Undici tasti verso sud si trova la città di Forùmia,
è lastricata di nero ed in ogni blocco di marmo v'è incisa una storia.
Il viaggiatore che volesse leggerle tutte impiegherebbe tre vite.
È una città dove gli uomini si parlano senza mai vedersi, e chi volesse trovarvi moglie potrebbe trovarne talmente tante che infine ne uscirebbe avendone prese molte e sposata nessuna.
Se una città è il suo popolo, allora Forùmia non è nemmeno una città perché non ha abitanti, ma solo forestieri che vi si incrociano per i loro scambi.
Ma vedete, imperatore, non è nemmeno una piazza di mercato, ché già vi dissi, nessun si vede e nessun si tocca, ognun passa lasciandovi un che di suo, sian ora desideri o si tratti di ricordi, sian ora esperienze o triviali dicenze.
E man mano che il viaggiator vi passa, di tutto ciò le sue strade s'allungano, di quei blocchi, istoriati, di marmo nero dal contorno rosso che ogni minuto si aggiungono.
Mia, ma liberamente ispirata alle "Città invisibili" di Calvino
Nulla di ció é realtà. Trattasi di opera pseudoletteraria, delirio o illusione.
