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La sedia dirimpetto al Maresciallo Cirinnà alla stazione dei carabbinieri di Torino Falchera, non era delle più comode.
Senza braccioli, di legno duro, con una gamba più corta delle altre tre, che la faceva ondeggiare ad ogni sobbalzo di Essenza, alle domande di Cirinnà.
Aveva appena disposto in buon ordine, sulla scrivania, il contenuto delle sue tasche: un temperino (non un coltellino, proprio un temperamatite da bambini con l'effigie del Puffo Tontolone, regalo di suo nipote), una medaglietta ricordo del motoraduno madonnina dei centauri del '97, una brochure dei prestiti convenzionati Inpdap che prometteva tassi da usurai, una molletta da bucato, un accendino della juve, 15 centesimi in tagli piccoli (come, sono tagliate le monete?? chiese per sicurezza l'appuntato Mezzasalma, addetto alla stesura del verbale) e un biglietto delle ferrovie italiane non obliterato, destinazione Roma Tiburtina.
E naturalmente si era anche disposto più comodamente possibile, accendendosi un Ganja, il buon Essenza, pensando che, una volta espletato le formalità, avrebbe potuto parlare di quello per cui era venuto a parlare.
"Maresciallo, lei si intende di musica d'opera lirica o chessò di canzone napoletana o di rondò veneziano? Perchè vede, c'ho qui nella sua custodia originale in legno di cedro libanese un autentico archetto originale del famoso Strampillari. Manca solo la corda. E' da cambiare, ma per il resto è perfetto, suona una meraviglia, glielo posso assicurare..." e mandava volute di fumo azzurrognolo in aria a replicare..
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Il maresciallo Cirinnà, allenato dalla presenza costante dell'appuntato Mezzasalma, aveva deciso di usare l'arma della pazienza di un monaco tibetano, appresa al corso per allievi sottufficiali a Velletri tanti anni prima.
Con questo sprovveduto di poco genio, ci voleva un atteggiamento paterno più che severo e neanche aveva pensato di fargli spegnere quella pestilenziale sigaretta tutta ammaccata...
"Eehhh... invece, in quella custodia più grande, cos'ha portato? Un violoncello, scommetto. Vero?".
"No maresciallo, questo mi proponevo di mostrarglielo in separata sede... sa, è un pezzo originale, assai ricercato, un ricordo di nonno Arcibaldo, perito in guerra sul Carso, contro l'invasore austro bulgarico... ci è rimasto solo questo di lui, povero nonno, guardi..."
Fece per prendere ed aprire la custodia da violoncello in cui era custodito in mezzo a stracci un fucile dell'esercito italiano, Carcano modello 1891, perfettamente oliato e funzionante, ancora carico dei colpi che aveva messo per festeggiare il capodanno del 2005 in balcone...
L'appuntato Mezzasalma stava per aiutarlo ma, in quella sessione di "brain storming", i due si scontrano e fanno cadere pesantemente al suolo la custodia.
Il fucile, torno a dire perfettamente oliato e funzionante, dato il colpo a terra, esplode un colpo rasoterra.
La gloriosa arma che aveva fatto l'unità d'Italia, stacca di netto il piede destro del maresciallo Cirinnà con tutta la scarpa lucidata nera misura 44!
L'appuntato Mezzasalma coglie in un attimo l'essenza della tragedia incombente, si trincera dietro la macchina da scrivere ed esplode alcuni peti concitati.
Il maresciallo boccheggia in una pozza del suo sangue scarlatto.
Essenza maledice il filtrino troppo stretto del suo Ganja e si china a raccogliere il prezioso Carcano di nonno.
"MERDA!!!" esplode Essenza... quel canchero d'un cane del Carcano, s'è di nuovo incastrato! Non varrà nulla se non è perfettamente funzionante. Non lo potrò più vendere che a metà del suo prezzo!
Spinge, armeggia, colpisce il cane finchè si sblocca. "BAM!!!" esplode la seconda volta il Carcano...
Il colpo parte questa volta a mezz'aria e colpisce in pieno volto il povero maresciallo Cirinnà, appoggiato con le spalle alla parete, sotto la foto del Presidente e sotto il calendario dell'Arma.
Una volta, al corso a Velletri, era caduto di faccia al suolo da un muro di cordame, lungo il percorso di addestramento. Aveva avuto tanto male e qualcosa nella sua espressione non era più tornata del tutto normale.
Ma questa volta, capiva che era molto peggio! Aveva sentito come una padellata d'olio fritto in faccia, ma molto più forte. E l'impressione che il naso, la bocca, gli occhi fossero spariti spinti in qualche recesso nascosto all'interno della testa.
Poi, d'improvviso, non oppose più resistenza. Pensò un'ultima volta alla sua Mariuccia, si chiese ancora chi avesse mandato quel capellone nella sua caserma e, serenamente, spirò.
Spirò anche Essenza, una nuvola di fumo dal suo nuovo Ganja, fatto questa volta col filtrino più grosso, staccato un pezzo di cartoncino dal calendario dell'Arma.
L'appuntato Mezzasalma, guardava la mezza testa penzolante del maresciallo. Ora tremava, tremava forte e giaceva nella pozza di pipì che gli era deflagrata nei calzoni al secondo sparo.
Essenza, l'inconsapevole giustiziere, intascava le sue misere cose, compreso il prezioso biglietto del treno, rinfoderava il fucile Carcano nella custodia da violoncello in mezzo agli stracci e si avviava a chiedere a qualcuno l'uscita da quel dedalo di stanze e stanzette.
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http://tinyurl.com/lkhxarpTorno subito...