Egregio IlDA, La prego: smetta di abbandonare nei motel della Padania tutta copie di quell’aureo libretto dello Schopenauer (“L’arte di trattare le donne&rdquo

, immagino febbrilmente compulsato nelle more dei Suoi amplessi clandestini. Il fiele di quel prussiano – grande - avvelena la Sua penna. Da ateo convinto preferirei farLe trovare - come capita fuori da questo Paese - una Bibbia, così che Lei possa assaporare il sublime Cantico dei Cantici (“I tuoi denti come un gregge di pecore che risalgono dal bagno” … visto che guarda sempre in bocca la puledra che sta per montare&hellip

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Lei – perdoni il mio ardire – sembra inseguire il miraggio di una Donna ideale (perché la Sua ossessione non è ristretta alle paygirl, mi pare di capire) che non esiste. Il mondo è pieno di donne (con la “d” minuscola, come uomini con la “u&rdquo

. Suvvia, si guardi intorno – da come scrive sembra un ragazzo piuttosto sveglio - ed invece di “intortarle” (percepisco un che di subdolo nel termine) si lasci andare alla corrente dei sentimenti; non so se taciterà quel Suo demone famelico di sigle, ma forse riuscirà nel dare un po’ di senso a questa nostra misera esistenza.
PS…
Nel corso della mia breve carriera in questo “mondo”, ho avuto tre esperienze ad implicazione sentimentale: non cercate, non vagheggiate… ma sono successe. La prima – una straniera molto più giovane di me - si era innamorata, non ricambiata; non credo di aver mai approfittato della situazione, ma son contento di aver contribuito a farle cambiare vita; ha trovato un lavoro, umile e duro (lei che al suo paese si era laureata); ha imparato a tirare avanti, sola e con pochi amici veri; ma ce l’ha fatta e mi ha commosso ricevere due anni fa una letterina di auguri con allegata una foto della sua piccola, avuta con l’ attuale compagno - e collega di lavoro - che pare le voglia bene. Con la seconda (una matura italiana) i fuochi d’artificio del sesso hanno presto lasciato spazio ad un’intimità molto cerebrale che si è interrotta bruscamente quando lei si è resa conto di aver passato il limite. Non mi ero innamorato, ma riconosco che mi manca quella complicità raggiunta attraverso la conoscenza carnale. Della gattina selvatica che occupa i miei pensieri attualmente fatico a parlare; ho scoperto l’ansia nel non ricevere la rituale chiamata serale, temendo il peggio; ho condiviso la pena per le angherie fisiche e psichiche subite in nome del denaro pagato; ho imparato le tariffe salate degli appartamenti e dei siti di annunci (tutto in contanti, sempre&hellip

. Un giorno mi ha imbarazzato confessando il peso insostenibile di questa sua attività, facendomi sentire implicitamente responsabile. Entrambi abbiamo doveri verso dei figli e pur se io sono un uomo libero, è estraneo al suo dna farsi mantenere; non so quanto sia riuscita a risparmiare in questi anni, ma spero riesca a riprendere la sua sfortunata attività precedente. Perché questo lo posso affermare con sicurezza: la felicità è merce rara per chi offre sesso a pagamento.