bucanero
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Questo è il “tariffario prestazioni della casa di tolleranza” entrato in vigore in Italia nell’anno 1927.
Tenuto conto che all’epoca un operaio guadagnava tre lire al dì, equivalente, come potere d’acquisto (approssimativamente), agli attuali ottanta euri, possiamo dire che le prestazioni standard: “semplice”, “doppia”, “un quarto d’ora”, siano ragguagliabili agli attuali quaranta/ottanta euri!
Ma non è questo il dato che mi colpisce, resto stupito nel rilevare che la “doppia” al prezzo di lire duevirgolacinquanta, costava meno della tariffa prevista per “un quarto d’ora”, data a lire trevirgoladieci.
Vale a dire che i nostri padri, nonni e, per alcuni, bisnonni, riuscivano a farne due in tempo inferiore ai quindici minuti: cazzus!?!
Io faccio fatica ad esplodere un colpo prima di quindici minuti, quelli (padri, nonni e bisnonni) non perdevano tempo, in un quarto d’ora ne sparavano due e trovavano pure il tempo per scambiare quattro chiacchiere con le “pensionanti”, così venivano chiamate le signorine destinate ad offrire serenità in quelle stanze poste nei piani superiori dell’edificio con le serrande sempre chiuse.
Spero di non aver sbagliato i conti
Prosit
Bucanero
Tenuto conto che all’epoca un operaio guadagnava tre lire al dì, equivalente, come potere d’acquisto (approssimativamente), agli attuali ottanta euri, possiamo dire che le prestazioni standard: “semplice”, “doppia”, “un quarto d’ora”, siano ragguagliabili agli attuali quaranta/ottanta euri!
Ma non è questo il dato che mi colpisce, resto stupito nel rilevare che la “doppia” al prezzo di lire duevirgolacinquanta, costava meno della tariffa prevista per “un quarto d’ora”, data a lire trevirgoladieci.
Vale a dire che i nostri padri, nonni e, per alcuni, bisnonni, riuscivano a farne due in tempo inferiore ai quindici minuti: cazzus!?!
Io faccio fatica ad esplodere un colpo prima di quindici minuti, quelli (padri, nonni e bisnonni) non perdevano tempo, in un quarto d’ora ne sparavano due e trovavano pure il tempo per scambiare quattro chiacchiere con le “pensionanti”, così venivano chiamate le signorine destinate ad offrire serenità in quelle stanze poste nei piani superiori dell’edificio con le serrande sempre chiuse.
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