Va bene, allora posto almeno io una cosa: dato che non avevo né possibilità né voglia di andarci ieri mattina ma abito comunque non molto lontano, mi è capitato di passarci davanti e ho notato un dettaglio che mi ha fatto quasi un po' tenerezza.
Davanti alla vetrina, sul marciapiede, c'erano due o tre sgabelli ricoperti di frutta tropicale: poteva sembrare un festoso omaggio alimentare ai nuovi clienti per celebrare l'apertura, ma ho compreso dalla scena a cui ho assistito che si trattava invece di un altarino e che l'offerta era alla divinità (qualunque sia quella che adorano in Thailandia: il Budda?), perché c'era una ragazza (forse Winny, a giudicare dalla loro scheda), che, in ciabatte e vestaglietta d'ordinanza, aveva acceso un bastoncino d'incenso, si era inginocchiata sul gradino della vetrina (che tra l'altro ieri era bagnato di pioggia, anche se in quel momento non pioveva) e pregava a mani giunte muovendo le labbra in silenzio.
Ora, posso capire questo tipo di ritualità come scaramanzia all'apertura di una nuova attività, per la quale si invoca fortuna e successo. Certo che però, scusatemi, mi fa un po' ridere che la divinità in questione, rispondendo a tali preghiere propiziatorie, debba preoccuparsi di assicurare il migliore avvenire possibile ad un posto dove, nella migliore delle ipotesi, si distribuiranno seghe e pompini!
Poi, magari, le divinità orientali sono di molto più aperte vedute rispetto a quelle nostrane e questo tipo di attività non le disturba minimamente, non me ne intendo abbastanza per stabilirlo, però, ripeto, mi è parsa una scena a metà tra il tenero e il ridicolo...
Davanti alla vetrina, sul marciapiede, c'erano due o tre sgabelli ricoperti di frutta tropicale: poteva sembrare un festoso omaggio alimentare ai nuovi clienti per celebrare l'apertura, ma ho compreso dalla scena a cui ho assistito che si trattava invece di un altarino e che l'offerta era alla divinità (qualunque sia quella che adorano in Thailandia: il Budda?), perché c'era una ragazza (forse Winny, a giudicare dalla loro scheda), che, in ciabatte e vestaglietta d'ordinanza, aveva acceso un bastoncino d'incenso, si era inginocchiata sul gradino della vetrina (che tra l'altro ieri era bagnato di pioggia, anche se in quel momento non pioveva) e pregava a mani giunte muovendo le labbra in silenzio.
Ora, posso capire questo tipo di ritualità come scaramanzia all'apertura di una nuova attività, per la quale si invoca fortuna e successo. Certo che però, scusatemi, mi fa un po' ridere che la divinità in questione, rispondendo a tali preghiere propiziatorie, debba preoccuparsi di assicurare il migliore avvenire possibile ad un posto dove, nella migliore delle ipotesi, si distribuiranno seghe e pompini!
