Quando un ragazzo diventa uomo?
Sembra ieri, ma son trascorsi già più di trent’anni da quell’afosa ed insonne notte estiva in cui un giovinetto si pose per la prima volta questa domanda.
Poi furono ancora molte le notti passate come un gatto innamorato a rigirarsi in quel tribolato letto, sempre alla ricerca di quella risposta che inconsapevolmente albergava già dentro di lui ed attendeva solo di essere colta.
Un bel giorno, anzi una notte, quel ragazzo ascoltò il suo pavido cuore e finalmente capì quale fosse la soluzione al suo tormento. Abbandonò il suo umido giaciglio e corse a perdifiato per quella stradina di campagna che lo separava dalla sua “medicina”: Rebecca.
Lei era lì, come ogni sera ad attendere speranzosa quel ragazzo che temeva di diventare uomo.
Ma quella volta fu tutto diverso, perché quel giovane non si nascose dietro il solito gelso a spiare quella giovane donna che rimirava le stelle, accarezzata dalla calura estiva.
No, quella notte Mi presentai dinnanzi a quella Ragazzetta per prendere ciò che mi spettava ed attendeva da tempo.
Finalmente ci trovammo uno dinnanzi all’altra, ammutoliti dalla passione che scorreva nelle nostre vene, solo i nostri sguardi sognanti, forieri del nostro desiderio, parlarono per noi.
Con mano tremante scostai quel ricciolo ribelle e lasciai che la luna baciasse il suo viso angelico.
Com’era bella.
Mi prese per mano…….. ed in silenzio ci addentrammo palpitanti in quell’odoroso campo di erba medica, dove le nostre anime si unirono serrate in una stretta di amorosi sensi.
Il fiume, poco distante, con la sua voce roca cominciò a cantare il nostro amore e mille lucciole iniziarono a danzare sopra di noi, quali luminescenti testimoni della nostra passione.
D’un tratto un immenso piacere sorprese i nostri corpi acerbi, lasciandoci li, senza fiato, in quel paradiso terrestre.
Guardai quei teneri occhi di cerbiatta che mi stavano fissando e baciai ancora quelle dolci e carnose labbra……… ma questa volta da uomo.
Purtroppo nessuno è padrone del proprio destino, e nella realtà la mia prima volta non andò proprio così.
Pronto?
Ciao Serial, sono Pablo…….
Paolo, detto Pablo “escobar” per la sua irrefrenabile passione per la figa e smania di scopare, è un mio amico d’infanzia, un tipo originale che sino a quel giorno era un espertissimo “teorico” della gnocca.
Tutto iniziò con quella telefonata.
Caxxo Pablo, fuori ci sono 10 gradi sotto zero ed io non ho nessuna intenzione di gelarmi le chiappe per andare a fare un puttantour con la vespa.
Ma quale vespa, pirla! Oggi ho preso la patente!!
Silenzio……… poi all’unisono incominciammo ad urlare: BARBELLOTTAAAAAAA
La Barbellotta, per i pochi che ancora non lo sapessero, è una frazione del basso Piemonte attraversata dalla statale 35 bis dei Giovi dove, sin dalla notte dei tempi, un esercito di sminigonnati angeli caritatevoli dispensava l’amore profano per un “tozzo di pane” o poco più.
Praticamente una peccaminosa “palestra” in cui i ragazzini “muovevano i primi passi” e vegliardi cacciatori si sollazzavano con giovane “selvaggina”.
Finalmente era arrivato il nostro momento.
Rubammo la “presidenziale” del nonno di Pablo, una 127 special verde tapparella, che dopo essere stata rifornita con ben 10.000 lire di “normale”, ci occompagnò verso il nostro destino di ex ragazzini.
Rassicurati dal nostro nuovo status di automobilisti, incominciammo subito ad intervistare tutte quelle infreddolite e pazienti dee del sesso.
Fu subito ben chiaro che le nostre magre finanze di studentelli, già dissanguate “dall’abbeveraggio” della nostra quattro ruote, non ci avrebbero di certo consentito di “svagarci” con la prima scelta, ed ahimè neanche con la seconda o terza.
Ma ormai il dato era tratto e non saremmo tornati a casa vergini per nessun motivo.
Così dovemmo accontentarci di Gilda, detta la finanziera, perché negli ultimi vent’anni aveva fatto saltare i “sigilli” dalle mutande di tutti i diciottenni del basso Piemonte e delle zone circonvicine.
Gilda era un “fighino” sui cinquanta, con ben 120 kg “sensuale” abbondanza uniformemente distribuiti sulla sua “longilinea” figura di un metro e mezzo, con un occhio guercio e uno zerbino di peluria sotto il naso.
Ma questo passava il convento, così dopo aver issato a bordo la nostra biondissima Moby Dick, ci addentrammo in una stradina buia già affollata di auto dondolanti.
Serial, scendi e levati dal caxxo che c’ho da fare!!!!
Questa fu la cortese richiesta con cui Pablo mi fece capire che desiderava un po’ d’intimità con l’orrido cetaceo …. hem Gilda.
Mi ritrovai così all’addiaccio vicino alla 131 Mirafiori dove il Sig. Rossi, geometra del comune, stava verificando la toponomastica del corpo Ingrid, una giovane, favolosa e soprattutto costosissima austriaca dalle gambe chilometriche e tette antigravità; praticamente il top del top del top della Brbellotta.
Dopo un’attesa di ben 4 minuti e 32 secondi, Pablo mi lasciò campo libero per la mia virile impresa.
Che dire, sarà stato il tepore che c’era in quella 127 o più probabilmente “l’avvenenza” di Gilda, ma dopo 4 minuti netti, inclusi social, una sigaretta ed una canzone di Yasmin Levy, ero finalmente diventato uomo.
Cari Amici, per mia fortuna neanche questa è la verità, o meglio …… non si chiamava Gilda.
Sembra ieri, ma son trascorsi già più di trent’anni da quell’afosa ed insonne notte estiva in cui un giovinetto si pose per la prima volta questa domanda.
Poi furono ancora molte le notti passate come un gatto innamorato a rigirarsi in quel tribolato letto, sempre alla ricerca di quella risposta che inconsapevolmente albergava già dentro di lui ed attendeva solo di essere colta.
Un bel giorno, anzi una notte, quel ragazzo ascoltò il suo pavido cuore e finalmente capì quale fosse la soluzione al suo tormento. Abbandonò il suo umido giaciglio e corse a perdifiato per quella stradina di campagna che lo separava dalla sua “medicina”: Rebecca.
Lei era lì, come ogni sera ad attendere speranzosa quel ragazzo che temeva di diventare uomo.
Ma quella volta fu tutto diverso, perché quel giovane non si nascose dietro il solito gelso a spiare quella giovane donna che rimirava le stelle, accarezzata dalla calura estiva.
No, quella notte Mi presentai dinnanzi a quella Ragazzetta per prendere ciò che mi spettava ed attendeva da tempo.
Finalmente ci trovammo uno dinnanzi all’altra, ammutoliti dalla passione che scorreva nelle nostre vene, solo i nostri sguardi sognanti, forieri del nostro desiderio, parlarono per noi.
Con mano tremante scostai quel ricciolo ribelle e lasciai che la luna baciasse il suo viso angelico.
Com’era bella.
Mi prese per mano…….. ed in silenzio ci addentrammo palpitanti in quell’odoroso campo di erba medica, dove le nostre anime si unirono serrate in una stretta di amorosi sensi.
Il fiume, poco distante, con la sua voce roca cominciò a cantare il nostro amore e mille lucciole iniziarono a danzare sopra di noi, quali luminescenti testimoni della nostra passione.
D’un tratto un immenso piacere sorprese i nostri corpi acerbi, lasciandoci li, senza fiato, in quel paradiso terrestre.
Guardai quei teneri occhi di cerbiatta che mi stavano fissando e baciai ancora quelle dolci e carnose labbra……… ma questa volta da uomo.
Purtroppo nessuno è padrone del proprio destino, e nella realtà la mia prima volta non andò proprio così.
Pronto?
Ciao Serial, sono Pablo…….
Paolo, detto Pablo “escobar” per la sua irrefrenabile passione per la figa e smania di scopare, è un mio amico d’infanzia, un tipo originale che sino a quel giorno era un espertissimo “teorico” della gnocca.
Tutto iniziò con quella telefonata.
Caxxo Pablo, fuori ci sono 10 gradi sotto zero ed io non ho nessuna intenzione di gelarmi le chiappe per andare a fare un puttantour con la vespa.
Ma quale vespa, pirla! Oggi ho preso la patente!!
Silenzio……… poi all’unisono incominciammo ad urlare: BARBELLOTTAAAAAAA
La Barbellotta, per i pochi che ancora non lo sapessero, è una frazione del basso Piemonte attraversata dalla statale 35 bis dei Giovi dove, sin dalla notte dei tempi, un esercito di sminigonnati angeli caritatevoli dispensava l’amore profano per un “tozzo di pane” o poco più.
Praticamente una peccaminosa “palestra” in cui i ragazzini “muovevano i primi passi” e vegliardi cacciatori si sollazzavano con giovane “selvaggina”.
Finalmente era arrivato il nostro momento.
Rubammo la “presidenziale” del nonno di Pablo, una 127 special verde tapparella, che dopo essere stata rifornita con ben 10.000 lire di “normale”, ci occompagnò verso il nostro destino di ex ragazzini.
Rassicurati dal nostro nuovo status di automobilisti, incominciammo subito ad intervistare tutte quelle infreddolite e pazienti dee del sesso.
Fu subito ben chiaro che le nostre magre finanze di studentelli, già dissanguate “dall’abbeveraggio” della nostra quattro ruote, non ci avrebbero di certo consentito di “svagarci” con la prima scelta, ed ahimè neanche con la seconda o terza.
Ma ormai il dato era tratto e non saremmo tornati a casa vergini per nessun motivo.
Così dovemmo accontentarci di Gilda, detta la finanziera, perché negli ultimi vent’anni aveva fatto saltare i “sigilli” dalle mutande di tutti i diciottenni del basso Piemonte e delle zone circonvicine.
Gilda era un “fighino” sui cinquanta, con ben 120 kg “sensuale” abbondanza uniformemente distribuiti sulla sua “longilinea” figura di un metro e mezzo, con un occhio guercio e uno zerbino di peluria sotto il naso.
Ma questo passava il convento, così dopo aver issato a bordo la nostra biondissima Moby Dick, ci addentrammo in una stradina buia già affollata di auto dondolanti.
Serial, scendi e levati dal caxxo che c’ho da fare!!!!
Questa fu la cortese richiesta con cui Pablo mi fece capire che desiderava un po’ d’intimità con l’orrido cetaceo …. hem Gilda.
Mi ritrovai così all’addiaccio vicino alla 131 Mirafiori dove il Sig. Rossi, geometra del comune, stava verificando la toponomastica del corpo Ingrid, una giovane, favolosa e soprattutto costosissima austriaca dalle gambe chilometriche e tette antigravità; praticamente il top del top del top della Brbellotta.
Dopo un’attesa di ben 4 minuti e 32 secondi, Pablo mi lasciò campo libero per la mia virile impresa.
Che dire, sarà stato il tepore che c’era in quella 127 o più probabilmente “l’avvenenza” di Gilda, ma dopo 4 minuti netti, inclusi social, una sigaretta ed una canzone di Yasmin Levy, ero finalmente diventato uomo.
Cari Amici, per mia fortuna neanche questa è la verità, o meglio …… non si chiamava Gilda.
Pero', messe giu' bene! 
