Infine prevalse la curiosità e devo dire che la sintesi estrema di Crest era veritiera.
Krisztina, ungherese di Pécs, è una cancerina di quasi 36 anni (se sull’età è sempre lecito nutrire dubbi, generalmente le signore non mentono su giorno e mese), piuttosto alta, si presenta con gonna corta nera e maglioncino che denotano da un lato una sobria eleganza e dall’altro consentono di apprezzarne le grazie; capelli biondi lunghi sulle spalle ed occhi azzurri, seno (una terza?) che prova a combattere con naturalezza gli affronti del tempo, sedere piacevole al tatto. Mi ha detto di frequentare il Ticino da una decina di anni con permanenze di alcune settimane alternate a lunghe pause di “riflessione“ in patria. Il comitato di accoglienza in camera prevede french kiss per passare ad una fellatio scoperta praticata senza aggressività e mancanza di rispetto per l’organo; segue la solita ginnastica coitale con variazioni sul tema che nel mio caso si è conclusa dopo una ventina di minuti in posizione pecorina. Pur se già edotto dalla mia “gola profonda”, ho chiesto timidamente della backdoor: che non concede. Prima, durante e dopo, chiacchiere educate e non volgari. In sostanza non sarà una tigre, ma a me stava benissimo così, perché sto cercando di disintossicarmi da incontri “estremi”. Quanto al locale, forse era l’orario pomeridiano, erano davvero poche le alternative presenti: romene o polacche a prima vista… non ho approfondito. Insomma, per essere la prima volta (in Svizzera) una piacevole esperienza; difficilmente ripetibile per via dei disagi logistici. Danno finale: 80+10. Krisztina mi ha detto che sarebbe partita già domenica 21 aprile per ritornare ai primi di Giugno. Il mio mentore ticinese, pur rimpiangendo la golden age dei postriboli aperti ad operatrici di ogni dove, mi ha consigliato luoghi più vicini al confine. Vedremo…