Dovete andare oltre il tramonto, per giungere alla città di Farfàllia.
Non la si scorge dal mondo, perché situa in un avvallamento, tra segreto ed il condannato.
Era ben nota, oltre i suoi confini per due cose, le farfalle, come suggerisce il nome e, di conseguenza, la seta.
Ma il visitatore che non abbia avuto voglia di giudicare, quanto di comprendere e di gioire, non ha potuto non ammirare la bravura di molti dei suoi tessitori.
Nelle varie stanze dei suoi palazzi si trovano rotoli di drappi di seta dove sono ricamate storie.
Qua, su seta leggera, là più profonda, narrazioni di amori di un’ora o simpatiche conversazioni.
Accadde però che le farfalle della seta attirarono altre specie di farfalle, che si moltiplicarono.
Farfalle inutili, fastidiose, anche se di per sé inoffensive, ma tanti non riuscivano più a sopportarne il ronzio.
Alcuni dei più bravi tessitori della città se ne andarono, taluni smisero di tessere, altri abitanti anche tra i più retti, persero il lume della ragione.
Ora, Grande Kahn, mi chiedete se valga la pena visitare questo luogo e se io vi farò ritorno nei miei viaggi.
Orbene maestà, io vi rispondo che, è vero la città ha perso i fasti delle epoche che furono, e mi rammarico per molti dei tessitori migrati, ma contiene ancora i suoi tesori, di valore inestimabile, e vi sono tutt’oggi artisti che talvolta aggiungono qualche prezioso rotolo di seta istoriata.
Dunque, per quelli che son rimasti, continuerò a farvi tappa, facendo come loro, non badando al ronzio degli insetti ma concentrandomi solo sulle bellezze di questa città.
Come la precedente, mia, ma liberamente ispirata alle “Città invisibili” di Italo Calvino
Le farfalle e i farfalloni, ringraziano:
http://gnoccaforum.com/esco…
http://gnoccaforum.com/esco…
http://tinyurl.com/lkhxarpTorno subito...
Non la si scorge dal mondo, perché situa in un avvallamento, tra segreto ed il condannato.
Era ben nota, oltre i suoi confini per due cose, le farfalle, come suggerisce il nome e, di conseguenza, la seta.
Ma il visitatore che non abbia avuto voglia di giudicare, quanto di comprendere e di gioire, non ha potuto non ammirare la bravura di molti dei suoi tessitori.
Nelle varie stanze dei suoi palazzi si trovano rotoli di drappi di seta dove sono ricamate storie.
Qua, su seta leggera, là più profonda, narrazioni di amori di un’ora o simpatiche conversazioni.
Accadde però che le farfalle della seta attirarono altre specie di farfalle, che si moltiplicarono.
Farfalle inutili, fastidiose, anche se di per sé inoffensive, ma tanti non riuscivano più a sopportarne il ronzio.
Alcuni dei più bravi tessitori della città se ne andarono, taluni smisero di tessere, altri abitanti anche tra i più retti, persero il lume della ragione.
Ora, Grande Kahn, mi chiedete se valga la pena visitare questo luogo e se io vi farò ritorno nei miei viaggi.
Orbene maestà, io vi rispondo che, è vero la città ha perso i fasti delle epoche che furono, e mi rammarico per molti dei tessitori migrati, ma contiene ancora i suoi tesori, di valore inestimabile, e vi sono tutt’oggi artisti che talvolta aggiungono qualche prezioso rotolo di seta istoriata.
Dunque, per quelli che son rimasti, continuerò a farvi tappa, facendo come loro, non badando al ronzio degli insetti ma concentrandomi solo sulle bellezze di questa città.
Come la precedente, mia, ma liberamente ispirata alle “Città invisibili” di Italo Calvino
Le farfalle e i farfalloni, ringraziano:
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