La mia gratitudine per le donne sarà per sempre, creature misteriose e delicatamente fortissime.
Ma non c’è nulla da fare, amo di più passare il mio tempo con gli uomini, forse perché, sono rimasto un immaturo alla perenne ricerca del modello da imitare, forse perché alcuni mi fanno proprio ridere, forse perché alcuni mi hanno insegnato tutto senza volere nulla in cambio.
I miei fratelloni.
Già, molto più grandi di me, hanno fatto malamente le veci del papà.
Uno mi portava alla domenica a vedere tutti i film di Hong Kong , non solo quelli di Bruce Lee, il guaio era che mi dava sonori scappellotti se non ricordavo il nome di un cazzo di attore orientale, ma a me, tranne Bruce, sembravano tutti uguali! Dovevo conoscere le tecniche differenti usate e le armi bianche.
All’uscita dal cinema Jolly, e nel ritorno a casa dovevo ripetere la banale e “intrecciata” trama… altrimenti… giù scappellotti come noci di cocco.
In questo clima sereno, mi insegnò a 12 anni alcune tecniche di Karate e Jeet Kune Do, ma diceva che dovevo metterle in pratica, magari con l’altro fratello, così feci.
Volli dimostrare il mio valore di esperto combattente, in una pubblica dimostrazione, diciamo “per finta” gli rifilai un potente calcio in mezzo ai coglioni, si stese per 15 minuti sul selciato, senza fiato. Mi sentii fortissimo e fiero!
Ripresosi, fummo sonoramente menati a forza di schiaffoni, prima all’insegnante e poi l’allievo, nessuna tecnica ti salva da un fratello infuriato. Lì, imparai che un uomo con una motivazione è più forte di tutto.
Dopo le botte meritate dal mezzano, qualche anno più tardi, quest’ultimo pensò bene, che la crescita di uomo doveva essere precoce.
Andai a lavorare saltuariamente con lui, perché la paghetta doveva essere meritata, la scuola era un privilegio mica un diritto.
Al sabato mi portava in discoteca con la sua compagnia, io 14 anni loro sui 23… non è che fossero proprio entusiasti della mia presenza, ma mio fratello rassicurava tutti vantando inesistenti doti di ometto maturo.
Dovevo farmi la barba anche se avevo 5 peli sparsi, sapere le canzoni degli: Abba, Battisti, De Andrè, Collage, Cugini di campagna, Matia bazar… “Meravigliosamente” e “Tu mi rubi l’anima” mi hanno trasformato la mente!
Fumai la prima e ultima Marlboro… in macchina incontrai Giada la rossa:”Vedi, lei ti insegnerà a baciare veramente” fece mio fratello con ghigno luciferino.
Cazzo, sento ancora la sua lingua che esplora il mio palato, senza respiro venni nei pantaloni alla vista di due enormi tette, credo siano passati 80 secondi.
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evi imparare a guidare: auto e moto”- “Ma ho paura, poi l’Honda 600 no no.” “Tranquillo, ci sarò io dietro”. Risultato: moto semi-distrutta e Audi seminuova con più righe della Juventus.
Alè, il Cinema Jolly da proiezioni di seconda visione si trasformò in visioni di figa da vicino, troppo vicino.
“Scusi, il ragazzino non può entrare”- “Quale ragazzino?”- Disse mio fratello con aria svagata mentre allungava il 2.000 lire extra. Da allora vidi una pletora di fighe e cazzi eiaculanti.
Il miglior amico e le risate da piangere.
Il barista ligure buttava giù madonne ogni volta che ci sedevamo senza consumare, come dargli torto?Ma le tasche erano vuote…
Un giorno, così per caso, scovammo un ladro di brioche, e per contraccambiare la sua ospitalità, decidemmo di indicargli il mangiatore mariuolo, il proprietario del bar farfugliò qualcosa che però non sembrò un grazie.
Pensavamo di avere un piccolo credito, ci sedemmo a parlare… ma dopo 5 minuti venne e disse:&rdquo

ai, via, fuori fuori…”
Io e il mio fraterno amico cercammo la vendetta, tremenda vendetta.
Al mercoledì c’era il mercato, e il genio… alla chiusura, giaceva lì, priva di vita, una gallina nuda putrescente, intera. “Vieni con noi cara, daremo un senso alla tua vita da batteria”.
Entrai nel bar portando l’ex-pennuto sotto il giubbetto, lo infilai nella turca a forza, essa, rimase lì a metà con il didietro all’insù,e poi con meritata soddisfazione ci pisciai sopra, la gallina faceva da tappo, quindi si creò un bel laghetto giallo.
Sentimmo le urla e le bestemmie in genovese da fuori il tabacchi, il barista si guardava intorno rosso mentre schiumava rabbia…” madonna…argh argh…”
Il mio amico entrò nel bar:”Sig. Roberto, ho visto chi è stato”-“Ah si? Chi? Dimmelo, dimmelo!”-
“Il ladro di brioche”.
La pista anarchica.
Io e il mio amico attraversammo la fase piromane insieme.
Prima volevamo vedere se come nei cartoni animati una moto col motore acceso continua ad esserlo anche sott’acqua. Il mio amico disse che c’era sempre un motorino privo di catena al numero 15 dell’Alzaia, quindi, secondo lui, rubato!
“Va bene, prendiamolo”- Lo accesi e lo gettammo nel naviglio, il povero motore fece solo: bluopp.
Neanche una bollicina a darci soddisfazione. Purtroppo, dopo qualche giorno, seduti al bar di Roberto, vedemmo il legittimo proprietario tirare su il suo vecchio ciclomotore, già pieno di alghe come il Mostro della laguna.
“Ma scusa, non era rubato?”- Il mio amico:” Adesso sì, è stato rubato”.
Un giorno, per scommessa, volemmo vedere se una grande scatola di cartone, accesa alla sommità, quanto poteva rimanere a galla prima di spegnersi, l’acqua avrebbe vinto lo sapevamo, ma per quanto tempo il fuoco poteva tenerle testa?
Così facemmo,il via dalla Darsena, il problema fu che, non prendemmo in considerazione due incognite: La corrente e le piante selvatiche cresciute ai margini, cespuglietti belli secchi.
Il cartone infuocato cominciò il suo allucinante viaggio radente la sponda destra del naviglio pavese, ad ogni urto regalava un poco di fuoco alla sterpaglia, che vivacemente prendeva fuoco, dopo 5 minuti c’erano una decina di piccoli incendi e un cazzo di cartone incendiario che non si spegneva.
Arrivarono i pompieri, curiosi, e la polizia … viaaaaaaaaaaaaaaa, ci dileguammo come neve al sole.
I nostri amici ci dissero che la polizia fece domande a tutti i presenti… erano incazzatissimi, Claudio, il “duro” della compagnia si preso pure uno schiaffone da un agente perché rispose a suo modo. Addirittura ci fu in piccolo trafiletto su “La Notte” in cui uno pseudo-giornalista vaneggiava di un possibile atto dimostrativo: una pista anarchica.
Ma no, fu solo un esperimento scientifico finito male, suvvia. Year of the cat passa nella mia radio-testa… la la la la…
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.