Ho conosciuto Chiara in orario da pausa pranzo. Per intendersi sulla sua stazione: Binasco, partendo dalla grande rotonda in cui si incrociano la statale declassata 35 dei Giovi, la SP 30 e la SP 40 Binasca, si prosegue sulla 35 verso Milano, ci si lascia a destra l’Agip, poi il cimitero; subito dopo si incrocia una strada minore, e lei aspetta, sempre a destra, nella relativa corsia d’immissione. Coordinate 45.338087, 9.109518, funzionanti sia per la mappa, sia per la visualizzazione.
Dice di avere 23 anni, provenienza albanese, in Italia da un biennio, parla bene l’italiano, con l’accento trascinato e dolce di molte sue connazionali. È di piacevole compagnia, sorridente, forse un po’ passiva: nel tragitto si lascia infatti accarezzare, ma non raccoglie.
È alta 165 cm circa, capelli castano-chiari, lisci e lunghi una spanna oltre le spalle, viso dalla linea quadrangolare carino, occhi nocciola. Pioviggina e lei aspetta sotto l’ombrello. È copertissima, in modi peraltro tutt’altro che appariscenti: jeans, stivaletti, giacca marrone. Mi è parsa comunque ben fornita, in proporzione al fisico minuto: seno pieno al tatto e dietro gradevole panettoncino natalizio tondo.
Premette di non fare niente di scoperto e la carico per un pompino con preservativo a 20 euri. Non sono andato oltre, nell’indagine e nella sperimentazione, a causa del problema logistico di cui dirò. So solo che in alternativa prospetta l’albergo, che però di norma non mi attira. Quando infatti cerchiamo la nostra frasca, comincia il gioco dei quattro cantoni. Nel parcheggio del camposanto non si può. D’accordissimo, quest’anno, per quanto riguarda le scopate cimiteriali, ho già fatto la mia parte! Però neanche di qua oggi si può, perché l’azienda è aperta. E di là è presente il proprietario che non vuole e presidia. Così, dopo più infruttuosi tentativi, finiamo in un’area aperta, infilandoci fra una macchina e l’altra, con la ex statale poco distante, alle nostre spalle. È evidente che, se si pensa che avevo visto in giro anche la gendarmeria sabauda, infilatasi nel distributore vicino, non era la premessa ideale per il nostro incontro.
Ci spostiamo nel sedile dietro. Da molti segnali mi sembra ancora più preoccupata di me del rischio di essere colta sul fatto, mentre il mio uccello (ne invidio l’incoscienza!) se ne frega bellamente del pericolo e, rimesso alle sue cure, diventa subito duro. Lei, dopo una rapida e comunque non necessaria sollecitazione preliminare di mano, attacca il pompino, vestendolo con il preservativo rosso che srotola con le dita e la bocca a seguire. Chiara resta coperta, giacca a parte. Io non insistito, sempre per il rischio, e mi limito a esplorarne il seno sotto un paio di strati di abiti. Si capisce che ci sa fare, perché trasmette sensibilità, varia l’uso della lingua e delle labbra, però cerca di accelerare accompagnandosi con un deciso lavoro di mano, che almeno un paio di volte prendo e dirotto sui testicoli. Arriviamo comunque a felice conclusione e lei ha il merito di non staccare subito.
Valutazione di sintesi. Io quando incontro una ragazza carina e percepisco un’attitudine di simpatia e disponibilità vorrei sempre partire perlomeno dalla sufficienza. Però se poi non è dotata di un imbosco regolarmente fungibile e quindi ha l’ansia di velocizzare la pratica, non si spoglia ecc., cosa resta della prestazione? Certo, forse sarebbe bastata la fortuna di incontrarla una domenica tranquilla con la bella stagione invece che un giorno feriale trafficato e freddo, e l’impressione sarebbe stata diversa. Diciamo allora che il fisico c’è, la sostanza umana pure, ma per adesso è inevitabilmente rimandata al momento in cui reperirà un buon nascondiglio, che le dia la possibilità di farci capire se sa darsi un po’ di più durante l’incontro.
Dice di avere 23 anni, provenienza albanese, in Italia da un biennio, parla bene l’italiano, con l’accento trascinato e dolce di molte sue connazionali. È di piacevole compagnia, sorridente, forse un po’ passiva: nel tragitto si lascia infatti accarezzare, ma non raccoglie.
È alta 165 cm circa, capelli castano-chiari, lisci e lunghi una spanna oltre le spalle, viso dalla linea quadrangolare carino, occhi nocciola. Pioviggina e lei aspetta sotto l’ombrello. È copertissima, in modi peraltro tutt’altro che appariscenti: jeans, stivaletti, giacca marrone. Mi è parsa comunque ben fornita, in proporzione al fisico minuto: seno pieno al tatto e dietro gradevole panettoncino natalizio tondo.
Premette di non fare niente di scoperto e la carico per un pompino con preservativo a 20 euri. Non sono andato oltre, nell’indagine e nella sperimentazione, a causa del problema logistico di cui dirò. So solo che in alternativa prospetta l’albergo, che però di norma non mi attira. Quando infatti cerchiamo la nostra frasca, comincia il gioco dei quattro cantoni. Nel parcheggio del camposanto non si può. D’accordissimo, quest’anno, per quanto riguarda le scopate cimiteriali, ho già fatto la mia parte! Però neanche di qua oggi si può, perché l’azienda è aperta. E di là è presente il proprietario che non vuole e presidia. Così, dopo più infruttuosi tentativi, finiamo in un’area aperta, infilandoci fra una macchina e l’altra, con la ex statale poco distante, alle nostre spalle. È evidente che, se si pensa che avevo visto in giro anche la gendarmeria sabauda, infilatasi nel distributore vicino, non era la premessa ideale per il nostro incontro.
Ci spostiamo nel sedile dietro. Da molti segnali mi sembra ancora più preoccupata di me del rischio di essere colta sul fatto, mentre il mio uccello (ne invidio l’incoscienza!) se ne frega bellamente del pericolo e, rimesso alle sue cure, diventa subito duro. Lei, dopo una rapida e comunque non necessaria sollecitazione preliminare di mano, attacca il pompino, vestendolo con il preservativo rosso che srotola con le dita e la bocca a seguire. Chiara resta coperta, giacca a parte. Io non insistito, sempre per il rischio, e mi limito a esplorarne il seno sotto un paio di strati di abiti. Si capisce che ci sa fare, perché trasmette sensibilità, varia l’uso della lingua e delle labbra, però cerca di accelerare accompagnandosi con un deciso lavoro di mano, che almeno un paio di volte prendo e dirotto sui testicoli. Arriviamo comunque a felice conclusione e lei ha il merito di non staccare subito.
Valutazione di sintesi. Io quando incontro una ragazza carina e percepisco un’attitudine di simpatia e disponibilità vorrei sempre partire perlomeno dalla sufficienza. Però se poi non è dotata di un imbosco regolarmente fungibile e quindi ha l’ansia di velocizzare la pratica, non si spoglia ecc., cosa resta della prestazione? Certo, forse sarebbe bastata la fortuna di incontrarla una domenica tranquilla con la bella stagione invece che un giorno feriale trafficato e freddo, e l’impressione sarebbe stata diversa. Diciamo allora che il fisico c’è, la sostanza umana pure, ma per adesso è inevitabilmente rimandata al momento in cui reperirà un buon nascondiglio, che le dia la possibilità di farci capire se sa darsi un po’ di più durante l’incontro.