Siamo alla cassa. Il tipo sta preparando il conto della cena. Schiaccia un po’ di bottoni sulla calcolatrice.
Mi giro ed osservo il tuo volto. Hai un’espressione imperturbabile. In apparenza.
Intanto che aspetto il calcolo mi prende un pensiero .. come definirlo? .. strano
Io: “Se porto una donna a cena, la devo per forza scopare?” .
Me stesso: “Cazzo, hai pagato tu, vorrei ben vedere”.
Io: “Non è mica una troia, se gli pago una pizza mica me la deve dare”.
Me: “Scusa, se uscivi con un amico pagavi tu?”.
Io: “Facevamo a mezzo, credo”.
Me: “Perché?”.
Io: “Bè .. perché .. insomma, è una galanteria pagare la cena ad una donna .. si è sempre fatto così, no?”.
Me: “E perché?”.
Io: “Cribbio, che vuoi farmi dire?”.
Me: “Che te la vuoi scopare, fidati”.
Io: “Ma te sei fuori”.
Me: “Se non volevi combinare nulla dovevi solo pagare la tua parte così mettevi subito in chiaro che non c’era trippa per gatti”.
Io: “E della parità dei sessi, che dici? Siamo nel 2000, hai presente?”.
Me: “Sì, l’hanno voluta le femmine ma dovrebbero abrogarla per referendum”.
Io: “Ah sì”.
Me: “Se siamo pari perché dovresti pagargli la cena?”.
Io: “Te l’ho già detto, mi pare una cosa carina”.
Me: “Non dire scemenze. Perché apri la porta dell’ascensore ad una bella figa? Cos’è, non ce le ha le mani? Ha paura di rompersi un’unghia? Lo sai bene il motivo”.
Io: “E quale sarebbe?”.
Me: “Se vuoi che ti apro la porta o che ti pago la cena, allora poi ti fotto e tu stai zitta perché in realtà è questo che anche tu vuoi”.
Io non dice più nulla. In realtà trova che il discorso di Me seppur fuori di testa abbia una sua logica.
Intanto che mi perdo nei miei pensieri, hai fatto scivolare fuori la tua carta di credito e l’hai allungata al tipo. Mi prende un pensiero fulminante: e se Me avesse ragione? E se fosse tutto vero? Che vorrai da me, Mara?
Mi giro ed osservo il tuo volto. Hai un’espressione imperturbabile. In apparenza.
Intanto che aspetto il calcolo mi prende un pensiero .. come definirlo? .. strano
Io: “Se porto una donna a cena, la devo per forza scopare?” .
Me stesso: “Cazzo, hai pagato tu, vorrei ben vedere”.
Io: “Non è mica una troia, se gli pago una pizza mica me la deve dare”.
Me: “Scusa, se uscivi con un amico pagavi tu?”.
Io: “Facevamo a mezzo, credo”.
Me: “Perché?”.
Io: “Bè .. perché .. insomma, è una galanteria pagare la cena ad una donna .. si è sempre fatto così, no?”.
Me: “E perché?”.
Io: “Cribbio, che vuoi farmi dire?”.
Me: “Che te la vuoi scopare, fidati”.
Io: “Ma te sei fuori”.
Me: “Se non volevi combinare nulla dovevi solo pagare la tua parte così mettevi subito in chiaro che non c’era trippa per gatti”.
Io: “E della parità dei sessi, che dici? Siamo nel 2000, hai presente?”.
Me: “Sì, l’hanno voluta le femmine ma dovrebbero abrogarla per referendum”.
Io: “Ah sì”.
Me: “Se siamo pari perché dovresti pagargli la cena?”.
Io: “Te l’ho già detto, mi pare una cosa carina”.
Me: “Non dire scemenze. Perché apri la porta dell’ascensore ad una bella figa? Cos’è, non ce le ha le mani? Ha paura di rompersi un’unghia? Lo sai bene il motivo”.
Io: “E quale sarebbe?”.
Me: “Se vuoi che ti apro la porta o che ti pago la cena, allora poi ti fotto e tu stai zitta perché in realtà è questo che anche tu vuoi”.
Io non dice più nulla. In realtà trova che il discorso di Me seppur fuori di testa abbia una sua logica.
Intanto che mi perdo nei miei pensieri, hai fatto scivolare fuori la tua carta di credito e l’hai allungata al tipo. Mi prende un pensiero fulminante: e se Me avesse ragione? E se fosse tutto vero? Che vorrai da me, Mara?
:
penso proprio di SI!!! il tuo ME ha perfettamente Ragione 
IO difficilmente pago la cena 
