Chiariamo subito una cosa: il calcio e le donne sono le due cose più importanti per un uomo. Ovviamente in questo rigoroso ordine gerarchico. C'è poi qualche dotto luminare che inserisce tra la sfera e le curve anche il fantacalcio. Un'accortezza giusta e necessaria. Ma atteniamoci al classico e parliamo della tradizionale opposizione tra la partita della propria squadra del cuore e le lasagne al forno della propria moglie o fidanzata. Pare che negli ultimi tempi si stia diffondendo un pericoloso (mal)costume: quello di portare le proprie donne allo stadio. Un'innovazione quantomai pericolosa e dannosa, per il bene del calcio e, per estensione, anche del matrimonio. Andare allo stadio è rimasto l'unico rifugio possibile per l'uomo moderno. Assistere alle partite in televisione è ormai un inaudito calvario, disseminato di trappole e distrazioni. E' stato scientificamente provato che le donne diventano insofferenti non appena sentono risuonare la prima nota dell'inno della Champions League. La voce di Stefano Bizzotto in collegamento per un ottavo di finale di Coppa Italia provoca sovente orticaria. Per non parlare dei drammatici sintomi provati dal gentil sesso a ogni "Non va!" di Sandro Piccinini. Ma avete provato a seguire con concentrazione una partita sul piccolo schermo? E' impossibile. Le mogli più malefiche studiano con accortezza il calendario della squadra del marito. Fanno da mangiare apposta più tardi per far coincidere la cena con l'inizio della partita, danno appuntamenti telefonici alle amiche mentre comincia il secondo tempo, mai nell'intervallo come richiederebbe il buoncostume. Lo stadio resta l'unica speranza per seguire in pace la propria squadra. Ma adesso si palesa la più pericolosa dell'evoluzione emancipatoria femminile. Il venire allo stadio. Ed è questa la specie di donna più pericolosa. Costringe il marito a portarla sugli spalti, fa chiasso immotivato, si entusiasma senza motivo, rompe tutte le più elementari regole di scaramanzia medievale. Persino quelle con più propensione e interesse devono pagare un irreparabile scotto: la mancanza di quel neurone del cervello che permette la comprensione della regola del fuorigioco. Quindi, altro che tessera del tifoso, Maroni si sarebbe dovuto concentrare su un problema ben più grave all'interno del mondo del calcio: "Fuori le donne dallo stadio". E poi scusate, ma se invece che andare alla partita ogni tanto bisogna andare dalle nostre…… amanti? Non è che possiamo sempre salvarci in corner...
Tutti vogliono il vostro bene. Non fatevelo portare via!
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