leggendo questo articolo/racconto, mi e venuto in mente quando ragazzino insieme ad altri coetanei, si cercava un modo come passare la giornata/serata, il gioco, bastava poco allora rispetto adesso e ci si divertiva e ci si sfidava, senza uso di marchingegni elettronici, sofisticati e costosi, uno di questi era il gioco delle noci, voi cosa vi ricordate? quali erano i giochi che si faceva alla vostra età, chiaramente ognuno in base alla sua età, qui nel forum di "vecchi" ce ne sono tanti, ma anche meno "vecchi"
che a nessuno venga in mente di aprire un 3nd con titolo "quale e la vostra età" perchè se ne già parlato >

qui i miei ricordi si basano a 50 anni fà
Da ragazzo, quando era ancora lontano da venire il periodo cosiddetto della modernità e del boom economico, i giochi e gli svaghi conosciuti e alla portata di tutti erano invero limitati.
Consistevano, più che altro, in formule di divertimento di antica ideazione, che si tramandavano, pari pari, da una fascia generazionale all’altra.
Tra essi, ricordo con simpatia il gioco delle noci. Era, solitamente, rispolverato e praticato a settembre, in concomitanza con la maturazione, la raccolta e l’essiccazione al sole di tali frutti.
Ragazzi, adolescenti e giovanotti, quando avevano la disponibilità di piccole somme, comperavano modeste quantità di noci, il cui prezzo era di una lira per frutto.
Dotatisi così della materia prima, i medesimi, in genere di pomeriggio, ma anche la sera sotto la fioca luce delle lampadine pubbliche, gareggiavano nel gioco delle noci, che si teneva contemporaneamente in più posti dell’abitato e consisteva nell’allestimento di un filare orizzontale di 6 o 8 o 10 o 12 frutti, assiepati in piedi, in precedenza consegnati uno a testa dai partecipanti.
Una volta allestito il filare, da una distanza predefinita, di 10 o 15 o 20 metri, ogni giocatore mirava verso quell’insieme di frutti, lanciando nella sua direzione una noce scelta fra le più grandi, piene e pesanti, soprannominata non a caso palla,
Non era per niente facile fare centro, specialmente quando era buio: l’impatto o meno con il filare della posta in palio dipendeva dalla precisione e della forza del lancio, nonché dalla qualità della “palla”. Condizioni, valide, pure, ai fini della quantità di frutti che uscivano abbattuti e costituivano la vincita del giocatore.
I più bravi e fortunati accumulavano apprezzabili scorte di noci che, spesso, rivendevano agli altri gareggianti, riuscendo in tal modo a recuperare le lire spese inizialmente per la provvista e realizzando anche dei guadagni.
senza falsa modestia, io me la cavavo bene nel gioco delle noci.
Tutti vogliono il vostro bene. Non fatevelo portare via!
che a nessuno venga in mente di aprire un 3nd con titolo "quale e la vostra età" perchè se ne già parlato >
qui i miei ricordi si basano a 50 anni fà
Da ragazzo, quando era ancora lontano da venire il periodo cosiddetto della modernità e del boom economico, i giochi e gli svaghi conosciuti e alla portata di tutti erano invero limitati.
Consistevano, più che altro, in formule di divertimento di antica ideazione, che si tramandavano, pari pari, da una fascia generazionale all’altra.
Tra essi, ricordo con simpatia il gioco delle noci. Era, solitamente, rispolverato e praticato a settembre, in concomitanza con la maturazione, la raccolta e l’essiccazione al sole di tali frutti.
Ragazzi, adolescenti e giovanotti, quando avevano la disponibilità di piccole somme, comperavano modeste quantità di noci, il cui prezzo era di una lira per frutto.
Dotatisi così della materia prima, i medesimi, in genere di pomeriggio, ma anche la sera sotto la fioca luce delle lampadine pubbliche, gareggiavano nel gioco delle noci, che si teneva contemporaneamente in più posti dell’abitato e consisteva nell’allestimento di un filare orizzontale di 6 o 8 o 10 o 12 frutti, assiepati in piedi, in precedenza consegnati uno a testa dai partecipanti.
Una volta allestito il filare, da una distanza predefinita, di 10 o 15 o 20 metri, ogni giocatore mirava verso quell’insieme di frutti, lanciando nella sua direzione una noce scelta fra le più grandi, piene e pesanti, soprannominata non a caso palla,
Non era per niente facile fare centro, specialmente quando era buio: l’impatto o meno con il filare della posta in palio dipendeva dalla precisione e della forza del lancio, nonché dalla qualità della “palla”. Condizioni, valide, pure, ai fini della quantità di frutti che uscivano abbattuti e costituivano la vincita del giocatore.
I più bravi e fortunati accumulavano apprezzabili scorte di noci che, spesso, rivendevano agli altri gareggianti, riuscendo in tal modo a recuperare le lire spese inizialmente per la provvista e realizzando anche dei guadagni.
senza falsa modestia, io me la cavavo bene nel gioco delle noci.
Tutti vogliono il vostro bene. Non fatevelo portare via!
