No, non son niubbo e non ho sbagliato la sezione.
E' che ricordo come ci si comporta, quando in un Bar di amici si attraversa la porta.
Son calacausi, punter della "granda", zona roero, sezione torinese del sito tutto nero.
Della città della Mole, disdegno l'amole nei centri cinesi.
Preferisco a casa loro le picie, secondo il modo di dire dei torinesi.
Se capita l'occasione però, carico pure rumene ai bordi del fiume Po.
E dopo lo stornello di presentazione, offro da bere a tutti come usava ai bei tempi nei veri Bar...
Tanti ne ho frequentati in gioventù. Eran cose diverse rispetto ai bar di oggi dove ti fermi il tempo di un caffè e all'uscita ti misuri con l'etilometro.
Ai tempi, ti misuravi all'entrata e coi migliori bevitori che ti facevan l'esame d'ammissione.
Nelle campagne cuneesi riempivo le sere al Bar Otto ai tempi del chiodo borchiato con le spillette..
Poi, passato di grado, bevevo la grappa al famoso Bar.. Collo fumando mal boro o quel che c'era.
Gli amici più cari al Bar Uccio, le prime avventure nei bagni del Bar Zotto, la gente più agitata girava al Bar Uffa. Sempre ricordo la stessa costante, gente velata dall'alcool che mostrava dal vivo la propria umanità.
Slanci improvvisi e inspiegabili di grande generosità.
L'operaio coi denti rotti nella rissa che incontrava l'assinculatore che si faceva carico del conto del dottore.
Il barista baffuto che propagandava come specialità della casa il suo famoso spumone e intanto non sapeva che la moglie tettona aggiungeva un bel pompone!
La piccola, cortissima Isa, le hanno abbreviato anche il bel nome e in compenso allungavano le mani sul bel culone...
ricordo ancora l'applauso della sala quando una sera strafatto di sangria e di allegria le recitai l'ultimo sonetto:
"Isa piccoletta, sei una piccola, grande Donna e tutti pendiamo dalle tue piccole, grandi labbra..."
Prosit a tutti e grazie anticipato dell'accoglienza
http://tinyurl.com/lkhxarpTorno subito...
E' che ricordo come ci si comporta, quando in un Bar di amici si attraversa la porta.
Son calacausi, punter della "granda", zona roero, sezione torinese del sito tutto nero.
Della città della Mole, disdegno l'amole nei centri cinesi.
Preferisco a casa loro le picie, secondo il modo di dire dei torinesi.
Se capita l'occasione però, carico pure rumene ai bordi del fiume Po.
E dopo lo stornello di presentazione, offro da bere a tutti come usava ai bei tempi nei veri Bar...
Tanti ne ho frequentati in gioventù. Eran cose diverse rispetto ai bar di oggi dove ti fermi il tempo di un caffè e all'uscita ti misuri con l'etilometro.
Ai tempi, ti misuravi all'entrata e coi migliori bevitori che ti facevan l'esame d'ammissione.
Nelle campagne cuneesi riempivo le sere al Bar Otto ai tempi del chiodo borchiato con le spillette..
Poi, passato di grado, bevevo la grappa al famoso Bar.. Collo fumando mal boro o quel che c'era.
Gli amici più cari al Bar Uccio, le prime avventure nei bagni del Bar Zotto, la gente più agitata girava al Bar Uffa. Sempre ricordo la stessa costante, gente velata dall'alcool che mostrava dal vivo la propria umanità.
Slanci improvvisi e inspiegabili di grande generosità.
L'operaio coi denti rotti nella rissa che incontrava l'assinculatore che si faceva carico del conto del dottore.
Il barista baffuto che propagandava come specialità della casa il suo famoso spumone e intanto non sapeva che la moglie tettona aggiungeva un bel pompone!
La piccola, cortissima Isa, le hanno abbreviato anche il bel nome e in compenso allungavano le mani sul bel culone...
ricordo ancora l'applauso della sala quando una sera strafatto di sangria e di allegria le recitai l'ultimo sonetto:
"Isa piccoletta, sei una piccola, grande Donna e tutti pendiamo dalle tue piccole, grandi labbra..."
Prosit a tutti e grazie anticipato dell'accoglienza
http://tinyurl.com/lkhxarpTorno subito...
