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araba fenice
Sr. Member (415 post)
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1 - L'aria del mattino era pesante, fredda e permeata di umidità. Di quella che ti senti addosso, che passa attraverso i vestiti e che entra fino alle ossa. Dopo una decina di giorni di piogge incessanti non poteva essere altrimenti. Il contadino guidava piano il trattore agricolo sulla strada di campagna, attraversando buche colme di acqua che si susseguivano senza soluzione di continuità. Dopo alcune centinaia di metri arrivò a una curva a esse dove la strada vicinale attraversava un paio di fossi, gonfi di acqua del colore del tabacco messo ad essiccare. Rallentò l'andatura già moderata, quando vide due oggetti neri a forma di mezzaluna spuntare alle acque torbide. Arrestò il mezzo agricolo e scese sulla strada; gli stivali in gomma affondarono nell'acqua e nel fango per una decina di centimetri. Fece pochi passi, avvicinandosi alla riva del canale. Ora vedeva meglio le due mezzelune: erano due pneumatici, e appena al di sotto della superficie si intravedeva la sagoma di una autovettura. Capovolta e completamente sommersa dalle acque. L'uomo rimase immobile, quasi incredulo di fronte a ciò che stava osservando. Fece due passi indietro, quasi a voler scacciare i pensieri che si stavano affacciando alla sua mente. La mano si spostò all'interno del tascone del piumino, a cercare il telefono cellulare; mentre componeva il numero del pronto intervento la sua mente, governata da un istinto inconscio, cominciò a pregare. Pregò che nessuno si fosse trovato all'interno del veicolo quando era sprofondato in quella tomba limacciosa.

2 - Davide era sovra pensiero, e sobbalzò al suono del citofono; chi diavolo stava suonando con insistenza il campanello alle dodici e trenta ? Si affacciò alla porta dell'ufficio, situato al primo piano dello stabile, giusto in tempo per vedere l'addetto alle consegne di un corriere espresso. A quel punto si ricordò dell'ordine che aveva fatto tramite internet qualche giorno prima: un paio di abiti sexy che avrebbe regalato alla sua compagna. Fece un cenno con la mano al corriere, rientrò rapidamente nel corridoio dell'ufficio e aprì il portone di ingresso. L'addetto alle consegne recapitò una scatola di cartone avvolta nel cellophane, gli fece firmare un paio di ricevute, e tornò al proprio lavoro, cercando di ripararsi con il cappuccio della cerata dalla pioggia, che cadeva incessante. Davide chiuse la porta dell'ufficio, a quell'ora deserto, e si accomodò alla scrivania - cercando un tagliacarte per aprire la scatola sigillata. Ovviamente non lo trovò, indi ripiegò sulla lama poco affilata di una forbice. Dopo un paio di minuti era in grado di valutare gli acquisti, che incontrarono la sua piena approvazione. Era sicuro che anche Belle li avrebbe apprezzati: non troppo volgari, stretti al punto giusto per valorizzare il suo corpo, e ben fatti. Data l'ora, Davide decise di recarsi in auto in una pizzeria poco distante, per pranzare. Prese le confezioni con i due abiti e le ripose nella borsa in cordura verde oliva che usava per il lavoro; si avvicinò al cestino per buttare la scatola quando intravide all'interno quella che sembrava una busta in plastica. Introdusse la mano ed estrasse un piccolo involucro, che mostrava un tanga trasparente di colore rosso, coperto da piccole stelle dorate. Solo allora ricordò che l'ordine via internet diceva che la società avrebbe incluso un omaggio. Si avviò verso la pizzeria, incerto se buttare quelle mutandine che non avevano nulla a che fare con il resto, e che sembravano di una taglia decisamente piccola. Un rettilineo lungo alcuni chilometri separava l'ufficio di Davide dal luogo di ristoro prescelto. Durante il tragitto vide per l'ennesima volta la ragazza nella strada di campagna; anche lei cercava riparo dalla pioggia sotto un ombrello rosso fuoco. Biondissima, era sempre sorridente ma non era certo il suo tipo: magra, bassa di statura, troppo giovane. Per qualche strano motivo associò la skinny con il tanga … e rallentò l'andatura dell'auto fino a fermarsi. Il traffico a quell'ora era molto rado, e non ci furono difficoltà a compiere una inversione per imboccare la strada di campagna, fermandosi a una decina di metri dalla ragazza. Lei si avvicinò con un mezzo sorriso sulle labbra “Ciao, come va ? Andiamo a fare l'amore ?” “A dire il vero mi ero fermato per darti queste; se ti piacciono e sono della tua misura puoi tenerle.” Davide porse a Ilenia la busta con il tanga stellato. Lei rimase sorpresa per quel gesto e lo ringraziò. “Non vuoi neppure fermarti per un pompino ? Sono brava, sai … “ “Non ho dubbi – rispose Davide – ma devo proprio andare. Mi piace il tuo sorriso, ciao.” Inserì la retromarcia e riguadagnò lentamente la provinciale, pensando che quelle mutandine sarebbero state meglio addosso alla biondina che sul fondo del cestino della spazzatura. Ilenia guardò compiaciuta il tanga, lo estrasse dalla busta in plastica e lo infilò nella borsetta, mentre osservava le luci dell'autovettura che si allontanavano creando riflessi sull'asfalto bagnato.

3 - Verso la fine del pomeriggio la macchina imboccò la strada di campagna sollevando schizzi di acqua mista al fango; si fermò proprio accanto alla ragazza. Lei salì senza indugiare né chiedere nulla; era un cliente che aveva già incontrato altre volte. Anzi, per quel giorno – vista l'ora – sarebbe stato l'ultimo cliente. Percorsero poche centinaia di metri e si fermarono dietro una curva. Impossibile essere visti dalla strada. Consumarono un fugace rapporto. L'uomo scambiò poche parole con Ilenia e inserì la retromarcia per tornare verso la strada principale. Le ruote dell'auto slittarono nel fango, il conducente diede gas premendo sul pedale. Forse esagerò, o forse in quel momento l'auto ritrovò la trazione; fatto sta che la vettura scattò all'indietro in modo inaspettato. Il conducente cercò di riprendere il controllo premendo sul freno, ma l'effetto fu pari a una frenata sul ghiaccio; l'auto scivolò ancora indietro di un paio di metri, e il posteriore di inclinò verso il fossato. Increduli su ciò che stava accadendo, i due occupanti si accorsero che il veicolo stava inabissandosi nel canale, in posizione capovolta. Era la peggiore situazione possibile in cui trovarsi; gli argini del fosso impedivano l'apertura degli sportelli e l'acqua stava già occupando l'abitacolo. Il panico si impadronì di Ilenia. Non sapeva cosa fare o a chi chiedere aiuto. La sua mente non voleva rassegnarsi alla situazione: stava annegando dentro una macchina capovolta in un canale. Ripensò alla sua famiglia, agli amici, ai sogni di una vita migliore. La borsa con il telefono era già completamente sommersa; in ogni caso un aiuto esterno sarebbe giunto troppo tardi. Fu presa da alcuni conati di vomito, e solo allora si accorse che l'acqua aveva invaso per intero l'abitacolo e la stava soffocando. Cercò disperatamente una via di fuga, ma la carenza di ossigeno fece presto sentire i suoi effetti. Guardando verso l'alto vide la luce del tramonto farsi strada tra l'acqua scura. Vide tante piccole stelle dorate brillare e fluttuare nel vuoto. Smise di agitarsi e fu pervasa da un senso di pace. Credette di essere fuori da quella orribile trappola, sdraiata su un prato a contemplare il cielo stellato; finalmente la pioggia era cessata. Il tanga di colore rosso galleggiava davanti ai suoi occhi, ma lei non poteva saperlo. Una ultima bolla d'aria uscì dai polmoni: Ilenia era morta.



cunny77
Hero Member (821 post)
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Incredibile! Sono passati quasi due anni e in tutto questo tempo mi ero perso questa perla!
Anche se triste, bel racconto degno una possibile produzione cinematografica.
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