Già perché nell’estate del 1994 ci eravamo regalati una bella vacanza insieme alle ns fidanzate.
Duplice trasferta per il gran premio di Germania ad hockhneim che si correva a fine luglio e poi via in Ungheria all’hungaroring per il gran premio che si correva a ferragosto.
Per la cronaca in Germania vinse Berger sulla Ferrari interrompendo così il periodo più lungo senza vittoria da parte della Rossa. Non vinceva una gara dalla spagna del ‘90.
Tra un gran premio e l’altro avremmo campeggiato nella foresta nera e diretti verso l’ungheria avremmo fatto tappa obbligata in ogni posto che sarebbe piaciuto alle ns fidanzate.
Due camper per garantire la privacy per gli incombenti amatoriali.
Giunti a Budapest, avremmo pernottato alle porte della città, per poi visitare la Parigi dell’est in due giorni. Solo Dopo avremmo proseguito alla volta dell’Hungaroring ad est della città.
Neanche il tempo di mettere piede a Budapest che le ns fidanzatine riescono ad organizzare in meno che non si dica una visita guidata alla città per i giorni di martedì e mercoledì antistanti il gran premio di Ungheria.
La caratteristica di questo tour era data dal fatto che gli spostamenti in città avvenivano su un battello lungo il danubio, il quale svolgeva servizio bus sostando in prossimità dei luoghi da visitare, tutti da raggiungere a piedi o al massimo distanti 2 fermate di metropolitana.
Il martedì la costa occidentale di buda, il mercoledì la costa orientale di pest.
In due giorni avremmo visitato il palazzo reale, la galleria gallerie d’arte, le piazze principali di Budapest, il palazzo del parlamento, un paio di musei e quant’altro di meglio c’era da visitare!
Pranzo al sacco e l’ultima sera romantica cena sul battello ormeggiati sul danubio.
Bel programma eh? Vi lascio immaginare l’entusiasmo mio e di Luigi!
In una pausa del suo lavoro, La giuda turistica che ci accompagnava ci illustrò che la società per la quale lavorava organizzava dei veri e propri rally in fuoristrada sul danubio con partenza ben prima di Praga fino ad arrivare a Budapest e proseguiva anche oltre.
Ci raccontava che tranne per brevissimi tratti per lo più in prossimità delle città, si poteva viaggiare da Praga a Budapest sulle sponde del danubio su percorsi interamente sterrati da percorre in fuoristrada o in moto enduro.
Tutto il percorso era più di 600 km di lunghezza, si pernotta in apposite guesthouse o camping che fanno parte dell’itinerario. Ovviamente si poteva prenotare anche per tratti limitati.
Questo si che avrebbe entusiasmato me e il socio.
Raggiunta una certa confidenza con la guida turistica, azzardo:
“Excuse me but … escorts?” neanche finito di parlare che la guida mi tira fuori un agenda piena zeppa di nomi e telefoni.
Grassa risata da parte mia ed invito a riporre il tutto nel taschino.
Le circostanze non consentivano di approfondire l’argomento.
Finalmente giovedì siamo all’hungaroring campeggiamo proprio nell’area antistante l’ingresso principale della pista con vista sul paddock.
Curati tutti gli allacci del camper, nel tardo pomeriggio/prima sera, approfittando del primo fresco, con Luigi compiamo il classico giro di tutta l’area attorno alla pista.
Tipico ambiante di formula 1, con bancarelle posizionate lungo il perimetro del circuito
giostrai, ambulanti che vendono gadget di ogni tipo, birrerie e friggitorie, salsicce e fiumi di birra come neanche all’oktoberfest se ne vede, bancarelle di sponsor ufficiali, artisti improvvisati, maghi, fattucchieri e cartomanti, campi da bocce …karaoke in inglese, insomma di tutto di più.. tutto come sempre.
Una marea umana di tutte le nazionalità, sempre sveglia per tre giorni e per tre notti unita da un inglese maccaronico.
Eppure c’è qualcosa di diverso da ogni altro gran premio, qualcosa’ che all’inizio non riusciamo neanche a percepire appieno attenti come siamo a studiare la pista e a valutare i punti di osservazione alterativi alla tribuna
Avanzando tra la gente incrociamo lo sguardo di tante ragazze che ci osservano ci scrutano, sembrano chiederci qualcosa.
Ragazze e signore le quali da sole o in coppia procedono verso di noi incrociano i ns sguardi, chi ci strizza l’occhio, chi ci dispensa sorrisi.
Alcune vestite con colori sgargianti, altre perfettamente mimetizzate tra la folla.
Se sosteniamo il loro sguardo, se rivolgiamo loro interesse, si fanno più audaci: “to go” “thirty” “forty”.
Ragazze che non spiccicano una parola di inglese, belle ragazze che ti prendono per mano e sanno solo aggiunger “camper” ? “hotel” “Thirty” “forty”.
Trattavasi inequivocabilmente di tipico adescamento on the road esercitato nei camping antistanti il circuito
Thirty, forty sono eidentemente dollari o di marchi tedeschi,della ns liretta non frega niente a nessuna. Si accettavano anche fiorini ungheresi ma la conversione portava a conti astronomici.
Tutto questo tenuto conto che io e Luigi eravamo giovanissimi e non eravamo certamente l’obbiettivo principale delle pay girl, le quali in presenza di un 40/50enne apparentemente benestante compivano dei veri sequestri di persona.
Ciò che veramente ci lasciava increduli era la vastità del fenomeno.
Ed era ancora niente rispetto a quanto avremmo visto il venerdì.
Ed il sabato sera dopo le prove, all’imbrunire, sembrava che tutte le escort d’ungheria si fossero radunate nei prati adiacenti all’hungaroring.
Molte erano davvero bellissime ragazze. c’e ne erano di ogni tipo : pro, sempipro, occasionali e ragazze che passavano di li per vedere se riuscivano a guadagnare qualche dollaro.
Si scorgevano chiaramente clienti e pay girl che entravano ed uscivano dai camper, altri clienti si dirigevano verso gli hotel vicino al circuito, altri erano intenti a trattare prezzi e servizi, il tutto avveniva in mezzo al campeggio, davanti a famiglie e bambini.
Francamente eravamo sconcertati anche io e Luigi.
Le ns fidanzate erano furibonde. Si sentivano offese. Mai visto niente del genere.
Anche perché messo il naso fuori dal camper per fare 4 passi in assenza mia e di Luigi si imbatterono in un tedesco che audacemente si informò … se tante volte … fosse possibile.
Per le ns fidanzate l’ungheria era finita!In ungheria non ci si torna più! Bannata si direbbe oggi.
Per fronteggiare la vastità del fenomeno che ogni anno aumentava, le autorità ungheresi nel 2000 cercarono di delimitare l’area dove confinare l’escortismo e realizzarono un vero e proprio camping ( di enormi dimensioni) riservato all’attività.
Si avete letto bene, crearono un camping dove le escort potevano sostare ed esercitare.
( se digitate GP di ungheria and prostituzione trovate articoli di stampa dell’epoca)
Al di la di ogni considerazione sull’opportunità di realizzare un caping dedicato all’attività, posso dire a posteriori - quindi siamo ai giorni nostri- che l’iniziativa ebbe scarso successo, infatti il fenomeno dell’escortismo in occasione del gran premio di ungheria è addirittura aumento nel tempo ed all’hungaroing si radunano bellissime escort provenienti da tutti i paese dell’est europeo e bellissime ragazze che si improvvisano escort per l’occasione.
Le autorità di polizia locale cercano di impedire che il tutto avvenga all’interno dei camping adiacenti la pista, ma il fenomeno si è spostato solo un più indietro di 700/800 metri. E comunque di pay girl ben mimetizzate all’interno dei camping se ne trovano molte.
Per non dire del fatto che molti alberghi nelle vicinanze sono requisiti dalle escort.
Al di la del fatto che anche io ed il socio non condividevamo questo escortismo esercitato nel ben mezzo dei camping fummo, colpiti da tante belle ragazze che avevamo visto, mai così tutte insieme, tutte disponibili ad incontri, le quali incarnavano appieno il mito delle bellissime ragazze ungheresi.
L’occasione buona per raccontare una balla alle ns quasi mogli l’avremmo avuta nel 96, quando in pieno servizio militare, i ns superiori ovviamente non ci avrebbero concesso la licenza per ferragosto.
Un po’ bastardi lo so! Istinto animale.
Duplice trasferta per il gran premio di Germania ad hockhneim che si correva a fine luglio e poi via in Ungheria all’hungaroring per il gran premio che si correva a ferragosto.
Per la cronaca in Germania vinse Berger sulla Ferrari interrompendo così il periodo più lungo senza vittoria da parte della Rossa. Non vinceva una gara dalla spagna del ‘90.
Tra un gran premio e l’altro avremmo campeggiato nella foresta nera e diretti verso l’ungheria avremmo fatto tappa obbligata in ogni posto che sarebbe piaciuto alle ns fidanzate.
Due camper per garantire la privacy per gli incombenti amatoriali.
Giunti a Budapest, avremmo pernottato alle porte della città, per poi visitare la Parigi dell’est in due giorni. Solo Dopo avremmo proseguito alla volta dell’Hungaroring ad est della città.
Neanche il tempo di mettere piede a Budapest che le ns fidanzatine riescono ad organizzare in meno che non si dica una visita guidata alla città per i giorni di martedì e mercoledì antistanti il gran premio di Ungheria.
La caratteristica di questo tour era data dal fatto che gli spostamenti in città avvenivano su un battello lungo il danubio, il quale svolgeva servizio bus sostando in prossimità dei luoghi da visitare, tutti da raggiungere a piedi o al massimo distanti 2 fermate di metropolitana.
Il martedì la costa occidentale di buda, il mercoledì la costa orientale di pest.
In due giorni avremmo visitato il palazzo reale, la galleria gallerie d’arte, le piazze principali di Budapest, il palazzo del parlamento, un paio di musei e quant’altro di meglio c’era da visitare!
Pranzo al sacco e l’ultima sera romantica cena sul battello ormeggiati sul danubio.
Bel programma eh? Vi lascio immaginare l’entusiasmo mio e di Luigi!
In una pausa del suo lavoro, La giuda turistica che ci accompagnava ci illustrò che la società per la quale lavorava organizzava dei veri e propri rally in fuoristrada sul danubio con partenza ben prima di Praga fino ad arrivare a Budapest e proseguiva anche oltre.
Ci raccontava che tranne per brevissimi tratti per lo più in prossimità delle città, si poteva viaggiare da Praga a Budapest sulle sponde del danubio su percorsi interamente sterrati da percorre in fuoristrada o in moto enduro.
Tutto il percorso era più di 600 km di lunghezza, si pernotta in apposite guesthouse o camping che fanno parte dell’itinerario. Ovviamente si poteva prenotare anche per tratti limitati.
Questo si che avrebbe entusiasmato me e il socio.
Raggiunta una certa confidenza con la guida turistica, azzardo:
“Excuse me but … escorts?” neanche finito di parlare che la guida mi tira fuori un agenda piena zeppa di nomi e telefoni.
Grassa risata da parte mia ed invito a riporre il tutto nel taschino.
Le circostanze non consentivano di approfondire l’argomento.
Finalmente giovedì siamo all’hungaroring campeggiamo proprio nell’area antistante l’ingresso principale della pista con vista sul paddock.
Curati tutti gli allacci del camper, nel tardo pomeriggio/prima sera, approfittando del primo fresco, con Luigi compiamo il classico giro di tutta l’area attorno alla pista.
Tipico ambiante di formula 1, con bancarelle posizionate lungo il perimetro del circuito
giostrai, ambulanti che vendono gadget di ogni tipo, birrerie e friggitorie, salsicce e fiumi di birra come neanche all’oktoberfest se ne vede, bancarelle di sponsor ufficiali, artisti improvvisati, maghi, fattucchieri e cartomanti, campi da bocce …karaoke in inglese, insomma di tutto di più.. tutto come sempre.
Una marea umana di tutte le nazionalità, sempre sveglia per tre giorni e per tre notti unita da un inglese maccaronico.
Eppure c’è qualcosa di diverso da ogni altro gran premio, qualcosa’ che all’inizio non riusciamo neanche a percepire appieno attenti come siamo a studiare la pista e a valutare i punti di osservazione alterativi alla tribuna
Avanzando tra la gente incrociamo lo sguardo di tante ragazze che ci osservano ci scrutano, sembrano chiederci qualcosa.
Ragazze e signore le quali da sole o in coppia procedono verso di noi incrociano i ns sguardi, chi ci strizza l’occhio, chi ci dispensa sorrisi.
Alcune vestite con colori sgargianti, altre perfettamente mimetizzate tra la folla.
Se sosteniamo il loro sguardo, se rivolgiamo loro interesse, si fanno più audaci: “to go” “thirty” “forty”.
Ragazze che non spiccicano una parola di inglese, belle ragazze che ti prendono per mano e sanno solo aggiunger “camper” ? “hotel” “Thirty” “forty”.
Trattavasi inequivocabilmente di tipico adescamento on the road esercitato nei camping antistanti il circuito
Thirty, forty sono eidentemente dollari o di marchi tedeschi,della ns liretta non frega niente a nessuna. Si accettavano anche fiorini ungheresi ma la conversione portava a conti astronomici.
Tutto questo tenuto conto che io e Luigi eravamo giovanissimi e non eravamo certamente l’obbiettivo principale delle pay girl, le quali in presenza di un 40/50enne apparentemente benestante compivano dei veri sequestri di persona.
Ciò che veramente ci lasciava increduli era la vastità del fenomeno.
Ed era ancora niente rispetto a quanto avremmo visto il venerdì.
Ed il sabato sera dopo le prove, all’imbrunire, sembrava che tutte le escort d’ungheria si fossero radunate nei prati adiacenti all’hungaroring.
Molte erano davvero bellissime ragazze. c’e ne erano di ogni tipo : pro, sempipro, occasionali e ragazze che passavano di li per vedere se riuscivano a guadagnare qualche dollaro.
Si scorgevano chiaramente clienti e pay girl che entravano ed uscivano dai camper, altri clienti si dirigevano verso gli hotel vicino al circuito, altri erano intenti a trattare prezzi e servizi, il tutto avveniva in mezzo al campeggio, davanti a famiglie e bambini.
Francamente eravamo sconcertati anche io e Luigi.
Le ns fidanzate erano furibonde. Si sentivano offese. Mai visto niente del genere.
Anche perché messo il naso fuori dal camper per fare 4 passi in assenza mia e di Luigi si imbatterono in un tedesco che audacemente si informò … se tante volte … fosse possibile.
Per le ns fidanzate l’ungheria era finita!In ungheria non ci si torna più! Bannata si direbbe oggi.
Per fronteggiare la vastità del fenomeno che ogni anno aumentava, le autorità ungheresi nel 2000 cercarono di delimitare l’area dove confinare l’escortismo e realizzarono un vero e proprio camping ( di enormi dimensioni) riservato all’attività.
Si avete letto bene, crearono un camping dove le escort potevano sostare ed esercitare.
( se digitate GP di ungheria and prostituzione trovate articoli di stampa dell’epoca)
Al di la di ogni considerazione sull’opportunità di realizzare un caping dedicato all’attività, posso dire a posteriori - quindi siamo ai giorni nostri- che l’iniziativa ebbe scarso successo, infatti il fenomeno dell’escortismo in occasione del gran premio di ungheria è addirittura aumento nel tempo ed all’hungaroing si radunano bellissime escort provenienti da tutti i paese dell’est europeo e bellissime ragazze che si improvvisano escort per l’occasione.
Le autorità di polizia locale cercano di impedire che il tutto avvenga all’interno dei camping adiacenti la pista, ma il fenomeno si è spostato solo un più indietro di 700/800 metri. E comunque di pay girl ben mimetizzate all’interno dei camping se ne trovano molte.
Per non dire del fatto che molti alberghi nelle vicinanze sono requisiti dalle escort.
Al di la del fatto che anche io ed il socio non condividevamo questo escortismo esercitato nel ben mezzo dei camping fummo, colpiti da tante belle ragazze che avevamo visto, mai così tutte insieme, tutte disponibili ad incontri, le quali incarnavano appieno il mito delle bellissime ragazze ungheresi.
L’occasione buona per raccontare una balla alle ns quasi mogli l’avremmo avuta nel 96, quando in pieno servizio militare, i ns superiori ovviamente non ci avrebbero concesso la licenza per ferragosto.
Un po’ bastardi lo so! Istinto animale.