Peter alzò lo sguardo verso l’orizzonte lontano, senza voltarsi per non sentirsi perduto, si incamminò verso il piccolo paese di Scheide-geöffnet.
Il cielo blu cobalto faceva brillare le casette con i tetti in torba, incastonate come smeraldi su colline silenziose di pace. La comunità sembrava sonnecchiare dolcemente respirando dai camini.
Qui, avevano trovato serenità per l’inverno della vita, un manipolo di vecchi puttanieri italiani, complici maledetti di battaglie lontane, via dalla cattiva sorte, via dalle abitudini che non aspettano nessuno.
La fredda sera si ritirò sui ciottoli delle strade, alcuni bimbi con le guance rosso fuoco giocavano con un cerchio e un pallone, come se fossero fiori delicati, i passanti prestavano attenzione a non disturbarli passandogli vicino, osservando con sommesso amore e tenera nostalgia ciò che furono.
L’aria profumava di zuppe calde e neve che sta per arrivare, Peter ne respirò a pieni polmoni sentendosi già a casa, non conoscendo affatto il sentimento del riposo.
Entrò nel locale in cui gli ex-colleghi avevano preso un tavolo, Peter stringeva tra le dita una fotografia in bianco e nero, facce felici e risate in libertà, uomini che volevano un mondo migliore, con regole nuove; è incredibile quante cose riescono a stare in una solo foto.
“Ah eccoti, finalmente! Ciao, che piacere rivederti”, disse Legendarius andandogli incontro a braccia aperte e con la patta bagnata.
“Ciao Leg, ti spiace se non ti abbraccio? Sei pisciato”
&ldquo
ove? Certo, certo, sai a volte non faccio in tempo ad arrivare in bagno e qui, il vino è sincero”.
Seduto dalla parte opposta del tavolo:“Cof cof… ahrgh scaracch… uellà, succhiami il cannolo”, esordì così, sputando in terra un pezzo di polmone, un siciliano che era già vecchio da giovane, sfrattato dal condominio perché solito frugare nei cassonetti in cerca di mutandine usate, trovò asilo nella locanda, adibito a sputacchiera.
“Grazie, grazie ragazzi, mi confondete con tanto schifoso affetto …”, Peter non fece in tempo a terminare la frase che da dietro sentì l’accento tipico bulugnes, con voce biascicata da almeno tre litri di quello buono: &ldquo
ai, poeta dei miei maroni, scrivici un altro dei tuoi meravigliosi mattoni”.
“Ciao WLF, voleva essere un complimento? Un benvenuto? Ti trovo bene comunque, al netto del fegato spappolato e del naso rubicondo e del… ma che cazzo hai fatto in testa?”.
“Eccomi qui! Sono la tua graziosa, dai schifoso, fammi tutta tua!”, fece un vecchio malconcio truccato, con la gonna e la parrucca, barcollando prima, vacillando poi, mostrò a tutti il flaccido culo bianco.
“E questo chi è?”
“Ma come? Sono la tua Satine, ora sono donna a tutti gli effetti”
“Cazzo! Strappatemi gli occhi, vi prego!”
“Ma ragazzi, cosa avete fatto? Sono venuto fin qui per cosa? Siete vestiti con gli interni della Ritmo e puzzate di circo”.
Da un angolo buio del locale prese forma una meravigliosa realtà:”Caro amico, qui abbiamo ritrovato la felicità dei vecchi tempi senza porci troppe domande.
Possiamo parlare di vita, scoparci pezzi di fica, bere vino e saziare il palato”. La pallida figura avanzò ridendo, quasi ghignando, all’uomo mancava un occhio, una gamba e una palla”.
“Eternoinnamorato? Minchia! Sarai pure eterno ma sei ridotto da fare schifo, te ne stai andando all’altro mondo a rate!”
Peter cercò di guardarsi intorno senza sembrare sgomento.
“Il negozio in Rotterstrasse, vai al negozio, così capirai, resipiscenza amico, resipiscenza”, disse una vocina che sembrava provenire da sopra al camino.
“Resipi… che?” Chiusa in una scatola di biscotti trasparente c’era una testa, una testa parlante e con gli occhi strabici. “Calacausi? Sei tu Cala? Oddio, ma cosa ti hanno fatto?”
“Oh ma io sto alla grande, sono in forma, posso ancora sparare le mie cazzate a raffica di mitraglia”
“Sì, si vede, sei in gran forma … se tu fossi una forma di Parmigiano però”.
Legendarius: “Vieni, vieni amico, ti faccio vedere dove sta il negozio, mi raccomando, dì che ti mando io, ti faranno un corposo sconto”, così dicendo fece rientrare nella cavità anale un’emorroide prolassata con le dita: “Qua la mano! amico di vecchia data”
“Grazie Leg, come se avessi accettato, ma scusa, hai l’occhio di vetro?”, disse Peter guardandolo meglio e notando una strana fissità. Senza voler ascoltare la risposta uscì dal locale e si diresse verso il negozio indicatogli da quel che rimaneva degli amici del forum.
DELICATESSEN
Recitava l’insegna con un piccolo maiale luminoso che si accendeva ad intermittenza.
Al banco, un corpulento e sudaticcio omone: “Pozo ezere utile Zignore? Occi appiamo prototti ti molto freschi provenienti talla valle”.
Peter non aveva mai visto tanto ben di Dio, specialità gastronomiche, splendide composizioni. Profumi e sapori si mescolavano fino all’orgasmo di tutti i sensi. C’erano leccornie da ogni parte del mondo.
Alcune etichette recitavano così: “Pecorina stagionata 36 mesi”, Culatello brasiliano DOCG”, “Zizzone di Battipaglia”, “Bocconcini russi in salamoia”, “Cosce di fagiana aperte e pulite”, “Capezzoli di dama”.
Esposti c’erano meravigliose tette, culi sporgenti, teste con bocche carnose, cosce tornite. Quadri di abbacinanti spezie ed evocativi quanto penetranti profumi, condivano con superba magnificenza quel paradiso di sensazioni.
Peter stravolto, sconcertato, non riusciva a parlare, rimase a bocca aperta come un bimbo davanti al primo gelato.
“Zignore fuole fare cenone ti fine ti anno?”
“Sì, no, non saprei, ma non vorrei solo un pezzo, insomma, mi piacerebbe una donna intera non a tocchi, si potrebbe avere?”
“Ma certamente, il Zignore è un puongustaio, ze ne intente di femmina, fenca, le faccio federe”
Così dicendo il roseo ciccione aprì una enorme cassa chiara: “Brunetta di Montalcino, made in Italy 100%”.
“Il prototto incontra il custo ti raffinato Zignore?”
“Caspita! È una burrata di femmina, ma strano, costa meno di un pezzo singolo”
“Zignore, quezsta ezere oferta ti feste , nezuno vuole femina intera, poi il ciorno topo puttare via perché troppa carne, questa ezere wunderbares Mädchen!”
“Affare fatto, quanto devo?”, così dicendo porse la carta di credito al salumiere oleoso.
“Oh no Zignore, qui non si paca con carta di cretito, né con vile tenaro”. Le serrande del negozio si chiusero elettronicamente, Peter rimase dentro.
Il gruppo di gnoccaforum attese a lungo il ritorno di Peter, finalmente lo videro in fondo alla strada, era in compagnia.
Legendarius: “Ma cosa?”
Car 911: “ Io lo sapevo, avevo detto di avvertirlo prima”
Satine con la testa di Cala:” Oh Signur d’amore acceso” – Testa di Cala: “Nooo, ha preso la Brunetta di Montalcino?”
Peter passandogli vicino, li fulminò con la sguardo e disse alla ragazza di non fermarsi.
Eterno: “Vuoto, non ti è arrivato il mio MP?”
WLF:”Aspetta vuotino, vuotopieno aspetta, forse possiamo rimediare”
Peter:”vuotino, vuotopieno di sto cazzo! Ma andatevene a fare in culo! Tutti!”
La magnifica brunetta raccolse i lunghi capelli corvini, con un gesto di rara eleganza spinse la carrozzina sul quale poggiava il mozzicone umano, senza braccia e senza gambe.
“Andiamo cara, stanotte ti racconterò chi era una volta vuotopieno”.
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
Il cielo blu cobalto faceva brillare le casette con i tetti in torba, incastonate come smeraldi su colline silenziose di pace. La comunità sembrava sonnecchiare dolcemente respirando dai camini.
Qui, avevano trovato serenità per l’inverno della vita, un manipolo di vecchi puttanieri italiani, complici maledetti di battaglie lontane, via dalla cattiva sorte, via dalle abitudini che non aspettano nessuno.
La fredda sera si ritirò sui ciottoli delle strade, alcuni bimbi con le guance rosso fuoco giocavano con un cerchio e un pallone, come se fossero fiori delicati, i passanti prestavano attenzione a non disturbarli passandogli vicino, osservando con sommesso amore e tenera nostalgia ciò che furono.
L’aria profumava di zuppe calde e neve che sta per arrivare, Peter ne respirò a pieni polmoni sentendosi già a casa, non conoscendo affatto il sentimento del riposo.
Entrò nel locale in cui gli ex-colleghi avevano preso un tavolo, Peter stringeva tra le dita una fotografia in bianco e nero, facce felici e risate in libertà, uomini che volevano un mondo migliore, con regole nuove; è incredibile quante cose riescono a stare in una solo foto.
“Ah eccoti, finalmente! Ciao, che piacere rivederti”, disse Legendarius andandogli incontro a braccia aperte e con la patta bagnata.
“Ciao Leg, ti spiace se non ti abbraccio? Sei pisciato”
&ldquo
Seduto dalla parte opposta del tavolo:“Cof cof… ahrgh scaracch… uellà, succhiami il cannolo”, esordì così, sputando in terra un pezzo di polmone, un siciliano che era già vecchio da giovane, sfrattato dal condominio perché solito frugare nei cassonetti in cerca di mutandine usate, trovò asilo nella locanda, adibito a sputacchiera.
“Grazie, grazie ragazzi, mi confondete con tanto schifoso affetto …”, Peter non fece in tempo a terminare la frase che da dietro sentì l’accento tipico bulugnes, con voce biascicata da almeno tre litri di quello buono: &ldquo
“Ciao WLF, voleva essere un complimento? Un benvenuto? Ti trovo bene comunque, al netto del fegato spappolato e del naso rubicondo e del… ma che cazzo hai fatto in testa?”.
“Eccomi qui! Sono la tua graziosa, dai schifoso, fammi tutta tua!”, fece un vecchio malconcio truccato, con la gonna e la parrucca, barcollando prima, vacillando poi, mostrò a tutti il flaccido culo bianco.
“E questo chi è?”
“Ma come? Sono la tua Satine, ora sono donna a tutti gli effetti”
“Cazzo! Strappatemi gli occhi, vi prego!”
“Ma ragazzi, cosa avete fatto? Sono venuto fin qui per cosa? Siete vestiti con gli interni della Ritmo e puzzate di circo”.
Da un angolo buio del locale prese forma una meravigliosa realtà:”Caro amico, qui abbiamo ritrovato la felicità dei vecchi tempi senza porci troppe domande.
Possiamo parlare di vita, scoparci pezzi di fica, bere vino e saziare il palato”. La pallida figura avanzò ridendo, quasi ghignando, all’uomo mancava un occhio, una gamba e una palla”.
“Eternoinnamorato? Minchia! Sarai pure eterno ma sei ridotto da fare schifo, te ne stai andando all’altro mondo a rate!”
Peter cercò di guardarsi intorno senza sembrare sgomento.
“Il negozio in Rotterstrasse, vai al negozio, così capirai, resipiscenza amico, resipiscenza”, disse una vocina che sembrava provenire da sopra al camino.
“Resipi… che?” Chiusa in una scatola di biscotti trasparente c’era una testa, una testa parlante e con gli occhi strabici. “Calacausi? Sei tu Cala? Oddio, ma cosa ti hanno fatto?”
“Oh ma io sto alla grande, sono in forma, posso ancora sparare le mie cazzate a raffica di mitraglia”
“Sì, si vede, sei in gran forma … se tu fossi una forma di Parmigiano però”.
Legendarius: “Vieni, vieni amico, ti faccio vedere dove sta il negozio, mi raccomando, dì che ti mando io, ti faranno un corposo sconto”, così dicendo fece rientrare nella cavità anale un’emorroide prolassata con le dita: “Qua la mano! amico di vecchia data”
“Grazie Leg, come se avessi accettato, ma scusa, hai l’occhio di vetro?”, disse Peter guardandolo meglio e notando una strana fissità. Senza voler ascoltare la risposta uscì dal locale e si diresse verso il negozio indicatogli da quel che rimaneva degli amici del forum.
DELICATESSEN
Recitava l’insegna con un piccolo maiale luminoso che si accendeva ad intermittenza.
Al banco, un corpulento e sudaticcio omone: “Pozo ezere utile Zignore? Occi appiamo prototti ti molto freschi provenienti talla valle”.
Peter non aveva mai visto tanto ben di Dio, specialità gastronomiche, splendide composizioni. Profumi e sapori si mescolavano fino all’orgasmo di tutti i sensi. C’erano leccornie da ogni parte del mondo.
Alcune etichette recitavano così: “Pecorina stagionata 36 mesi”, Culatello brasiliano DOCG”, “Zizzone di Battipaglia”, “Bocconcini russi in salamoia”, “Cosce di fagiana aperte e pulite”, “Capezzoli di dama”.
Esposti c’erano meravigliose tette, culi sporgenti, teste con bocche carnose, cosce tornite. Quadri di abbacinanti spezie ed evocativi quanto penetranti profumi, condivano con superba magnificenza quel paradiso di sensazioni.
Peter stravolto, sconcertato, non riusciva a parlare, rimase a bocca aperta come un bimbo davanti al primo gelato.
“Zignore fuole fare cenone ti fine ti anno?”
“Sì, no, non saprei, ma non vorrei solo un pezzo, insomma, mi piacerebbe una donna intera non a tocchi, si potrebbe avere?”
“Ma certamente, il Zignore è un puongustaio, ze ne intente di femmina, fenca, le faccio federe”
Così dicendo il roseo ciccione aprì una enorme cassa chiara: “Brunetta di Montalcino, made in Italy 100%”.
“Il prototto incontra il custo ti raffinato Zignore?”
“Caspita! È una burrata di femmina, ma strano, costa meno di un pezzo singolo”
“Zignore, quezsta ezere oferta ti feste , nezuno vuole femina intera, poi il ciorno topo puttare via perché troppa carne, questa ezere wunderbares Mädchen!”
“Affare fatto, quanto devo?”, così dicendo porse la carta di credito al salumiere oleoso.
“Oh no Zignore, qui non si paca con carta di cretito, né con vile tenaro”. Le serrande del negozio si chiusero elettronicamente, Peter rimase dentro.
Il gruppo di gnoccaforum attese a lungo il ritorno di Peter, finalmente lo videro in fondo alla strada, era in compagnia.
Legendarius: “Ma cosa?”
Car 911: “ Io lo sapevo, avevo detto di avvertirlo prima”
Satine con la testa di Cala:” Oh Signur d’amore acceso” – Testa di Cala: “Nooo, ha preso la Brunetta di Montalcino?”
Peter passandogli vicino, li fulminò con la sguardo e disse alla ragazza di non fermarsi.
Eterno: “Vuoto, non ti è arrivato il mio MP?”
WLF:”Aspetta vuotino, vuotopieno aspetta, forse possiamo rimediare”
Peter:”vuotino, vuotopieno di sto cazzo! Ma andatevene a fare in culo! Tutti!”
La magnifica brunetta raccolse i lunghi capelli corvini, con un gesto di rara eleganza spinse la carrozzina sul quale poggiava il mozzicone umano, senza braccia e senza gambe.
“Andiamo cara, stanotte ti racconterò chi era una volta vuotopieno”.
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.