Su una delle pareti della mia stanza è appeso un bell’orologio antico che non funziona più. Le lancette ferme indicano,imperturbabili, la stessa ora: le otto in punto!
In fondo, quell’orologio fermo e' solo un inutile soprammobile su quella parete biancastra e vuota. Eppure vi sono due momenti della giornata, due istanti fugaci, in cui il vecchio orologio pare risorgere dalle ceneri come l’araba fenice...
Quando tutti gli altri orologi della città, i cucù, i campanili con i gong delle loro campane segnano le otto, il vecchio orologio riprende vita. Due volte al giorno, la mattina e la sera, quell’orologio torna in completa armonia con il resto dell’universo.
Se guardassimo quell’orologio soltanto in quei due momenti, diremmo che funziona alla perfezione... Invece, passato quel momento, l’orologio perde il passo, rimanendo fedele a quell’ora.
Ecco, io amo quell´orologio perche io somiglio a quell’orologio. Anche io mi sento bloccato in un tempo. Anche io mi sento inchiodato, immobile. In un certo senso, anch’io sono un adorno inutile su una parete vuota.
Ma so che anch’io potrò godere di fugaci istanti in cui, misteriosamente, giunge la mia ora. In quei momenti mi sentirò vivo. Tutto sarà chiaro e il mondo diventerà meraviglioso. Potrò creare, sognare, volare, dire e sentire di più in quei momenti che in tutto il resto del tempo.
Come a quell’orologio, anche a me sfuggiva il tempo degli altri.Passati quei momenti, gli altri orologi che si annidano dentro altri uomini continuavano a girare, mentre io ritornavo alla mia morte statica, al mio lavoro, alle mie chiacchiere da bar, al mio incedere annoiato che sono solito chiamare “vita”...
.
Ma so che la vita è un’altra cosa...
Forse tutti viviamo soltanto nell’armonia di quei pochi istanti.
Perciò ti amo, vecchio orologio.
Perché io e te siamo la stessa cosa.
In fondo, quell’orologio fermo e' solo un inutile soprammobile su quella parete biancastra e vuota. Eppure vi sono due momenti della giornata, due istanti fugaci, in cui il vecchio orologio pare risorgere dalle ceneri come l’araba fenice...
Quando tutti gli altri orologi della città, i cucù, i campanili con i gong delle loro campane segnano le otto, il vecchio orologio riprende vita. Due volte al giorno, la mattina e la sera, quell’orologio torna in completa armonia con il resto dell’universo.
Se guardassimo quell’orologio soltanto in quei due momenti, diremmo che funziona alla perfezione... Invece, passato quel momento, l’orologio perde il passo, rimanendo fedele a quell’ora.
Ecco, io amo quell´orologio perche io somiglio a quell’orologio. Anche io mi sento bloccato in un tempo. Anche io mi sento inchiodato, immobile. In un certo senso, anch’io sono un adorno inutile su una parete vuota.
Ma so che anch’io potrò godere di fugaci istanti in cui, misteriosamente, giunge la mia ora. In quei momenti mi sentirò vivo. Tutto sarà chiaro e il mondo diventerà meraviglioso. Potrò creare, sognare, volare, dire e sentire di più in quei momenti che in tutto il resto del tempo.
Come a quell’orologio, anche a me sfuggiva il tempo degli altri.Passati quei momenti, gli altri orologi che si annidano dentro altri uomini continuavano a girare, mentre io ritornavo alla mia morte statica, al mio lavoro, alle mie chiacchiere da bar, al mio incedere annoiato che sono solito chiamare “vita”...
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Ma so che la vita è un’altra cosa...
Forse tutti viviamo soltanto nell’armonia di quei pochi istanti.
Perciò ti amo, vecchio orologio.
Perché io e te siamo la stessa cosa.