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eternoinnamorato
IMPERATOR (17909 post)
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Si infilò accuratamente la camicia di jeans nei pantaloni, anche quelli rigorosamente... un paio di jeans.
Controllò che fosse ben aderente per mettere in evidenza il ventre piatto, senza un filo di grasso.
Una volta abbottonata la camicia si osservò allo specchio, riflettè un attimo, poi slacciò un altro bottone proprio sul torace. Ad una rapida, voluta contrazione i pettorali guizzarono nell’apertura della camicia, là dove sapeva che lei non avrebbe potuto fare a meno di infilare la mano per carezzarglieli. Una veloce spruzzata di profumo, sì... quel profumo, il giubbotto gettato con nonchalance su una spalla ed uscì.

La sera non era affatto calda ma lui si sentiva perfettamente a proprio agio nel ruolo di macho.
Lei, ovviamente, lo stava già aspettando. Uno sguardo, solo uno sguardo e lei gli si avvinghiò addosso mentre andavano verso casa di lei.
Per chi non l’avesse riconosciuto o avesse ancora dei dubbi... è proprio lui...

l’uomo-che-non-deve-chiedere-MAI.

La notte era stata perfetta. Non c’era stato bisogno di chiedere niente. Lei aveva esaudito ogni suo deiderio anticipandone i pensieri prima ancora che questi si formulassero nella sua mente.
Adesso, di prima mattina, lo aveva gentilmente ma fermamente spinto fuori dal letto e da casa. “Ti ricordo che sono sposata e non voglio che ti vedano uscire da casa mia”.
La camicia, infilata in fretta, fuori dai pantaloni con i soliti tre bottoni slacciati, un po’ per mancanza di tempo, un po’ per abitudine, il giubbotto su un braccio.

I pettorali si contrassero e guizzarono ancora una volta, non per il solito giochetto di seduzione... ma per un brivido di freddo che lo percorse tutto. “Cazzo, fa proprio freddo stamani”
Rapidamente, la camicia abbottonata fino al collo, il giubbotto infilato, la cerniera tirata su, mani bene in tasca e via, verso la fermata dell’autobus dall’altra parte della strada, dove una vecchietta tutta imbacuccata era già in attesa.

“Scusi signora, sa per cortesia che ore sono?”
“Un quarto alle sei, figliolo”
“Grazie... e mi sa dire fra quanto passa il prossimo autobus?”
“Fra dieci minuti”
“Molto gentile, davvero”

Mentre lui si tirava su il colletto e curvava di più le spalle, a ulteriore difesa dall’aria gelida, la vecchietta aveva continuato ad osservarlo con aria incuriosita.

“Madò Pinuccia... ha ragione tua figlia: guardi troppo la tele. E dai pure troppo retta a tutto quer che ce passa dentro. Ahò, pe’ un attimo m’è sembrato che ‘sto ber giovanotto fosse quello de a pubblicità... sì de quer profumo... com’è che dice... ah sì... l’uomo che non deve chiedere. MAI. Cara la mia Pinuccia che rincojonita che sei... ma figurate te se questo... naaaaaaa... se vede proprio che stai a invecchià”

L’uomo-che-non-deve-chiedere-MAI aspettava infreddolito l’autobus e non si accorse che la vecchietta continuava a osservarlo di sottecchi e scuotere la testa, sorridendo a se stessa.
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eternoinnamorato
IMPERATOR (17909 post)
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