Visto che a quanto pare i racconti ficcano...ehm FIOCCANO, questo è un racconto che scrissi 4 anni fa circa.
E' una sorta di trilogia, un "ciclo". Vi avviso che è lungo, taaaaaaaaaaaaaaaanto lungo...quindi se gradite, abbiate TAAAAAAAAAAAAAAAANTA pazienza...e un paio di VU pronte, magari andate a pay
P.s.: vista la lunghezza dei racconti, ho deciso di aprire 3 post. Ai mod & Admin: se non dovesse andare bene, uppo tutto su link esterno.
Parte 1. SUPERMERCATO
SUPERMERCATO.
Eccolo di nuovo, entrare al supermercato, guardarmi furtivamente mentre faccio scontrini, dirigersi verso il banco frigo a comprare uno yogurt da bere, dirigersi verso la mia cassa anche se non è vuota, fare la fila ed osservarmi...osservarmi...osservarmi...cercare il mio sguardo, squadrarmi, ogni sigola piega, ogni singolo capello.
E' cotto, mi venera.
E' bello, ma stupido.
"Settantanove centesimi".
Paga.
"Vuoi una sportina?"
"No, grazie. Ciao e buon lavoro."
Solita voce tremante, solito imbarazzo di ogni giorno.
Continua così da quasi un mese e mezzo, ma è timido...cosa posso farci se non aspettare?
Invece, le mie attese oggi sono finite.
L'ho trovato fuori dal supermercato alla chiusura, avrà aspettato un'oretta scarsa.
"Ciao...scusa...ecco..." biascica confusamente.
"Ciao, dimmi!" le dico mostrando un sorriso a 36 denti che lo immobilizza.
"Niente, sai, io ti ho visto...ti va...beh, si oddio, se magari andiamo a...a bere...qu...qualcosa?"
Mi diverte questa sorta di balbuzie, questa sua timidezza, questo suo imbarazzo.
Non è colpa mia se piaccio agli uomini sbagliati, come quello stronzo del mio ex che adesso dirige la filiale di un supermercato della concorrenza ed ha appena sposato una tabaccaia che gli fa le corna con i militari della caserma.
Libertà significa anche questo, darla o no, far sbavare chiunque e "selezionare l'eventuale altro prodotto o ritirare il resto", come recita la voce metallica del distributore di preservativi.
"Si, dai perchè no...prima dovrei cambiarmi, però...va bene fra un'oretta qui davanti? Sei in auto?"
"Si...si sono in auto ma ti aspetto qui..."
Questa sua idiozia mi diverte ancora di più, lo ammetto: sono cattiva ma se vuole bere il mio di yogurt deve saperlo pagare.
"Ok, allora a fra poco"
"Ciao..."
Mi allontano verso la bicicletta, legata ad un palo con una catena posta nella ruota posteriore, prendo le chiavi dalla borsa e faccio finta di farle cadere: un'ottima occasione per chinarmi e mostrargli il culetto, quel bel culetto sodo che mi ritrovo e che tanto fa impazzire Emanuele, il macellaio che ha l'età di un reduce del '68 ma si sente ancora arzillo come un sessantottino.
Faccio finta di cercarle, le chiavi, in modo da poter girare la testa e vedere la sua reazione.
Prova ad accendersi una sigaretta ma fa cadere l'accendimo perchè trema come un condannato a morte davanti al boia.
Dio, non sapevo che il mio culetto fosse una ghigliottina...
Decido di piantarla con questa messinscena, lo saluto con un gesto della mano, tolgo la catena, mi siedo sulla bici, e parto verso casa.
Arrivata. La macchina della mamma non c'è, ovviamente.
Anche stasera sentirò la solita scusa della riunione in ufficio. Come se non lo sapessi che si scopa il metronotte.
Come biasimarla, 47 anni portati splendidamente, per essere una vedova, madre di una figlia unica che non le ha mai da pensare, a parte qualche brutto voto a scuola. Eh si, sono proprio una grande e brava figliuola...una zoccoletta modello. Quella figlia che nessuno si sognerebbe mai di avere ma che tutti hanno...
Mi tolgo le scarpette e le calze bianche di cotone, mi spoglio in un attimo, butto i jeans e la magliettina nel cesto della roba da lavare e mi fiondo in bagno in reggiseno e mutande. Mi guardo allo specchio e mi rido in faccia: mi serve la mia musica. Voglio fare baldoria, scatenarmi. Mi sento frizzante.
Entro nella mia stanza, perfettissima ed ordinatissima, apro il porta CD e prendo i Motel Connection. Dio, meglio non pensare a Samuel o quel poveretto di...di? Il deficiente non si è neanche presentato...ok Yogurtman, lo chiamo così...o quel pover uomo che è Yogurtman resterà li ad aspettare in secola seculorum.
Apro l'acqua calda in doccia, mi faccio il dentifricio nel frattempo, e mi guardo.
Che puttanella...e pensare che sino a tre anni fa, prima di conoscere il cornuto del mio ex ero la classica ragazza della porta accanto, scandalizzata dalle scene di sesso in tv, timida, inibita al massimo, sino a quando quel film porno che mi costrinse a vedere una sera che era mezzo ubriaco non mi accese certe curiosità...e menomale che poi mi fece esplorare quel mondo nascosto, altrimenti a quest'ora sarei ancora vergine. E perlopiù sola, anche se dopo che mi ha lasciato io e lei abbiamo ripreso la nostra libertà...che coppia vincente: io apro la porta, lei accoglie l'ospite...
Mi tolgo il reggiseno e le mutandine. Li odoro. Amo sentire il mio odore. Amo sentire il di lei profumo. Mi amo.
Entro subito nella doccia, calda come ogni giorno. Odio l'acqua fredda, mi congela tutto, anche il fiorellino ne risente, benchè i capezzoli festeggiano.
Subito mi massaggio i capelli, ho proprio bisogno di uno shampoo. Nel magazzino c'è molta polvere, e mi fa alquanto schifo sapere che qualche insetto festeggia tra il mio caschetto castano.
Prendo il balsamo alle erbe, ne metto un pò nelle mani ed inizio a carezzarmi. Mi sciacquo il viso, lo riempio di balsamo. Passo giù per il collo e poi dritta sotto le ascelle. Mi massaggio, una pulitina alla mia terza, e giù sino al pube.
Mi risciacquo le mani e verso un altro pò di balsamo.
Scendo giù, verso la mia fichina. La tocco un pò ma inizio ad eccitarmi, mentre i Motel risuonano per tutta la casa.
Meglio evitare. Mi giro, prendo la spugna dalla mensolina e la passo nel mio sederino tondo.
Giù, sino ai piedi, mentre l'acqua lambisce la schiena.
Devo fuggire dalla doccia, altrimenti va a finire che mi masturbo. Sto impazzendo, sarà che fra qualche giorno arrivano i parenti-serpenti, sarà che mi sento proprio bona, sarà che se penso a Samuel...chiudo l'acqua, strizzo i capelli: qualche goccia passa sui capezzoli. Dio, perchè gli ho chiesto un'ora quando potevo farlo soffrire un pò di più in modo da godere prima di uscire?
Torno nella mia stanzetta ed apro l'armadio. Mi vedo allo specchio, nuda.
Mimo un bacio immaginando di avere un rossetto modello Jessica Rabbit.
"Non sono cattiva, è che mi disegnano così".
Cosa metto?
La mini mi sembra un pò azzardata.
I jeans neanche a parlarne.
Intanto metto da parte quella magliettina bianca con su scritto "Love me please" in rosso, che mi va larga, perchè mamma l'ha comprato quando abbiamo litigato un paio di settimane fa. Non ricordava la taglia, l'ha preso di una misura più larga: meglio, vorrei vedere il tipo che prova ad alzarsi sulle punte dei piedi per guardarmi le tette...
Cerco qualcosa da mettere sotto...
Che stress...
Mancano quasi quindici minuti ed ho ancora i capelli umidi...
Passo la mano tra i vestiti....trovata.
Gonna arancione semi-trasparente, lunga sino alla caviglia, pieghettata...e come vesto la signorina? Ovviamente con un bel perizomino nero, ed il relativo portatette...Dio, a questo punto mi rimangono due possibilità: o Yogurtman mi muore di infarto appena mi vede, e accusano sia me che la signorina di omicidio colposo, o che mi prenda, mi porti con forza dietro il supermercato, al parcheggio dello scarico merci, mi costringe al muro e mi scopa almeno per un paio d'ore. Così forse la smetto di fare la zoccoletta. Buona la prima possibilità: scarpe con il tacco, aperte, allacciate sulla caviglia. Nere, ovviamente. Non ho tempo per mettere lo smalto sulle unghia dei piedi. Menomale che pedicure e manicure le ho fatte ieri, altrimenti potevo uscire in jeans...
Mi spruzzo addosso un pò di Miracle, mi metto il mio bel perizoma killer avendo cura di sistemare i capelli della signorina, mi allaccio il reggiseno, indosso la gonna e mi siedo per mettermi le scarpe. Cazzo dieci minuti. Metto la maglietta, un pò di rossetto, passo velocemente il phon nei capelli.
Spengo lo stereo, dò un'occhiata in giro, afferro al volo la mia borsa ed esco. Chiudo a chiave.
"Andiamo, zokky, stasera o la va o ti spacca"
Imbocco il vialetto davanti casa, giro nella traversa e mi fiondo verso il supermercato.
Corro. Mi sento al settimo cielo.
Dio, quel tamarro di Luca alla fermata dell'autobus. Si sente Brad Pitt e a letto viene dopo neanche dieci minuti.
Squilla il cellulare. Mamma.
"Pronto?"
"Amore, arrivo fra poco, ho avuto una riunione in ufficio ma non sono riuscita a chiamarti prima..."
"Ok mamma io sto uscendo con la Chiara, andiamo in città a mangiare al cinese. Non aspettarmi sveglia"
"Beh ok, mi ordino una pizza. Tu comunque non fare tardi o domani..."
"Si mamma, o domani non mi sveglio! A stasera mà! Ciao!"
Corro corro corro.
La prossima traversa a destra, e sono al supermercato.
Cazzo i preservativi! Che idiota che sono...Dio ma cosa penso? Neanche se fosse il nostro ospite preferito.
Zoccola si, ma con delicazzitudine!
Eccolo. Fuori dalla macchina che fuma.
Quanto diavolo avrà fumato in un'ora?
"Ciao...scusami, non mi sono neanche presentata. Donatella, piacere."
"A dire il vero neanche io. Paolo, piacere."
Cosa diavolo c'era nelle sigarette?
Da dove gli è arrivata tutta questa sicurezza?
Sembra che abbia perso tutto il suo imbarazzo. Ed il suo profumo...prima non l'avevo sentito...o forse l'avevo già dimenticato...
Faccio in modo di non pensarci.
"Beh allora? Non credo ci portino da bere qui!"
Che bastarda. Che cattiva.
Storce il naso, ci pensa un attimo su.
"Vieni, entra in macchina"
Mi apre la portiera. Entro prima con una gamba e poi con l'altra.
Ha lo sguardo fisso sui miei piedini. Sistemo le scarpe in modo che si vedano meglio.
Accenna un sorriso, mi chiede scusa, chiude la portiera ed entra dal lato di guida.
"Conosci il Trocadero? Dicono sia carino"
"Si ne ho sentito parlare bene..."
"Trocadero sia, non è neanche lontano."
"Ok"
Accende l'auto sorridendomi, cala il piede sulla frizione e mentre innesta la marcia mi sfiora la gonna.
Faccio finta di non aver avvertito nulla, e visto che con la coda dell'occhio ancora mi guarda, decido di poggiare la borsa nel sedile posteriore: come per magia, il collo della maglietta fa intravedere il seno.
Parte.
Svolta a sinistra fuori città.
"Lavori?" gli chiedo.
"Si, sono un tecnico informatico", mi risponde felice della sua situazione.
"Ah però...strano, non sembri proprio uno che sta attaccato ai pc", mento con lo stesso tono di una che torna a casa dal marito dopo essersi fatta strapazzare da un riccone.
"Beh, non dirmi che secondo te i tecnici informatici sono i classici sfigati con il volto da pizza margerita, gli occhiali spessi, che appena si staccano da un pc iniziano ad avere crisi..."
"No no assolutamente, ma sai, i film...", effettivamente non aveva la faccia da nerd. Capelli rasati, muscolatura non eccessiva ma comunque ben fatto, magliettina nera, pantalone nero, niente orecchino, ed un rigonfiamento che lascia spazio ai pensieri più porci. E pensare che sino a qualche ora fa sembrava il classico sfigatello che rompe il preservativo appena lo apre.
Scoppia in una risata.
"Nah, lasciali perdere i film. Non sono Keanu Reeves! Musica? Conosci i Motel Connection?"
"I...chi?", gli chiedo, cercando di mostrarmi sbigottita
Prende il CD dal portaoggetti alla sua sinistra, e mette su il cd.