Figli di noi bambini

Mi guardi piccolo Leg, il naso all' insu' e gli occhi innocenti.
Mi chiedi la mano, non posso più aiutarti. Nessuno puo'.
Tu mi hai creato. Io ho bisogno di te. Dei tuoi stupori, delle tue emozioni,
delle tue risate, delle tue corse a perdifiato, della tua tenerezza.
Di tutte le tue prime volte :
la prima neve, il primo amore, il primo arcobaleno, il primo bacio.
Regalami i tuoi sogni, le tue speranze, i tuoi orizzonti smisurati.
Li avevo, me li avevi gia' dati. Li ho perduti quasi tutti. E quelli rimasti
sono vuote attese senza battiti.
Abbracciami Legendino ed entra in me.
Ossigenami il cuore e la mente, ricordami quel grande eroe che
pensavi sarei diventato.
Tu sarai sempre lo stesso, congelato nel tempo dell'anima mia,
Io invecchierò e solo per te cercherò di essere ogni giorno migliore.
Che tu sia fiero di me.

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Dentro noi ci sono 2 cani: uno buono e uno cattivo.
Chi vincera'? Quello che nutrirai di piu'.

Da Wikipedia.org
Il celebre scrittore di poemetti satirici vernacolari del primo XXI° secolo, Legendarius anche abbreviato Leg, conobbe presso i propri contemporanei insperata fama e riconoscimenti grazie ad alcuni brevi componimenti a sfondo porcaccionesco aventi per soggetti personaggi popolani e caricaturali.
Al Bar di GnoccaForum dove avvenivano le consuete premiazioni all'ora dell'aperitivo con CIM-CIM augurale, il popolo poc'anzi messo alla berlina nelle riuscite esternazioni, inneggiava rumorosamente: "A legge... Facce Rite!!" e quasi sempre veniva accontentato dopo un'opportuna dazione di karma positivi.
Non di rado, purtuttavia, cominciarono a comparire in forma di produzione "minore" alcuni racconti dal sapore più intimistico e crepuscolare.
Ciò avveniva soprattutto in corrispondenza di momenti particolari dell'autore. Quando usciva troppo di fretta da una bocca non sufficientemente golosa e veniva finito di mano. Quando si smosciava senza rimedio tra una doppia fila di labbra pensando alla Leg-macchina parcheggiata in doppia fila di sotto. Quando veniva alla velocità della luce dopo aver pagato anticipatamente le due velocità urbane.
In tutte queste occasioni, il mal spargimento di semenza lo induceva in riflessioni più contorte sullo svolgimento della sua intera esistenza.
E certo non aiutava il brusio sommesso degli astanti giù al Bar: "Ma che? Non fa rite questa? C'è la seconda parte che fa rite de sotto?".
L'autore in taluni casi si dibatte a cercare un filo che leghi la vita e la morte, la crescita e l'iniziazione, il ricordo e la speme del futuro. Rimembra la fanciullezza quando gli pareva che lo membro lo sorreggesse meglio e non fosse lui a sorreggerlo con mano per sgrullarlo. Rammenta la giovinezza quando le fie si giravano a guardarlo e non come ora si girassero a scansarlo. Gli sembra di viver di antichi fuochi ed ardori che non fossero le emorroidi infiammate.
Pur nel cantuccio della sua produzione in cui questi racconti sono confinati, rimangono forieri della massima ammirazione, da parte di chi sente e condivide con anima affine e sorella la medesima sensazione.

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http://tinyurl.com/lkhxarpTorno subito...

... questa m'era sfuggita.... anche questo è Leg..
dajee !

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YOU CAN NOT IMAGINE THE IMMENSITY OF THE FUCK I DO NOT GIVE