E’ stata una bella giornata, ne calda ne fredda. Il sole ha reso piacevole lo stare in giro, il vagare spensierato. Pranzo leggero in un bel posto disperso tra i viottoli di un indefinito borgo.
Il visitare chiese e opere d’arte ha richiesto quell’impegno leggero che volentieri ti porta a leggere mille didascalie, ad ascoltare negli auricolari storie antiche che tanto significative sono per comprendere la realtà in cui viviamo. Sei immerso in tali bellezze che pensi sia una condizione necessaria alla quale vuoi aspirare per fuggire dalla vita quotidiana fatta di lavoro, ma ci pensate quante ore dedichiamo a questa attività che dovrebbe essere circoscritta a una porzione limitata della giornata ed invece spesso ci assorbe anche 10-12 ore tra spostamenti, pause pranzo e attività lavorativa vera e propria? Fatta di affetti, magari genitori anziani o amici d’infanzia che da ragazzo vedevi ogni santo giorno e adesso magari riesci ad organizzare una pizza al mese oppure li rivedi ai matrimoni, ai funerali(sigh..) o ancora li incroci quando vai a votare e ti rechi nella vecchia scuola dove hai fatto le elementari o le medie. La giornata prosegue e pensi che ne sei uscito ed invece più si avvicinano le ore serali e più il tuo pensiero va a ciò che farai tra poche ore, quando il sole non ci sarà più e sarai solo con te stesso. Sarai tu e tu, il secondo tu è il tuo amico punter, quello che combatti da vent’anni, quello che ami e odi da vent’anni, quello sempre pronto ad entrare in azione, affamato di sesso, mai pago, anche se tu non hai nessuna voglia di avventure, lui ti trascina nei posti più assurdi, magari per incontrare la ragazza che ha visto su bacheca e che tanto l’ha incuriosito… Arriva l’sms del vecchio amico di infanzia: “sei libero stasera per una birretta?” “No, carissimo voglio andare a letto presto, domani sveglia all’alba, dai facciamo un’altra volta”. Dopo pochi minuti senti ancora il telefono, stavolta squilla e ri-squilla mentre sei in bagno, corri a rispondere ed è tua madre che vuole sapere che fine hai fatto. “Mamma, sono qui a casa, stasera non esco, a letto presto, dai facco un salto nel week end…”. Riattacchi e sei già pronto per uscire. Sali in auto con la tua bella lista, accendi lo stereo e inizi a pensare, sei tu solo con te stesso. Giri per le vie di milano alla ricerca di lei o forse alla ricerca di te e intanto la musica va… C’è un blues di B.B. Kink, chissà se quei giri “stonati” vogliono significare qualcosa? L’auto va, ti porta nelle viuzze dove il piacere del proibito e dell’imprevisto spesso ti ha sorpreso, ma stasera non c’è nessuno, chissà, magari anche loro hanno dei genitori o degli amici con cui stare la sera, continui ad andare e ti fermi in un bar, prendi un caffè, osservi i volti delle persone e pensi che davanti ad un bancone siamo tutti uguali, chissà quale scuola ha frequentato il tizio con il whisky in mano, osservi la signora cinquantenne che ride e scherza con il barista, quanto doveva essere bella da ragazza… Cosa ci fa in un bar, da sola alle undici di sera? Risali in auto e inizi a fare qualche telefonata. Senti delle voci lontane, alcune simpatiche altre meno : “si, ok faccio un giro e ti richiamo a breve per darti conferma, ma quanto tempo possiamo stare insieme? Ti piacciono i preliminari? Che regalino vuoi?”… Vita da punter…