Proprio poche sere fa parlavo di questo argomento con una ragazza più spiritosa del solito.
Mi porta in un parcheggio che ha una strada di grande transito alle spalle. È una notte calda per l’ordine pubblico e alle mie spalle saettano di continuo i lampeggianti, quindi un occhio tramite lo specchietto lo butto. Lei insiste di stare tranquillo, non stanno inseguendo noi, e mi prende in giro per la “sfiga” di tutte le volte che, le racconto, mi hanno beccato accompagnato da sue gentili colleghe. Quando specifico che però, per quanto riguarda le multe, l’ho sempre fatta franca, commenta: e allora che te ne frega? Eh, le dico, però ti identificano e ti registrano, metti che volessi diventare Ministro per la famiglia e le politiche sociali o qualcosa del genere mi sa che mi stroncano la carriera. E lei si è di nuovo divertita con me per queste ambizioni espresse per scherzo.
Al di là della battuta, però, non si può essere così ingenui da ignorare che tutti gli stati contemporanei hanno sviluppato appositi apparati e strumenti per raccogliere informazioni sui cittadini, legali ed extra-legali, tradizionalmente mediante le forze di polizia e oggi eventualmente anche con sistemi tecnologicamente più avanzati. Dall’altro lato non si può neanche essere così paranoici da credere che esista davvero la base dati unica e immediatamente fungibile che custodisce tutti i siti che hai visitato, tutti gli sms che hai mandato, tutte le prostitute che hai chiamato, tutti i tuoi eccessi di velocità ecc. ecc.
Dunque i dossier ci sono, figuriamoci se non registrano la volta in cui sei stato sorpreso con la rumena in macchina: tralasciando cose che mi hanno detto persone (diverse) che hanno operato nelle forze armate e nell’estremismo politico circa il controllo di fasce di popolazione per varie ragioni ritenute “sensibili”, ricordo distintamente come, in occasione di certi fatti di cronaca nera a sfondo sessuale, fosse noto agli inquirenti e quindi subito, come sempre, anche ai giornalisti che qualche coinvolto era un “frequentatore di prostitute”.
Io però non sento per questo il fiato sul collo del controllo statuale. Come in tutte le cose umane, le informazioni un po’ si perdono, un po’ restano lì, un po’ diventano inattingibili, però magari in circostanze di particolare esposizione personale qualcosa può anche risaltare fuori e trapelare.
All’occorrenza, insomma, ma certo non per bloccare normali assunzioni e promozioni (non gliene importa niente!) e forse, visti gli esempi forniti in anni passati dalle diverse parti politiche, neanche una carriera pubblica…, magari tralasciando l’incarico per le Pari opportunità. Certo, se proprio si è stati colti in flagranza mentre si imbrattava barbaramente il parcheggio con fazzolettini e goldone sborrato, si dovrà cancellare dall'orizzonte delle ambizioni personali anche la poltrona di Ministro dell’ambiente.