Alla ricerca di un pompino nudo e crudo d’emergenza percorro la Paullese. La storica stazione delle ucraine che non lo negavano è adesso presidiata da ragazze che, a parità di tariffa (50 euri), mi dicono che non si fanno venire in bocca. Mi allontano e arrivo al semaforo di Paullo, svolto nella stradetta a sinistra provenendo da Milano, a destra provenendo da Crema, e mi rivolgo alla ragazza che attende in una piazzola che si ci ritrova subito a destra. L’incrocio lo localizzate e lo visualizzate con le coordinate 45.425395, 9.403939. Poi, ruotando la visualizzazione di Street view di 90 gradi, inquadrate la stessa piazzola presidiata da una diurna. Lì mi imbatto in una ragazza che pare non raggiungere l’1,60, scarpe basse, calze spesse e decorate, culotte inguinale. È carina, ma niente di più, formosetta senza eccessi, con un viso paffuto e vispo, carnagione chiara, capelli lunghi. Mi dice che per 50 euri fa il pompino ma senza lasciarsi venire in bocca; poi cede, non sul prezzo, ma almeno sulla cimmata. Le chiedo serio, viste passate disavventure in Paullese, se ci siamo intesi bene e lei si impegna. Perlomeno si rivelerà onesta, anche se ad un livello professionalmente minimale, dato ancora più evidente in rapporto al prezzo un po’ sostenuto. Infatti non mi igienizzerebbe l’uccello e sono io a chiedere una salvietta umida per rinfrescarlo. Poi comincia un lavoro ripetitivo, fa su e giù senza affondare, e grattugia leggermente la cappella o la parte superiore dell’asta con i denti, fino a quando non le chiedo maggiore dolcezza, provando anche ad usare la mano che le reindirizzo sulle balle. In ogni caso è molto docile al momento della venuta: senza bisogno di preavviso, si prende in bocca tutta la copiosa emissione fino all’ultima goccia e alla fine sputa. Poco attrezzata di suo, mi domanda se ho una bottiglia d’acqua per risciacquarsi. Le rispondo che in macchina non ho che un amaretto di Saronno, utile almeno se vuole togliersi i miei sapori dalla bocca, che accetta e le offro volentieri.
Abbiamo avuto poco tempo per socializzare. Non siamo andati, di fatto, oltre le presentazioni: Ina, 20 anni, albanese. Mi pare mediamente simpatica e disponibile: mi fa il complimento consuetudinario su come porto i miei anni, sorride. Non si spoglia, ma su mia richiesta mi tira fuori una tetta bianca e morbida, di cui cerco di approfittare, ma, cosa ci si vuol fare, è soffocata da due/tre strati di vestiti che gliela rifagocitano rapidamente.
L’imbosco è in campagna. Non mi è piaciuto granché non perché pericoloso in sé: si è al buio fra stradette non frequentate. Però è molto vicino alla sua stazione e vi aleggiava il ricordo sinistro che proprio lì, negli anni della grande persecuzione contro i puttanieri, appartato con la Natascia ucraina per un motivo analogo, mi avevano intercettato i carabinieri. Fortunatamente non avevano avuto voglia che di fare gli spiritosi, prendendomi in giro perché per sbaglio, in sosta, avevo azionato le quattro frecce, per un attimo ma forse era bastato ad attirarli; mi avevano detto “almeno lei è rispettoso del codice della strada”, ed era finita lì.
Abbiamo avuto poco tempo per socializzare. Non siamo andati, di fatto, oltre le presentazioni: Ina, 20 anni, albanese. Mi pare mediamente simpatica e disponibile: mi fa il complimento consuetudinario su come porto i miei anni, sorride. Non si spoglia, ma su mia richiesta mi tira fuori una tetta bianca e morbida, di cui cerco di approfittare, ma, cosa ci si vuol fare, è soffocata da due/tre strati di vestiti che gliela rifagocitano rapidamente.
L’imbosco è in campagna. Non mi è piaciuto granché non perché pericoloso in sé: si è al buio fra stradette non frequentate. Però è molto vicino alla sua stazione e vi aleggiava il ricordo sinistro che proprio lì, negli anni della grande persecuzione contro i puttanieri, appartato con la Natascia ucraina per un motivo analogo, mi avevano intercettato i carabinieri. Fortunatamente non avevano avuto voglia che di fare gli spiritosi, prendendomi in giro perché per sbaglio, in sosta, avevo azionato le quattro frecce, per un attimo ma forse era bastato ad attirarli; mi avevano detto “almeno lei è rispettoso del codice della strada”, ed era finita lì.