Io ho un sogno.
Ce l'hanno in tanti, quasi tutti.
Io sogno di esser abitante di un borgo di nome Puntèria, raccontato da uno strano prete.
Un luogo nascosto ai più, in cui taluni cittadini si divertono a raccontare sogni, mentre tanti altri si divertono solo a guardarli.
Sembra che non dormano mai.
Io sogno un luogo dove si possa parlare di ciò che piace a tutti, senza paure e ipocrisie.
Dove, se capita di sbagliare, ti poggino una mano sulla spalla, facendotelo capire. Invece di proceder a menar nodose randellate.
Vedo schiene curve sotto le legnate, carote piccole e bastone grosso.
Io sogno racconti intorno ad un fuoco, dove tutti narrino dei loro incontri vissuti, belli o brutti che siano.
Sento parlare di rubinetti guasti, senza aver mai vissuto incontri.
Io sogno un angolo di paese dove udire di libri, musiche, sport, cinema ed altre amenità.
Odo un silenzio rumoroso, rotto da pochi volenterosi, sempre più raramente.
Io sogno un villaggio dove i volti abbiano le labbra curve per un sorriso ironico.
Mi vengono incontro volti con un sorriso storto, ghigne mutate dal sarcasmo, anticamera del disprezzo.
Io sogno ad occhi aperti, sognando di sognare.
Una contraddizione di termini, un ossimoro tautologico.
Ho deciso di non dormire più, il raccontar sogni può attendere.
Mi han detto che son guitto, che faccio ridere.
Mi son appeso un cartello al collo, "Spiacente, fuori servizio" vi potrete leggere.
Viaggerò per Puntèria, al buio, in mezzo al nero assoluto. Senza più dormire, fino a quando non so.
Continuerò a sognare ad occhi aperti, leggendo sogni altrui e non raccontando i miei.
Tanto facevan solo ridere.
Tutto questo per non fare km inutilmente
Ce l'hanno in tanti, quasi tutti.
Io sogno di esser abitante di un borgo di nome Puntèria, raccontato da uno strano prete.
Un luogo nascosto ai più, in cui taluni cittadini si divertono a raccontare sogni, mentre tanti altri si divertono solo a guardarli.
Sembra che non dormano mai.
Io sogno un luogo dove si possa parlare di ciò che piace a tutti, senza paure e ipocrisie.
Dove, se capita di sbagliare, ti poggino una mano sulla spalla, facendotelo capire. Invece di proceder a menar nodose randellate.
Vedo schiene curve sotto le legnate, carote piccole e bastone grosso.
Io sogno racconti intorno ad un fuoco, dove tutti narrino dei loro incontri vissuti, belli o brutti che siano.
Sento parlare di rubinetti guasti, senza aver mai vissuto incontri.
Io sogno un angolo di paese dove udire di libri, musiche, sport, cinema ed altre amenità.
Odo un silenzio rumoroso, rotto da pochi volenterosi, sempre più raramente.
Io sogno un villaggio dove i volti abbiano le labbra curve per un sorriso ironico.
Mi vengono incontro volti con un sorriso storto, ghigne mutate dal sarcasmo, anticamera del disprezzo.
Io sogno ad occhi aperti, sognando di sognare.
Una contraddizione di termini, un ossimoro tautologico.
Ho deciso di non dormire più, il raccontar sogni può attendere.
Mi han detto che son guitto, che faccio ridere.
Mi son appeso un cartello al collo, "Spiacente, fuori servizio" vi potrete leggere.
Viaggerò per Puntèria, al buio, in mezzo al nero assoluto. Senza più dormire, fino a quando non so.
Continuerò a sognare ad occhi aperti, leggendo sogni altrui e non raccontando i miei.
Tanto facevan solo ridere.
Tutto questo per non fare km inutilmente
