Tra meno di due settimane, gli italiani andranno alle urne. A giudicare da ciò che si osserva in tv o che si legge sui giornali, non sarà un gran bello spettacolo. D'altra parte, non è facile vivere in un Paese che sta andando a put-tane. Non è facile, soprattutto se fai parte della tribù quasi estinta di coloro che credono ancora nel rispetto delle regole e delle ‘buone maniere’. Per fare un esempio, io sono il tipico asociale che sul treno, appena il telefono comincia a vibrare, si alza di scatto ed esce in corridoio a biascicare parole a mezz’asta. Poi rientro nello scompartimento per ascoltare le conversazioni degli altri. Conversazioni squillanti e istruttive, concluse dalla nuova formula di congedo vagamente cinese: «cia-cia-cia-ciao». Apprendo dalla viva voce della signora accanto al finestrino che sua figlia è stata respinta a un esame per aver copiato il compito sbagliato: succede. Apprendo dalla vicina di posto che sua sorella ha problemi di dissenteria, e la cosa mi addolora, anche perché starei mangiando un panino al salame. Apprendo che la moglie del mio dirimpettaio si è scordata di fare la spesa e la grave mancanza innesca un litigio coniugale sui massimi sistemi, tale da comportare una interruzione momentanea delle comunicazioni. Lei richiama, lui lascia trillare a lungo (ha la suoneria dei «tre piccoli porcellin», lo giuro) e infine risponde. Pace fatta, per la soddisfazione di tutti i passeggeri. Il mio telefono torna proditoriamente a vibrare e scappo in corridoio. «Perché va fuori a parlare?», commentano alle mie spalle. «Non vorrà che ascoltiamo quel che dice......». Nell'era della comunicazione globale, possiamo parlare con il mondo intero. Mandiamo sms, mms, email, chattiamo tutta la notte con una sconosciuta che ci ha mandato la foto di una gnocca presa a caso sul Web. Comunichiamo di notte, e di giorno abbiamo smesso di guardarci negli occhi. Preferiamo parlare al telefono col cellulare più moderno. Poi un cellulare non basta più, meglio averne due o tre, e magari avere anche quattro orecchie. Infine abbiamo smesso di telefonarci e abbiamo iniziato a mandarci gli sms. Quelli normali, quelli colorati, quelli con il disegnino, quelli con le foto e quelli col filmato. “Ciao, ti mando un video di me stesso mentre ti dico ciao!” Ma porca vacca, fai due passi e vieni a dirmelo in faccia che ci facciamo una birra, no? Stiamo impazzendo. Abbonati oggi e avrai 5000 sms in omaggio! 5000? Ma a chi cazzo li mando 5000 sms? Gratis, ovviamente. A noi qualcuno regala sempre qualcosa. Gratis. Questa è la comunicazione: fallo subito, è gratis! Abbonati, è gratis. Clicca qui, è gratis. E’ tutto gratis! Ma voi, tranne a cari amici e parenti, avete mai regalato qualcosa a qualcuno? Non parlo di beneficenza. Parlo di prendere una cosa, magari frutto del vostro lavoro, e regalarla a un perfetto sconosciuto che passa di lì. Così, per il gusto di regalarla. Magari c’è un idraulico tra di voi. A te, Idraulico Punter che stai leggendo, ti è mai successo di alzare il telefono, fare un numero a caso e dire: “Buongiorno, sono l’idraulico, vuole che venga a casa sua a smontare i tubi del cesso a gratis..?”
Nel mondo ci sono 3 miliardi di analfabeti, 2 miliardi persone che non hanno mai visto un telefono, 1 miliardo di persone che non hanno nemmeno un cesso dove chiudersi per piangere. Però non tutto è negativo. Per esempio, MTV (Music TeleVision), una piccola televisione che trasmette a un miliardo circa di persone. Trasmette rock, folk, pop. Pianifica, vende a un miliardo di persone la stessa merce: Coca Cola, Nike, McDonalds. Pianifica la musica, e a ritmo di musica vende tutto ciò di cui non abbiamo bisogno. Gli indios cantano canzoni di Ramazzotti, Ramazzotti canta le canzoni degli indios. L'unica differenza è che gli indios non prendono diritti d'autore. Ma questo è un particolare irrilevante.
Ieri, 50 canali televisivi parlavano della sofferta rinuncia di Papa Ratzinger. Il portavoce della Santa Sede sosteneva che “Il codice di diritto canonico prevede la possibilità che un Papa rinunci al suo servizio." L'ultimo Papa a dimettersi di sua volontà fu Celestino V nel 1294, oltre 700 anni fa. Tra due settimane ci saranno le Elezioni Politiche: qualcuno forse dovrebbe spiegarci perché in meno di settant'anni di Repubblica, nessun politico italiano ha mai abbandonato spontaneamente la sua poltrona. I politici vanno in tv e ci propongono le loro promesse. Nessuno osa interromperli facendogli notare che sono le stesse promesse di 20 anni fa. Quando un politico apre bocca, ti sembra di ascoltare l’operatore di un call center. Avete presente? Se telefoni a un call center, ne sanno quanto te. Spesso, meno di te. Ammesso che risponda qualcuno. Una volta andavi da chi ti aveva venduto un prodotto e gli dicevi: "Ehi bello, 'sta roba non funziona...". Adesso devi telefonare a un numero. Verde, se ti va bene. Quando non va bene, paghi. Hai un problema dovuto a un loro prodotto e paghi per dirglielo. Poi paghi per stare in attesa e infine ti fanno girare così tante persone che alla fine, se non hanno già messo giù loro, metti giù tu. Coi politici è la stessa cosa: loro parlano, fanno promesse, e alla fine si rimpallano le responsabilità per non averle potute mantenere.
Non c’è da stupirsi se non capiamo più il senso delle parole. Non siamo più abituati a parlare, ad ascoltare, e in certi casi anche a pensare. Con una scelta in palese controtendenza, a Versailles hanno aperto la prima palestra per il cervello. All’ufficio-iscrizioni non prevedono code. L’obiettivo è rafforzare la capacità di concentrazione degli esseri umani. Ho cercato di leggere la notizia fino in fondo, ma a metà della seconda frase è suonato il telefono, sono arrivate tre mail, in tv Conte ha perso il parrucchino dopo il secondo gol della Juve al Celtic. Restare fermi su qualsiasi oggetto per più di un nanosecondo è ormai diventato un gesto contro natura. Le interruzioni pubblicitarie durante i film erano una coltellata, adesso le aspettiamo come da ragazzi la campanella alla fine delle lezione. A teatro ho visto persone battere nervosamente i piedi dopo appena un quarto d’ora: e non perché lo spettacolo fosse brutto, ma per l’incapacità di seguire il filo del discorso (la nuova unità di misura della nostra mente è lo ‘spot&rsquo
. Ecco, dopo gli strappi, le pause, le discese ardite e le risalite, sono infine giunto al culmine della notizia: la palestra curerà il cervello attraverso i libri. Che bella scoperta. Solo la lettura muove i muscoli dell’astrazione e i meccanismi arrugginiti della riflessione. Ma per funzionare ha bisogno di non essere interrotta continuamente dagli stimoli invadenti della realtà. Vittorio Alfieri si faceva legare a una sedia per scrivere. Noi, di questo passo, per leggere. Il cervello è un amante esclusivo: si riaccende solo quando spegni tutto il resto.
Nell'era della comunicazione globale, le comunicazioni arrivano anche quando non le vogliamo. Ci sommergono. Ogni giorno scarico quintali di spam nella mia mailbox. La maggior parte con soggetto: "ENLARGE YOUR PENIS". Una volta ti dicevano che non era un problema se qualche volta non "funzionava", adesso te la presentano come una malattia. Curati. Che poi basta guardare in faccia tua moglie quando si alza al mattino, per capire... Stiamo andando a put-tane, più o meno in fretta, ognuno a modo suo. Quando siamo in ascensore, solleviamo con terrore lo sguardo: non sia mai che allo sconosciuto davanti a noi venga in mente di parlare del tempo, della neve, o del pareggio del Bologna col Siena. Ormai, parliamo serenamente solo con le mignotte. Le più gettonate sono quelle che negli annunci promettono: “Sono dolce, semplice, raffinata, una Barbie solo per te... un mix di eleganza e discrezione per i tuoi momenti di relax. Ti coccolerò come la tua fidanzata, con massimo coinvolgimento e tranquillità...” La chiamano GFE, girl friend experience. ‘Esperienza con una amica’. In pratica, tu chiami una sconosciuta trovata nel web, lei biascica due parole in italiano per dirti dove riceve. Vai, suoni il campanello, sali le scale, entri, allunghi il compenso, scambi con lei quattro parole tra un pompino e una pecorina. Quando stai per uscire, sull'uscio lei ti dà un bacio sulla guancia. Ragazzi, ma che bella “Girl Friend Experience!” Comunque sia, guardiamo il bicchiere mezzo pieno. In un Paese che sta andando a put-tane, aver maturato una certa esperienza nel settore può farti sentire più sopportabile l’insostenibile leggerezza dell’essere.
Nel mondo ci sono 3 miliardi di analfabeti, 2 miliardi persone che non hanno mai visto un telefono, 1 miliardo di persone che non hanno nemmeno un cesso dove chiudersi per piangere. Però non tutto è negativo. Per esempio, MTV (Music TeleVision), una piccola televisione che trasmette a un miliardo circa di persone. Trasmette rock, folk, pop. Pianifica, vende a un miliardo di persone la stessa merce: Coca Cola, Nike, McDonalds. Pianifica la musica, e a ritmo di musica vende tutto ciò di cui non abbiamo bisogno. Gli indios cantano canzoni di Ramazzotti, Ramazzotti canta le canzoni degli indios. L'unica differenza è che gli indios non prendono diritti d'autore. Ma questo è un particolare irrilevante.
Ieri, 50 canali televisivi parlavano della sofferta rinuncia di Papa Ratzinger. Il portavoce della Santa Sede sosteneva che “Il codice di diritto canonico prevede la possibilità che un Papa rinunci al suo servizio." L'ultimo Papa a dimettersi di sua volontà fu Celestino V nel 1294, oltre 700 anni fa. Tra due settimane ci saranno le Elezioni Politiche: qualcuno forse dovrebbe spiegarci perché in meno di settant'anni di Repubblica, nessun politico italiano ha mai abbandonato spontaneamente la sua poltrona. I politici vanno in tv e ci propongono le loro promesse. Nessuno osa interromperli facendogli notare che sono le stesse promesse di 20 anni fa. Quando un politico apre bocca, ti sembra di ascoltare l’operatore di un call center. Avete presente? Se telefoni a un call center, ne sanno quanto te. Spesso, meno di te. Ammesso che risponda qualcuno. Una volta andavi da chi ti aveva venduto un prodotto e gli dicevi: "Ehi bello, 'sta roba non funziona...". Adesso devi telefonare a un numero. Verde, se ti va bene. Quando non va bene, paghi. Hai un problema dovuto a un loro prodotto e paghi per dirglielo. Poi paghi per stare in attesa e infine ti fanno girare così tante persone che alla fine, se non hanno già messo giù loro, metti giù tu. Coi politici è la stessa cosa: loro parlano, fanno promesse, e alla fine si rimpallano le responsabilità per non averle potute mantenere.
Non c’è da stupirsi se non capiamo più il senso delle parole. Non siamo più abituati a parlare, ad ascoltare, e in certi casi anche a pensare. Con una scelta in palese controtendenza, a Versailles hanno aperto la prima palestra per il cervello. All’ufficio-iscrizioni non prevedono code. L’obiettivo è rafforzare la capacità di concentrazione degli esseri umani. Ho cercato di leggere la notizia fino in fondo, ma a metà della seconda frase è suonato il telefono, sono arrivate tre mail, in tv Conte ha perso il parrucchino dopo il secondo gol della Juve al Celtic. Restare fermi su qualsiasi oggetto per più di un nanosecondo è ormai diventato un gesto contro natura. Le interruzioni pubblicitarie durante i film erano una coltellata, adesso le aspettiamo come da ragazzi la campanella alla fine delle lezione. A teatro ho visto persone battere nervosamente i piedi dopo appena un quarto d’ora: e non perché lo spettacolo fosse brutto, ma per l’incapacità di seguire il filo del discorso (la nuova unità di misura della nostra mente è lo ‘spot&rsquo
Nell'era della comunicazione globale, le comunicazioni arrivano anche quando non le vogliamo. Ci sommergono. Ogni giorno scarico quintali di spam nella mia mailbox. La maggior parte con soggetto: "ENLARGE YOUR PENIS". Una volta ti dicevano che non era un problema se qualche volta non "funzionava", adesso te la presentano come una malattia. Curati. Che poi basta guardare in faccia tua moglie quando si alza al mattino, per capire... Stiamo andando a put-tane, più o meno in fretta, ognuno a modo suo. Quando siamo in ascensore, solleviamo con terrore lo sguardo: non sia mai che allo sconosciuto davanti a noi venga in mente di parlare del tempo, della neve, o del pareggio del Bologna col Siena. Ormai, parliamo serenamente solo con le mignotte. Le più gettonate sono quelle che negli annunci promettono: “Sono dolce, semplice, raffinata, una Barbie solo per te... un mix di eleganza e discrezione per i tuoi momenti di relax. Ti coccolerò come la tua fidanzata, con massimo coinvolgimento e tranquillità...” La chiamano GFE, girl friend experience. ‘Esperienza con una amica’. In pratica, tu chiami una sconosciuta trovata nel web, lei biascica due parole in italiano per dirti dove riceve. Vai, suoni il campanello, sali le scale, entri, allunghi il compenso, scambi con lei quattro parole tra un pompino e una pecorina. Quando stai per uscire, sull'uscio lei ti dà un bacio sulla guancia. Ragazzi, ma che bella “Girl Friend Experience!” Comunque sia, guardiamo il bicchiere mezzo pieno. In un Paese che sta andando a put-tane, aver maturato una certa esperienza nel settore può farti sentire più sopportabile l’insostenibile leggerezza dell’essere.