicia, aperta. Vide che la guardavo e mi sorrise. Il mio cazzo reagì arrivando ad un passo dall’orgasmo ma non volevo venire in quel modo. Mi sfilai da sotto la bella cinesina e la rovesciai sul letto, a fianco della mamasan presa a masturbarsi. Le aprii le gambe e con un solo colpo sprofondai nella sua figa cinese. Il piacere era meno potente di quello provato dentro la figa della mamasan ma comunque elevatissimo. Misi la lingua in bocca alla mamasan mentre pompavo l’amica che proprio in quel momento prese a godere come l’avevo sentita fare poco prima sotto i colpi di cazzo di qualche collega. Eccitantissimo, la femmina del piacere adesso era mia, con tanto di collaborazione della sua capa, intenta a limonarmi e a masturbarsi con crescente vigore. Scopai per un po’ la fica dell’amica, poi la feci girare e mettere a pecora. L’infilzai con grande facilità anche in questa posizione. La piccola fichetta cinese inarcò il culo verso l’alto mettendo il petto a terra, agevolando quindi una perfetta pecorina. Ringraziai afferrandole per i fianchi, con quella pelle liscissima, e pompandola con forza e dedizione, afferrandola di tanto in tanto per le piccole e bellissime tettine che sballonzolavano al ritmo della scopata. La mamasan ad un certo punto mi sfuggì, si infilò sotto la sua amica e con la testa spuntò sotto le mie palle che sbattevano contro i bordi della fica dell’amichetta che mi stavo chiavando. Le prese in mano e le strinse donandomi un nuovo tipo di piacere. La sua amichetta troia capì immediatamente la situazione e ruotò di quel tanto che bastasse per portare la sua bocca sulla fica della mamasan, prendendo a leccargliela appena a tiro. La capa rispose con qualche parola in cinese e riprese a mugolare più forte di prima dell’orgasmo. Facevamo molto rumore in effetti, le due femmine soprattutto. C’era un profumo di fica in quell’aria da levare il respiro, rumore di respiri, lievi sciabordii del mio cazzo dentro la bella fica cinese, ogni tanto dei gridolini di piacere. C’era una macchia degli umori emessi dall’orgasmo della mamasan sulla stuoia, trovai questa cosa estremamente eccitante. Sputai sul culo della mia puledrina da monta, facendole intuire che a breve l’avrei inculata. Le infilai in dito nel culetto, inumidendolo per bene, poi un altro e alla fine un terzo, mentre sbavavo tutto quello che potevo dentro il suo culo. Sembrava divertita, ogni tanto partiva una risatina con l’amica e qualche parola in cinese, poi si interrompevano per riprendere a godere sonoramente. Sfilai il cazzo dalla sua splendida fica rasata e la penetrai nel culo, fu facilissimo entrare e la femmina continuò a godere aumentando il volume dei suoi gridolini eccitantissimi. La pompai per bene quasi facendo delle flessioni in appoggio sulle sue anche. Dopo un po’ di questo trattamento la troietta urlava di piacere, era fantastico! Sentivo lo sperma iniziare a gorgogliare, quasi allo stremo dal poterlo trattenere ancora. Sfilai il cazzo dal suo culo apertissimo, era pulito, credo che la zoccoletta si fosse fatta un bel lavaggio prima, da vera professionista. Presi una delle salviette che c’erano sul comodino e lo ripulii per correttezza. Non capivano, credevano fossi venuto probabilmente. La piccola amica, col culo ancora aperto ed ansimante, si gettò di lato sul letto, sorridente. La mamasan rimase a pancia in su, con quelle tettone favolose in vista e le gambe oscenamente aperte. Mi avvicinai a lei e la penetrai nuovamente, con sua sorpresa. La mia infilata fu accompagnata da un'altra risatina di gruppo che scomparve immediatamente non appena diedi due pompate decise. “Adesso ti sborro dentro la fica, sai?” dissi, “Si, amole, sbolla dentro mia fica, plego!” rispose la troietta completamente aperta dal mio cazzo. La sensazione di piacere era immensa, la penetravo con un’erezione poderosa, lento, profondo, e quando arrivavo al suo utero la troia si contorceva di piacere “si, scopa, bello, piace, scopa me!”. Era spettacolare da vedere e da scopare, eccitante al punto tale da essermi fatto decine di seghe nei giorni a seguire ripensando a quell’esatto momento. Proprio in quell’istante l’amica piccoletta si mise dietro di me, passò una mano sotto le mie palle rigonfie e afferrò il cazzo. Raccolse la pelle del mio cazzo in fondo ad esso, in questo modo, il piacere dato dello sfregamento del glande contro le pareti della meravigliosa fica della mamasan raddoppiava di intensità dato che nella fase uscente esso non veniva più ricoperto dalla pelle, rimanendo quindi a contatto perenne con la pelle calda, bagnata e sofficemente stretta delle intimità della mia amante. Con l’altra mano teneva ben stretti i miei testicoli, spremendoli. Allargai le gambe per agevolarla e mi gettai con la bocca aperta sulla mamasan la quale immediatamente intrecciò la lingua con la mia, aumentando il piacere a livelli impensabili. Il contatto del mio petto con le sue bellissime tettone, le mani intrecciate, il cazzo durissimo sprofondato dentro lei e la sua amica che si occupava di strizzarmi i coglioni e mantenere quando più possibile il contatto pelle a pelle dei nostri sessi mi fecero letteralmente esplodere in uno degli orgasmi più potenti e soddisfacenti della mia intera vita. La piccola amica strizzava il mio cazzo e le palle mentre venivo, in modo magistrale, prolungando e manipolando l’orgasmo. Mi sentii svuotato, felice, appagato. La caldissima fica della mamasan tratteneva come una ventosa di piacere il mio cazzo, anche dopo l’orgasmo e la sua lingua meravigliosa faceva il resto. Non so quanto tempo rimanemmo in quella posizione, baciandoci, con l’amichetta che mi accarezzava le palle e la schiena. Quando sfilai il cazzo un fiotto di sperma uscì con esso, era tantissimo e gocciolava fuori dalla sua fica in abbondanza. Baciai profondamente anche l’amica, mentre la mamasan mi ripulì accuratamente con le salviette.
Solo a quel punto tornai sulla terra, le paranoie per averlo fatto senza protezione e il pagamento del dovuto (1VU + 20) mi riportarono immediatamente con i piedi al suolo. Ancora baci profondi per le mie amichette cinesi, fino alla porta per il saluto finale fatto con entrambe le troiette con una mano ciascuna sul mio pacco “Tu tolna, noi scopale ancola così, mia fica felice!” disse la mamasan, mentre la porta si richiudeva alle mie spalle.
Come dicevo prima, sono uscito col terrore, ho fatto tutti i test e grazie al cielo sono negativi. Mi sono astenuto nel frattempo da qualunque pratica sessuale, anche dai baci, per tutto il tempo necessario. Non ripeterò mai più una cosa così rischiosa, mai più. Ma se tornassi indietro lo rifarei perché certe sensazioni di piacere e quel livello di appagamento io non l’avevo mai provato in vita mia. Liberi di esprimere il vostro dissenso, lo rispetto e lo condividerei anche a parti inverse. Per me è stata la scopata del secolo e non credo che avrò mai più una simile esperienza, per cui va bene così.
Wiva la patata!