È già stata una bellissima lotta, non mi tengo più, non voglio farlo. Le sciolgo le briglie, sentendola accelerare. E sono felice.
Facciamo quattro battute ed io, con un trucco che non è presente nemmeno nei libri di Tony Binarelli, faccio apparire un fiore.
Lei è sempre sorridente, ci capita di ridere e scherzare, ma questa volta quel sorriso è più forte, assieme all'incredulità nel cercare di capire il mio pessimo illusionismo. Quel sorriso è più profondo, è vero davvero. Non posso restarne impassibile, mi dirompe in ogni cellula.
Per arrivare alla macchina non so perché scelgo la strada più lunga. Entro e, se le cose più allegre che stavo ascoltando prima erano Joan Baez e i Cure, ora impazzo per le vie cittadine con del buon rock ad alto volume. Il tutto per la sciagurata visione dei passanti, costretti anche a sentirmi, mentre con la mia proverbiale sigaretta ed il finestrino aperto, me la sto anche cantando sorridente.
Al semaforo spunta la consueta ed insistente spazzola insaponata. Al contrario della mia solita, pacata ma incisiva mimica, sorrido e lascio l'obolo. Sì, effettivamente serviva, ci vedo meglio.
Proseguo il mio inascoltabile concerto mentre scivolo tra viali, palazzi, tra un'antica porta e l'altra, senza neanche prendermela con quelli che tagliano le corsie.
Quando al lato della carreggiata avvisto il mio incubo O.T.R, la malefica spillasoldi meccanica, la mia lancetta è troppo verso destra perché si possa far qualcosa in tempo.
Fanculo, sorrido pure al velox, così vengo fuori con la faccia simpatica.
Non vedo il lampo abbagliante del flash, così sorrido ancora, della beffarda speranza di chi forse l'ha fatta franca.
Lo sapevo già, ma forse non ricordavo, che un sorriso vero facesse tutto questo effetto.
Non chiedetemi cosa costa un sorriso vero. A prescindere dall'arrivo o meno della cartolina verde, non ha prezzo!
Nulla di ció é realtà. Trattasi di opera pseudoletteraria, delirio o illusione.