Ammazza stì romanacci…….. sò propriprio brutta gente….

Ma come, ce stà stò concorso letterario e nun me dite ‘n cazzo??
C’avete proprio paura de stò trapanaccio e ve se stà pure a strigne er culo…….. e invece no, ecchimeme qua a rompe li cojoni.
E mò so cazzi vostri….
Ah Romolè, tiè , beccate stò pizziono, questo è er poema mio per stò concorso de cazzari….
Pssst psst, ah moro….. c’ho pure messo due “marche da bollo” da VU ….. ce semo capiti……….
Ma signor Serial, questa è una letterina per Babbo Natale?
Ma li mortacci tua, pe sbaglio ho acchiappato a letterina de mi nonna.
Vabbè tanto stà vecchiaccia arteriosclerotica de cazzate ne spara più de me…….. pubblica, pubblica ….. Romolè….
“ Caro Babbo Natale, mi chiamo Abelarda ed ho 119 anni.
Sono una “bambina” molto gentile e buona, abito nell’ospedale psichiatrico di massima sicurezza e da trent’anni sono legata con le cinghie a una barella.
Non so il motivo, forse perché ho staccato a morsi l’uccello a un infermiere, ma qui dicono che sono pericolosa.
E’ un’ingiustizia, lo so, anche perché se quel giovanotto me l’avesse chiesto chiaramente, io il bbj glielo avrei fatto più che volentieri. Invece, siccome sono mezza cieca e pure un po’ rincoglionita, ho pensato che quel che m’aveva messo in bocca fosse il mio cornetto quotidiano.
Come potrai ben immaginare, non ho molti amici e in più quello stronzo di mio nipote Serial non mi viene mai a trovare.
Siccome ho qualche problemuccio con le mie vecchie e rinsecchite chiappe, per cortesia potresti mandarmi qualcuno dei tuoi elfi a massaggiarle un po’?
Sono consapevole che per voi questo è un periodo molto pressante, quindi anche Raul Bova potrebbe andare bene.
Domani, sotto l’albero, vorrei trovare anche una dentiera nuova, perché la mia, per i motivi che ti ho appena raccontato, me l’hanno sequestrata già da un pezzo.
Nel 2014 sono stata particolarmente buona e non ho morso nessuno, quindi penso di meritare ancora un piccolo regalo.
Più che un dono è un desiderio.
So che 119 anni sono molti, ma ti sarei grata se potessi chiedere al tuo “supriore” se mi lasciasse campare ancora una ventina d’anni, così riesco a mangiarmi anche sti quattro soldi che mi son rimasti e a quello spilorcio di mio nipote non lascio un cazzo………... tanto quel pirla la miseria che guadagna se la spende tutta con le donnacce e poi alla sua nonnina ha regalato solo un vecchio cavatappi schifoso.
Caro Babbo Natale, questa notte, quando verrai a trovarmi, guarda sotto al letto, vicino alla sacca del catetere ti lascerò qualche biscotto per rifocillarti.
Un caro saluto ed un forte abbraccio.
Tua, Abelarda Driller "